• 21 Gennaio 2025

Disegnare il futuro 2024, tappa Veneto

 Disegnare il futuro 2024, tappa Veneto

Si è svolto il 16 ottobre ad Asolo, presso gli Headquarters di Replay, la nuova tappa di Disegnare il Futuro, forum sull’innovazione organizzato da Italia Economy, con il patrocinio di Camera di Commercio Treviso – Belluno | Dolomiti e Gruppo Giovani Confindustria Veneto Est. A parlare delle sfide e delle opportunità che ci attendono alcuni esponenti dell’imprenditoria veneta e delle istituzioni

Diverse esperienze, una stessa visione: portare l’uomo al centro. Così si potrebbe riassumere la nuova tappa di Disegnare il futuro, forum dell’innovazione ad opera di Italia Economy, che il 16 ottobre ha portato nella sede storica di Replay esponenti dell’imprenditoria e delle istituzioni venete a confrontarsi sui temi di maggior rilievo per l’economia italiana che mira a evolvere e rinnovarsi.

Formazione, condivisione dei valori, fiducia e propensione al cambiamento sono infatti gli aspetti emersi con maggiore enfasi in ogni intervento, le leve su cui ciascuna realtà sta puntando per evolvere, innovarsi e aumentare la propria competitività.

Tra i temi di grande rilevanza per l’attuale contesto socioeconomico uno sguardo particolare è stato rivolto ai giovani. Il dibattito si è concentrato su come le nuove generazioni, costrette a confrontarsi con un mondo in rapido cambiamento, caratterizzato da crisi geopolitiche, transizioni economiche e climatiche, nonché dall’impatto dei social media e delle fake news che frammentano la loro percezione della realtà, si sentono abbandonati dalle istituzioni, senza punti di riferimento o interlocutori capaci di rispondere alle loro ansie e incertezze.

Un contesto che contribuisce a creare una generazione che fatica a trovare prospettive future concrete: in condizioni di precariato lavorativo e privi di sicurezza sempre meno giovani scelgono di costruire una famiglia, molti rinunciano a trasferirsi in città diverse per studiare o lavorare, altri si trovano imbrigliati nella stasi di un futuro che non gli appartiene.

Eppure sono proprio i giovani la chiave per affrontare le sfide del futuro, perché in grado di comprendere e governare l’innovazione, il vero motore del cambiamento. Il messaggio è chiaro: è necessario dare spazio ai giovani, non solo con slogan, ma con impegni concreti e programmatici. La sostenibilità, infatti, non può essere solo ambientale o economica, ma deve essere prima di tutto sociale, con le persone al centro dei processi decisionali.

La governance partecipativa è un tema fondamentale: solo con il coinvolgimento attivo dei cittadini, in particolare dei giovani, sarà possibile affrontare le sfide di una fase storica che non ha precedenti. La digitalizzazione, l’intelligenza artificiale e l’innovazione tecnologica sono strumenti fondamentali per il progresso, ma devono essere guidati da persone capaci e consapevoli, altrimenti rischiano di trasformarsi in mere macchine prive di anima.

Un esempio concreto è stato offerto dal contesto del Veneto, una regione che ha saputo affrontare il cambiamento con una crescita del Pil superiore alla media nazionale grazie all’innovazione e al sostegno all’imprenditoria giovanile. Con il Piano Transizione 5.0, il Veneto ha dimostrato come sia possibile coniugare sviluppo economico e attenzione alle nuove generazioni, destinando risorse importanti alla formazione e alla digitalizzazione delle Pmi. Questi investimenti, si è detto, sono fondamentali per garantire una crescita inclusiva e sostenibile.

Del resto l’innovazione non può e non deve essere vista come una semplice creazione di novità o brevetti, ma come un processo che parta dalle radici culturali e sociali, applicato a nuovi modelli in cui ci si possa riconoscere. Un concetto evidenziato nel primo panel Veneto: il futuro è arrivato, ripartire dai giovani, moderato dal direttore responsabile di Italia Economy Giuliano Bianucci.

