• 9 Febbraio 2025

Il colloquio di lavoro, i 3 consigli di Nextopp

 Il colloquio di lavoro, i 3 consigli di Nextopp

Il colloquio di lavoro è un’esperienza complessa da gestire, sia per il candidato sia per il recruiter. Infatti, si tratta di un’occasione per approfondire la conoscenza reciproca tra il candidato e l’intervistatore: quindi, mentre il candidato è teso perché vuole dare una buona impressione di sé, anche il recruiter deve cercare di trasmettere correttamente i valori aziendali e stimolare l’intervistato ad accettare un’eventuale proposta di lavoro

Ne sanno qualcosa Gioia e Guenda Novena, imprenditrici milanesi e fondatrici della società di recruiting Nextopp, che si occupa dell’assunzione di figure digital e tech per il mercato italiano. Ogni giorno, infatti, il team di Nextopp svolge numerosi colloqui di lavoro con l’intenzione di trovare i migliori talenti per le aziende clienti.

Sicuramente non c’è una regola magica per far sì che un colloquio vada bene. Sono molti i fattori in gioco, sia economici e professionali, sia personali. Ci sono, però, alcuni trucchi per aumentare la probabilità di affrontare con successo il colloquio? Abbiamo chiesto a Gioia e Guenda, che hanno condiviso con noi tre consigli per prepararsi al meglio al colloquio. Di seguito li riportiamo brevemente:

1 – Non rispondere in modo centrato alle domande poste dall’intervistatore: rispondere alla domanda in modo non abbastanza mirato non soddisferà la curiosità dell’intervistatore, che probabilmente voleva sapere qualcos’altro. Se poi il recruiter non ha molto tempo a disposizione, potrebbe non avere tempo di ripetere la domanda, e voi perdereste l’opportunità di raccontare qualcosa di voi utile al fine del colloquio. Inoltre, non centrare la risposta a una domanda può essere percepito come un indice di distrazione da parte di chi ci intervista. È meglio cercare di fornire al recruiter l’informazione che ricerca subito e poi, nel tempo che rimane, aggiungere altri elementi che magari possono distinguervi dagli altri candidati.

2 – Criticare: bisogna evitare di parlare male del nostro precedente manager o datore di lavoro. Questo potrebbe far pensare al recruiter che, un giorno, criticheremo anche la sua azienda. Piuttosto, è meglio insistere su quello che si cerca nella nuova azienda, lasciando intendere all’interlocutore che evidentemente, se cerchiamo qualcosa, è perché non l’avevamo prima. Per esempio, invece di dire che il vostro ultimo manager era autoritario e non vi lasciava abbastanza indipendenza, potreste focalizzarvi sul fatto che vi piacerebbe trovare un posto di lavoro in cui vi venga data una maggiore discrezionalità.

3 – Mentire: Secondo il report “The future of work” condotto da Monster nel 2021, il 66% delle aziende intervistate afferma che i candidati esagerino il livello delle competenze che scrivono sul proprio curriculum vitae. Spesso, i recruiter capiscono quando il candidato mente, anche perché ha a disposizione strumenti di verifica oppure fa dei controlli incrociati sulle informazioni riportate sul CV. Inoltre, nel caso di un’assunzione e quindi dell’inizio di una collaborazione professionale, le bugie legate alle competenze e conoscenze si renderanno presto evidenti, quando vi sarà richiesto di applicarle nel concreto. Quindi, è meglio cercare di valorizzare le informazioni reali su di noi, redigendo un CV completo e ordinato e, magari, accompagnandolo con una lettera motivazionale (ovviamente personalizzata, i “copia e incolla” non funzionano).

Questo tema è stato affrontato dalle due founder di Nextopp anche nella miniserie sul mondo del lavoro prodotta in collaborazione con Forbes Italia, Job Tips.

È possibile rivedere le varie puntate a questo link: https://bfcvideo.com/category/forbes/job-tips/

Fonte: Nextopp

 

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Redazione

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