Turismo, Roberto Necci: «Inizio di stagione incoraggiante»

Roma – Fiume Tevere
Il turismo è un asset strategico perché coinvolge diverse imprese che ruotano attorno all’ospitalità e all’accoglienza. È sufficiente pensare alla ristorazione fino ad arrivare agli hotel, senza dimenticare i famosi bed & breakfast che diventano sempre più ricercati dai turisti, specialmente quando vengono ospitati nei centri storici dei borghi medievali. Non sono da tralasciare i negozi ad alta vocazione turistica come souvenir, bar, fast food.
A Roma e nel Lazio il turismo è ben sviluppato e può contare su un patrimonio artistico e culturale che diventa un ambasciatore inconsapevole delle località, promuovendo territori e destinazioni mediante la storia, l’arte, la cultura. È un fattore di promozione turistica che coinvolge anche l’Italia poiché è l’unica nazione al mondo ad avere considerevoli testimonianze storiche e artistiche. Roberto Necci, presidente Centro Studi della Federalberghi Roma e imprenditore alberghiero, delinea quelle nuove modalità del turismo, senza dimenticare l’evoluzione del settore economico registrata proprio in questi ultimi anni.
Il turismo che stagione sta vivendo?
«Sta sicuramente vivendo una stagione positiva ed i flussi di questi mesi sono stati ossigeno per le nostre aziende che, non va dimenticato, hanno anche dovuto ammortizzare il maggior costo di bollette energetiche. Mi sembra chiaro, comunque, che il turista oggi è più attento alla qualità ed è disposto a pagare anche qualcosa in più pur di riceverla. Ora aspettiamo i mesi estivi e soprattutto l’autunno per poter tirare le somme. L’inizio è decisamente incoraggiante».
Quali strategie suggerisce per incrementare il flusso di turisti?
«Il turismo è legato alla infrastruttura e quindi alla politica del governo in tale senso. Attualmente però non parlerei di incrementi numerari ma di qualità e di capacità di spesa, le nostre città hanno bisogno di turismo alto spendente e dobbiamo quindi organizzare l’offerta sia ricettiva sia cittadina in questo senso».
Dopo la pandemia del Covid 19 quali cambiamenti ha registrato il turismo?
«Si è dimostrato che la voglia di viaggiare non si attenua, è stata rallentata ma non è scomparsa. Da lato cliente percepisco una maggiore attenzione ai servizi ed alla qualità, e un ritorno della ristorazione interna che era decisamente fuori moda qualche anno fa».
L’ospitalità e la ristorazione che ruolo assumono?
«Fondamentale, la ristorazione in particolare, permette di diversificare il mercato ed attrarre anche clientela locale».
L’enoturismo quanto incide a Roma e nel Lazio?
«Incide ma può essere decisamente implementato, alcune zone del Lazio, migliorando infrastruttura e comunicazione potrebbero decisamente allargare i bacini ed attrarre turismo di qualità».
Come si svilupperà il turismo nei prossimi anni?
«Con maggiore qualità e minore massificazione, di questo sono assolutamente certo».
Che cambiamenti potrà subire il ‘turismo spirituale’?
«È una domanda difficile, esco dall’imbarazzo con una altra domanda: come vanno le vocazioni? Non benissimo mi sembra, ma in controtendenza l’umanità ha sempre maggior bisogno di spiritualità che a volte può significare anche un maggior dialogo con sé stessi, recuperare borghi, monasteri, case religiose può attrarre un segmento davvero interessante dove la religione può essere uno dei fattori ma non il solo».
L’ambiente in che modo influisce?
«L’ambiente esterno fa la destinazione e su questo dobbiamo esserne consapevoli. Le risorse sono limitate e noi dobbiamo conservarle».
Mare, montagna, città. Nel Lazio abbiamo un’offerta completa per i turisti. Qual è la località preferita e perché?
«Purtroppo il Lazio è, a parer mio, troppo romanocentrico, ed è un peccato perché agendo sulle infrastrutture, trasporti in primis, si riuscirebbe a far conoscere queste meraviglie al mondo».
L’enogastronomia che ruolo assume?
«Fondamentale. In Italia le cucine regionali non hanno eguali nel mondo, nel Lazio, in Toscana, in Sicilia, in Piemonte ed in tutte le altre regioni abbiamo la fortuna di disporre di tradizioni culinarie che provengono dal territorio senza paragoni con il resto del mondo. Sta a noi valorizzarle».
Gli itinerari a Roma e nel Lazio come possono coinvolgere i turisti? C’è qualche proposta da migliorare?
«Le proposte ci sono, ribadisco la necessità di rendere fruibili con trasporti e infrastrutture».

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