Serena Granziera, delegata Innovazione & Sostenibilità Gruppo Giovani Imprenditori Confindustria Veneto Est, ha sottolineato l’importanza di uscire dalla propria zona di comfort e di come non esista un’età ideale per l’innovazione: anche gli adulti possono avviare nuove start-up, spin-off o reinventare le proprie aziende.

Fabrizio Panozzo, direttore del centro Aiku dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha fatto notare che l’innovazione non è solo una parola, ma una pratica che si realizza con l’azione. È importante non limitarsi a “dire” ai giovani di fare innovazione, ma fornire loro gli strumenti necessari per farlo.

Strumenti che non sono solo tecnologici. Francesca Clementi, Associate Partner IBM Italia, ha evidenziato l’importanza della tecnologia, ma con una particolare attenzione alle competenze: “In un mondo in continua evoluzione – indica – è fondamentale investire nella formazione per garantire una crescita inclusiva e sostenibile”.

Un altro contributo significativo è arrivato da Erik Somaschini, imprenditore multisettoriale Somaschini & Partners, che ha sottolineato come il vero rischio per il futuro non sia tanto legato all’ambiente, quanto ai conflitti socio-politici e alla sostenibilità sociale, intesa come speranza e felicità delle persone. Come a dire: senza un equilibrio sociale, anche la sostenibilità ambientale perde di significato.

Parole che riecheggiano come un monito che tende a modificare i comportamenti per un mondo più virtuoso. In questo contesto, l’innovazione appare dunque come un cambio di prospettiva e una messa in pratica che passa attraverso la sostenibilità economica, sociale ed ambientale. In una espressione: sostenibilità aziendale. Vediamolo insieme ai relatori del secondo panel Futuro sostenibile: sfide e opportunità nel mercato globale, moderato da Giuliano Bianucci.

Marco Sinigaglia, vicepresidente esecutivo Replay, ad esempio, ha sottolineato come le aziende abbiano l’obbligo di creare un mondo migliore. Per farlo occorre mettersi in ascolto. “Attraverso gli stakeholders – sottolinea – siamo riusciti a innovare il settore del denim. (…) Combinando tecnologie avanzate e sostenibilità abbiamo ridotto l’uso di risorse scarse come acqua ed elettricità, trovato alternative all’uso di sostanze chimiche e applicato il concetto di durabilità dei prodotti”.

Dello stesso avviso Valeria Ortolani, amministratore delegato e direttore marketing Esseoquattro, che ha evidenziato come l’innovazione sia una pratica legata all’ascolto delle persone: innovare significa, per Ortolani, ascoltare le esigenze del mercato e rispondere ad esse con soluzioni pratiche promuovendo un dialogo continuo con tutti gli attori coinvolti.

Il confronto deve essere reale, concreto. Le soluzioni specifiche. Come ha evidenziato  Luca Monis, Director Azimut Direct, l’uso della tecnologia e dell’intelligenza artificiale è utile per velocizzare i processi, ma non può sostituirsi ora al fattore umano: Azimut ascolta le aziende e il mercato per creare un collegamento virtuoso tra finanza e aziende che possa renderle più competitive e sostenibili.

Tommaso Putin, presidente del CdA Euroristorazione e vicepresidente del Gruppo Serenissima, ha focalizzato l’attenzione sulla gestione delle risorse e sul fattore umano. “Il periodo del Covid – ha indicato – ha portato a fare ragionamenti altri rispetto al passato. Tra questi la volontà di ridurre gli sprechi, un obiettivo raggiunto grazie all’uso di nuove tecnologie e a un modello innovativo di produzione e conversione dei rifiuti”. Dal punto di vista delle risorse umane l’azienda ha puntato su formazione e benessere, creando un ambiente lavorativo inclusivo e sostenibile capace di bilanciare il tempo dedicato al lavoro e quello alla famiglia.

Ascolto e benessere sono temi emersi anche nel panel Innovazione come motore di ricerca moderato da Ilaria Salzarulo, Innovation Manager e Strategy Advisor, che ha messo in luce il valore strumentale del pensiero innovativo arricchendo il dibattito con esperienze concrete di innovazione, sostenibilità e capitale umano.

