Economia di mercato in Uzbekistan grazie al referendum
Il Referendum costituzionale dell’Uzbekistan per riscrivere l’economia e la sostenibilità del Paese
Con una maggioranza schiacciante è stato approvato il recentissimo referendum costituzionale in Uzbekistan che propone una serie di riforme economiche, istituzionali, amministrative e commerciali, fortemente voluto dal presidente Shavkat Mirziyoyev. Secondo i risultati diffusi dalla commissione elettorale, la modifica della Costituzione è stata approvata dal 90,21 per cento dei votanti.
Con l’approvazione del Referendum, a livello istituzionale vengono rafforzati i poteri congiunti delle camere dell’Oliy Majilis (Parlamento) e viene garantito nella Costituzione l’istituto della verifica parlamentare. Grazie al referendum sarà possibile avviare il trasferimento di alcuni poteri del capo dello Stato al parlamento, chiamato ora a vagliare i candidati all’incarico di procuratore generale e di presidente della Camera dei conti, mentre è il Senato a eleggere i vertici degli organismi contro i monopoli e contro la diffusa corruzione.
Il testo ha creato le basi per la formazione di un’economia di mercato, rafforzando le garanzie dell’attività imprenditoriale, sviluppando le relazioni di mercato, creando le condizioni per una concorrenza leale, assicurando un clima favorevole agli investimenti e agli affari, istituendo un sistema di tassazione equa e limitando le attività di monopolio dello Stato.
I “focus” del referendum sono stati molto pubblicizzati, con un grande dibattito nella cittadinanza e una conoscenza concreta sui cambiamenti istituzionali. Alla luce delle priorità del Paese, che ha posto un forte accento sull’ammodernamento e sull’acquisizione di nuove tecnologie, il mercato locale offre interessanti opportunità per le imprese italiane.
I principali settori di interesse per il nostro export sono la meccanica strumentale, l’impiantistica e i beni di consumo. Secondo le elaborazioni dell’Istituto per il Commercio Estero (ICE), l’interscambio commerciale tra Italia e Uzbekistan nel 2021 ha raggiunto livelli record attestandosi su 405,7 milioni di Euro: 365,9 milioni di nostre esportazioni e 39,8 milioni di Euro di esportazioni uzbeke.
La fetta più rilevante delle nostre esportazioni continua ad essere costituita da macchine e impianti, a conferma del carattere complementare tra l’offerta italiana e la domanda uzbeka di beni strumentali di elevato livello tecnologico. L’approvazione dei quesiti referendari consentirà un ulteriore rafforzamento delle relazioni commerciali con l’Italia. Le possibili aree di intervento per gli IDE da e verso l’Italia sono quelle rappresentate dai settori produttivi di punta del Paese. Tra questi il settore della componentistica auto che vede impegnate alcune aziende italiane.
Interessante è anche la produzione automobilistica nella valle del Fergana, dove vengono assemblati componenti prevalentemente acquistati all’estero e nella Navoi Free Zone dove operano la Landi Renzo e la Lovato Gas per la produzione di convertitori per autovetture al fine di passare dalla benzina al gas metano. L’Uzbekistan è uno dei maggiori produttori mondiali di gas naturale. Nel 2019 la produzione di gas naturale è stata di 59,4 miliardi di metri cubi e di gas condensato di 2,1 milioni di tonnellate. La produzione di petrolio ha raggiunto il picco all’inizio degli anni 2000 e da allora è diminuita costantemente per le proposte di diversificazione energetica avviate dal Paese. L’Uzbekistan ha esportato 13,5 miliardi di metri cubi di gas naturale nel 2019.
Il consumo domestico di gas è di circa 39 miliardi di metri cubi. L’Uzbekistan ha generato 61,6 terawatt/ora di elettricità nel 2019, principalmente da gas naturale (85%). Nel corso dei prossimi anni, l’esplorazione e la produzione di idrocarburi saranno ampliate per un ulteriore sviluppo dell’industria petrolifera e del gas. In risposta alla crescita del consumo di idrocarburi, per il 2019-30 sono previsti investimenti del settore per circa 9,8 miliardi di dollari, inclusi 3,5 miliardi di dollari per la prospezione geologica e 6,3 miliardi di dollari per aumentare la produzione di gas naturale.
Queste novità istituzionali ed economiche consentiranno di sviluppare ulteriore cooperazione scientifica e ricerca accademica tra l’Uzbekistan e l’Italia. Più che giustificata, quindi, la grande soddisfazione all’interno della Turin Polytechnic University di Tashkent, confermata dal rettore e vicerettore Jamshid Inoyatkhodjaev e Alisher Ashurov.
L’università italo-uzbeka lavora per la formazione di specialisti altamente qualificati della filiera automobilistica, dell’industria meccanica ed elettrica, dell’industria energetica, dell’ingegneria industriale, civile e delle costruzioni e avrà l’opportunità di rafforzare la propria cooperazione con l’Italia. Peraltro, coloro che conseguono la laurea dal politecnico uzbeko ottengono il rilascio anche della laurea triennale e magistrale dal Politecnico di Torino, riuscendo così a poter presentare una doppia certificazione universitaria valida sia in Uzbekistan che in Europa.
Questa sinergia potrà ora intensificarsi proprio grazie ai numerosi meccanismi di liberalizzazione economica e di cooperazione scientifica rilanciati dai referendum. Per la regione del Lago d’Aral, un grande dibattito è stato innescato dalla “Legge 49” che con l’approvazione referendaria diventa effettiva e che riguarderà il futuro di centinaia di migliaia di persone che vivono nella regione. Il Lago d’Aral veniva considerato uno dei quattro laghi più estesi del Pianeta, al confine tra l’Uzbekistan e il Kazakistan: un lago salato di origine oceanica, che negli anni Sessanta aveva una superficie di 68.000 chilometri quadrati, mentre adesso la sua grandezza si è ridotta del 75% a causa di un vero disastro ambientale provocato dalle attività umane. Oggi, resta una distesa sterile di sabbia con una elevata evaporazione della poca acqua residua.
Le tempeste di sabbia diffondono le polveri inquinanti a centinaia di chilometri di distanza, compromettendo anche il terreno su cui si depositano. In aggiunta, il governo dell’Uzbekistan ha presentato anche un fondo d’investimento, per raccogliere dei fondi istituzionali internazionali, nel tentativo di risolvere le problematiche ambientali e rilanciando la cooperazione scientifica e ambientale con il Kazakistan.
Il grande progetto di riqualificazione del territorio del Lago d’Aral vede coinvolti 635 esperti, più di 200 macchinari tecnologici per l’irrigazione, la bonifica del territorio e due innovativi aeroplani che lanciano dei semi adatti alla fertilizzazione del territorio. “Nel solo 2023, con i due aeroplani, abbiamo lanciato circa 250 tonnellate di semi e speriamo di vedere i risultati nell’immediato futuro”, ha recentemente dichiarato Ulmas Sobirov, esperto del Ministero delle risorse naturali dell’Uzbekistan. Una situazione che il governo vuole affrontare con un attento e concreto programma economico e agricolo e con numerosi sussidi ai contadini locali che intendono riprendere l’agricoltura con innovativi impianti goccia a goccia, applicando le innovazioni dell’agricoltura 4.0 e utilizzando i droni.
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