• 25 Aprile 2025

Interim Management: una soluzione innovativa per costruire il futuro delle aziende

 Interim Management: una soluzione innovativa per costruire il futuro delle aziende

Domenico Costa, presidente di TIM Management

Cos’è l’interim management e come può diventare un asset per le imprese. Ne parliamo con Domenico Costa, presidente di TIM Management

L’Interim Management è uno strumento sempre più popolare tra le aziende italiane, in particolare tra le Pmi che costituiscono lo scheletro portante della nostra economia. Si tratta di manager esperti, con incarichi temporanei, fondamentali per supportare le aziende nel cambiamento e per superare situazioni di crisi.

Ne parliamo con Domenico Costa, presidente di TIM Management, la prima società italiana di Interim Management che da oltre 35 anni offre alle aziende il supporto di manager ad interim esperti che, grazie alla loro esperienza in ruoli apicali di aziende leader e a competenze verticali sui settori di riferimento, possono facilitare l’implementazione di strategie vincenti e garantire il successo dei processi di cambiamento e trasformazione aziendale.

Cos’è l’lnterim Management e perché è uno strumento sempre più utilizzato dalle aziende italiane?

«L’attuale scenario economico si presenta sempre più incerto e sfidante per le imprese e fortemente condizionato da fattori esogeni, non controllabili e spesso anche difficilmente prevedibili nel loro sviluppo.

Le imprese sono così obbligate a essere sempre più reattive ai cambiamenti e pronte a riorientare obiettivi e strategie in tempi rapidi e con il minor impatto economico possibile.

Molte organizzazioni, tradizionalmente solide e ben strutturate, si trovano nella difficoltà di formulare strategie e piani efficaci, in presenza di un management che non possiede l’esperienza necessaria per gestire con successo le sfide sempre più complesse, ormai quotidiane, poste da trasformazione e innovazione, oltre alla dinamica sempre più complessa dei mercati.

Ricorrere all’Interim Management si può rivelare la risposta migliore all’esigenza di cambiamento e al gap di competenze interne, sempre più frequente in questo periodo».

Quali sono i vantaggi concreti per le aziende nel reclutare un manager ad interim?

«Gli Interim Manager sono in grado di offrire soluzioni flessibili in ambito manageriale, si propongono come professionisti di alta levatura impiegati per un periodo di tempo limitato.

Reclutare manager temporanei offre alle società molti benefici tangibili, quali la loro disponibilità tempestiva, le loro alte qualifiche e il poter contare su un’esperienza consolidata. Sono profili in grado di offrire un supporto di formazione e sviluppo alle risorse manageriali già presenti in azienda, in una fase critica come quella del cambiamento.

Per sintetizzare: il manager ad interim in pochi giorni è già in grado di operare con successo all’interno dell’organizzazione, porta il suo bagaglio consolidato di competenze, maturato in aziende dello stesso settore, ha relazioni con un network professionale che può supportare il percorso di cambiamento e contribuisce alla crescita e alla formazione del management interno che, una volta che l’incarico ad interim – che può tipicamente durare da sei a diciotto mesi – si conclude, è pronto a guidare l’azienda nel raggiungimento dei sui obiettivi strategici e di business».

ITALIA ECONOMY - Interim Management: il futuro delle aziende

Ci parli di una situazione nella quale l’inserimento di un Interim Manager può essere una scelta vincente per le aziende italiane.

«Sicuramente per la gestione del passaggio generazionale. In Italia, il 65 per cento delle imprese è di tipo familiare e, secondo il Global Family Business, si colloca al settimo posto tra i Paesi che ospitano le prime 500 società familiari al mondo.

Negli ultimi anni il tema del “ricambio generazionale” è diventato di grande importanza e attualità poiché coinvolge un numero sempre crescente di Pmi. La crisi economica ha sottolineato alcuni problemi strutturali tipici delle imprese familiari, come la scarsa flessibilità o la limitata capacità gestionale.

Il risultato è che meno del 30 per cento delle aziende familiari supera il terzo passaggio generazionale. Questo passaggio si rivela spesso difficile a causa della struttura dell’impresa, dei soggetti coinvolti, delle dinamiche legate alla cultura aziendale, della relazione padre-figlio e delle conflittualità che potrebbero sorgere tra i due.

