• 30 Settembre 2023

Tecnologia, quelle sfide economiche delle PMI

 Tecnologia, quelle sfide economiche delle PMI

Roberta Ligossi

La tecnologia diventa fondamentale nelle piccole e medie imprese rivoluzionando l’organizzazione aziendale.

Il cambiamento del paradigma economico del XXI secolo e la pandemia del Covid-19 accelerano il rinnovamento. La struttura portante dell’economia deve rivedere le modalità del lavoro e i processi produttivi, senza tralasciare la tecnologia che influenza direttamente le decisioni imprenditoriali. A Roberta Ligossi, Ceo & Founder di TA-DAAN, innovativa startup al femminile, nata nel 2020 per supportare la nuova generazione di artigiani, chiediamo come può gestire un imprenditore sia la tecnologia sia il digitale nel XXI secolo.

Quanto influisce la tecnologia sulle imprese?

«La tecnologia svolge un ruolo di fondamentale importanza per le imprese moderne. Per il nostro settore, in particolare, ha soprattutto aperto nuove opportunità. Prima di tutto, la tecnologia ha reso possibile la creazione e la gestione di un e-commerce, permettendo a piccoli produttori di raggiungere un pubblico potenzialmente globale attraverso la nostra piattaforma. Inoltre, la tecnologia ci consente di ottimizzare le operazioni aziendali. Utilizziamo software e strumenti di gestione dell’inventario per monitorare le scorte, gestire gli ordini e garantire che i prodotti vengano spediti in modo tempestivo. L’automazione dei processi ci consente di ridurre gli errori umani e migliorare l’efficienza complessiva dell’azienda. La tecnologia ha anche un impatto significativo sul marketing e sulla promozione dei nostri prodotti. TA-DAAN nasce con un account Instagram che ci ha permesso negli anni di costruire una community di oltre 200.000 followers e un network di oltre 5.000 artigiani provenienti da tutto il mondo».

Dove può formarsi un imprenditore sugli argomenti legati al digitale?

«Un’imprenditrice può formarsi sugli argomenti legati al digitale attraverso fonti diverse ma tutte ugualmente accessibili. In ordine, si possono seguire corsi online, partecipare a webinar e conferenze, approfondire argomenti attraverso libri di settore. Tutte queste sono occasioni di apprendimento ma anche soprattutto networking e accesso a esperti di settore, che possono essere reclutati all’interno della propria azienda o anche diventare dei veri e propri mentor cui chieder consigli su come affrontare le prossime sfide digitali. Tuttavia, da convinta sostenitrice dell’approccio “learn by doing”, credo che nulla possa sostituire l’esperienza pratica. Attraverso l’apprendimento basato sull’azione e l’analisi dei risultati, si può infatti ottenere una comprensione ancor più approfondita dei meccanismi digitali e sviluppare una propria visione strategica».

Questo cambiamento come caratterizza le scelte imprenditoriali?

«Il cambiamento digitale ha un impatto significativo sulle scelte imprenditoriali in diversi modi. In primis, cambiamento significa nuove opportunità di mercato. Il nostro e-commerce, ad esempio, rende possibile ai nostri artigiani raggiungere un pubblico globale e allo stesso tempo permette alle nuove generazioni di scoprire e supportare piccoli produttori che sarebbe per loro impossibile raggiungere offline. Inoltre, questo cambiamento, porta con sé cambiamenti nei modelli di business. Sempre di più oggi si parla, ad esempio, di social commerce social: concetto che si riferisce all’integrazione del commercio elettronico con le piattaforme di social media. Questo approccio unisce l’esperienza di shopping online con l’interazione social, consentendo agli utenti di scoprire, condividere e acquistare prodotti direttamente dalle piattaforme di social media. Infine, il cambiamento digitale ha portato ad un aumento della competizione. Personalmente credo che una sana competizione non possa che portare risultati positivi, stimolando gli imprenditori ad adattarsi alle sfide e alle opportunità offerte dalle tecnologie digitali per rimanere competitivi nel mercato odierno».

Il nuovo paradigma economico come si inserisce nel XXI secolo?

«Questo nuovo paradigma economico si inserisce nel XXI secolo in risposta alle sfide e alle opportunità che caratterizzano l’era digitale e globale ed è influenzato, a mio avviso, da tre fattori principali. Digitalizzazione dell’economia: il XXI secolo è caratterizzato dalla diffusione e dall’accelerazione delle tecnologie digitali. L’economia si è sempre più digitalizzata, con l’adozione di piattaforme online, l’e-commerce, il cloud computing, l’intelligenza artificiale e altre tecnologie emergenti. Questo ha aperto nuove opportunità di business, trasformando le dinamiche del mercato e influenzando il modo in cui le imprese operano e competono. Globalizzazione e interconnessione: il mondo è diventato sempre più interconnesso grazie a internet e alle tecnologie di comunicazione. Le imprese possono raggiungere un pubblico globale e collaborare con partner e fornitori in tutto il mondo. Questa interconnessione ha portato a una maggiore competizione, ma anche a nuove possibilità di collaborazione e sinergia. Sostenibilità e responsabilità sociale: le imprese sono sempre più chiamate a considerare l’impatto delle loro attività sull’ambiente e sulla società, adottando pratiche sostenibili e promuovendo la responsabilità sociale d’impresa. La consapevolezza dei consumatori riguardo a queste questioni è cresciuta, e le imprese che si adattano a questo nuovo contesto possono beneficiare di una migliore reputazione e di un vantaggio competitivo. In sintesi, il nuovo paradigma economico si inserisce nel XXI secolo attraverso la digitalizzazione, la globalizzazione e la sostenibilità e la responsabilità sociale. Le imprese che riescono a comprendere e adattarsi a queste dinamiche possono cogliere le opportunità offerte dal contesto attuale e affrontare le sfide del mercato globale e digitale. Aggiungo in ultimo, ma non per importanza, che in un mondo sempre più digitalizzato, veloce e globale tornare a promuovere l’artigianato significa soprattutto promuovere tre valori fondamentali di cui, mai come oggi, abbiamo bisogno: unicità, sostenibilità e consapevolezza. Credo, quindi, che abbracciare questo nuovo paradigma economico abbia senso nella misura in cui a guidare siano i valori».

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Francesco Fravolini

Giornalista professionista, SEO Copywriter, videomaker e fotoreporter

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