Marcella Manzoni, Chief Digital Customer MKT & CIO Safilo Group, ha descritto come la sua azienda, radicata nel territorio, abbia saputo mettersi in discussione per crescere e distinguersi dai competitor, puntando sulla tecnologia come grande investimento per avvicinarsi ai clienti e rinnovare il proprio modello di business. Guardando al futuro, Manzoni lancia un monito: “Serve un cambiamento di mentalità che coinvolga tutto il team e che elimini la paura dell’errore, promuovendo una cultura aziendale orientata al miglioramento continuo”.

Un miglioramento che parte dalle basi e guarda lontano: Tamara Viel, Head of Group Sustainability De’ Longhi, indica la scelta aziendale di puntare sull’eco-design per lo sviluppo di prodotti a basso impatto ambientale ed evidenzia come le persone e la tecnologia debbano svilupparsi in sincrono, promuovendo un ecosistema che favorisca la competitività e la sostenibilità.

Una visione aperta e innovativa orientata al benessere è quella adottata da Italchimica, come ha testimoniato Monica Rigoni, direttore marketing e comunicazione. Secondo Rigoni fare innovazione significa non solo creare nuovi prodotti o battersi per la sostenibilità ambientale – fattore che l’azienda sta perpetuando applicando soluzioni efficaci per il risparmio di plastica e di emissioni di CO2 –, ma anche creare un ambiente migliore, sia per i consumatori sia per i dipendenti. Per superare il gap di sostenibilità è quanto mai importante fare gioco di squadra e contare sulla collaborazione delle istituzioni.

Un coinvolgimento che va oltre all’azienda è quello auspicato da Massimo Berti, direttore generale di Cab Log, il cui appello va alla filiera: se l’innovazione è stata la chiave per migliorare la qualità del servizio, ridurre i costi e l’impatto ambientale di Cab Log, affinché il settore della logistica possa diventare una realtà più sostenibile e tecnologicamente avanzata deve esserci il coinvolgimento di tutti i player. Solo così sarà possibile avviare un percorso virtuoso economicamente sostenibile.

Nel panel moderato da Milena Guerrini dedicato a individuare i Nuovi orizzonti per l’imprenditoria italiana, Filippo Bittante, Ceo Sinergo, ha citato il capitale umano come il vero motore dell’innovazione: “È fondamentale allineare i valori aziendali con quelli dei lavoratori, creando un senso di appartenenza che permette di costruire un futuro solido per l’azienda”.

Rispetto delle persone e rispetto dell’ambiente vanno di pari passo nell’esperienza di Dotto Trains, rappresentato dalla sua Marketing & Sales Manager Roberta Santi che ha sottolineato l’importanza della sostenibilità ambientale e sociale come valori di crescita e sviluppo.

Il capitale umano è e resta la grande risorsa delle aziende. La tecnologia è un supporto efficace ed efficiente. Parola di Emanuele Fioretti, Channel Sales Manager Factorial Italia, azienda che utilizza l’AI per ottimizzare il processo di recruiting: “L’AI non sostituisce l’uomo, ma è complementare, aiutando a ottimizzare il lavoro e a velocizzare le decisioni”.

Analogamente Anna de Simone, Ceo e Co-founder HG I-Tech, pur illustrando come la sua azienda basi la propria economia sull’innovazione digitale del metaverso sottolinea l’importanza della formazione per poter sfruttare al meglio queste nuove tecnologie. Ed ecco la sfida: colmare il divario tra la domanda e l’offerta di competenze con approccio etico e responsabile.

ITALIA ECONOMY Disegnare il futuro 2024, tappa Veneto

Appuntamento alla prossima tappa di Disegnare il futuro, che si terrà il prossimo 26 novembre in Piemonte presso Talent Garden Fondazione Agnelli. Non mancare!

Articolo a cura di Fabiana Gilardi
Foto ©JBS Agency

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