È necessario saper gestire la successione imprenditoriale come una fase di sviluppo dell’impresa: migliorando la redditività, ampliando il bagaglio di conoscenze aziendali e facendone un momento di revisione delle strategie a breve e lungo termine.

Superare il gap di competenze che caratterizza le aziende familiari è possibile attraverso l’iniezione di una nuova managerialità capace di facilitare e accelerare i processi di cambiamento, introducendo stabilmente in azienda nuove capacità.

I manager esterni non solo possono sciogliere i nodi tra padre e figlio con maggiore obiettività e distacco, ma possono anche affiancarsi alle nuove leve per un tempo limitato, formandole al meglio e dotandole delle competenze necessarie per proseguire il lavoro svolto dalla famiglia».

Accrescere le competenze interne e gestione efficace del cambiamento, sono questi i “valori aggiunti” dell’Interim Manager?

«Certamente, ma per svolgere un buon lavoro, i manager esterni non possono fare tutto da soli: hanno bisogno del contributo della famiglia proprietaria e dei manager. È importante che il manager ad interim, oltre alle competenze tradizionali, abbia la capacità di gestire le relazioni con e dentro la famiglia, oltre che con il management interno.

Possiamo dire che, nel momento della pianificazione della transizione generazionale, ma anche di qualunque altro processo di cambiamento aziendale, si deve costituire una squadra, dove ognuno apporta le proprie conoscenze e le proprie esperienze per cercare di dare continuità all’impresa, consentendo una gestione efficace del cambiamento.

Le competenze e le conoscenze specifiche dell’Interim Manager sono varie: dal lato giuridico, fiscale, organizzativo, finanziario, fino a quello psicologico-relazionale. Quanto detto non fa che confermare la rilevanza dell’Interim Management quale strumento di crescita e stabilizzazione per le aziende familiari e, in generale, per le Pmi.

 Il supporto dell’Interim Management è importante non solo per le imprese medio-grandi, ma soprattutto per le piccole e medie realtà industriali e di servizi, con fatturati a partire dai 6-7 milioni e un’organizzazione manageriale limitata».

 Abbiamo parlato molto di cambiamento, ma nella sua esperienza quali sono le problematiche più comuni da affrontare nel “Change Management”?

«Le aziende che non sono in grado o decidono di non rispondere ai cambiamenti rischiano di perdere rapidamente competitività all’interno del mercato di riferimento. Il Change Management non è altro che l’approccio in grado di garantire un’efficace transizione dall’assetto attuale a quello futuro, in linea con i tempi turbolenti che stiamo attraversando.

Introdurre in modo efficace in azienda il Change Management è un mix di diversi elementi. In particolare: è necessario cambiare l’approccio e la cultura delle persone; è necessario ridisegnare i processi, sfruttando le nuove tecnologie a supporto dell’analisi e della produttività; ripensare i luoghi di lavoro, quindi gli uffici e le unità produttive nell’ottica di un’operatività flessibile.

Affinché il processo risulti efficace nel raggiungere gli obiettivi è necessario che l’azienda sappia gestire e ridurre al minimo la naturale resistenza al cambiamento, che caratterizza il comportamento umano e che può frenare i processi di crescita, innovazione e trasformazione.

Chi gestisce il processo di Change Management deve essere in grado di coinvolgere il management e gli stakeholders, attraverso un’efficace comunicazione e pianificazione di obiettivi chiari e ben definiti. Il fattore chiave del successo è dunque l’equilibrio tra la strategia e la realtà operativa aziendale.

Un Change Management efficace ha bisogno dell’allineamento di tutti alla nuova strategia e agli obiettivi, dai lavoratori al top management.

Ancora una volta la domanda chiave per chi gestisce l’azienda è se oggi sono già presenti all’interno dell’organizzazione le risorse e le competenze necessarie a gestire il cambiamento; se così non fosse, una soluzione rapida ed efficace potrebbe essere rappresentata dall’inserimento temporaneo di risorse esperte, in grado di gestire il cambiamento e, allo stesso tempo, far evolvere la cultura dell’intera organizzazione».

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Giuliano Bianucci

Direttore responsabile - giuliano.bianucci@italiaeconomy.it

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