Accesso al credito con la finanza alternativa
Azimut Direct ci racconta del ruolo della finanza alternativa nel superare le sfide dell’accesso al credito tradizionale
L’accesso alle risorse finanziarie è un fattore cruciale per la crescita e lo sviluppo delle imprese, in particolare per le PMI. Tuttavia, il panorama economico attuale, segnato da instabilità geopolitica, livelli di tasso d’interesse elevati e le conseguenze ancora palpabili della pandemia, ha reso sempre più difficile per le piccole e media realtà aziendali accedere al credito tramite le tradizionali istituzioni bancarie.
Le PMI, infatti, si trovano ad affrontare una serie di sfide nell’accesso al credito tradizionale. La crescente regolamentazione bancaria ha reso più rigorose le normative per l’ottenimento di finanziamenti, spesso penalizzando le imprese con merito creditizio medio-basso.
È in questo contesto che nuovi strumenti finanziari, detti alternativi o complementari ai tradizionali canali bancari, emergono come una soluzione innovativa per sostenere le imprese nel raggiungimento dei propri obiettivi finanziari e di crescita. La finanza alternativa offre una serie di vantaggi significativi per le imprese, consentendo loro di diversificare le fonti di finanziamento e di accedere a capitali privati in modo più flessibile e innovativo.
Azimut Direct, la fintech che aiuta le imprese italiane
Azimut Direct, nata nel 2021 e parte del Gruppo Azimut, è la società fintech dedicata all’economia reale. La sua finalità è quella di creare un ponte tra PMI e investitori, per portare capitali alle imprese italiane grazie a un approccio di filiera corta, attraverso la tecnologia e soluzioni ritagliate sulle esigenze delle singole imprese.
Nel supportare le imprese, Azimut Direct offre tecnologie all’avanguardia e consulenza professionale con tempi di risposta rapidi. «La nostra cifra distintiva è essere specializzati – ha evidenziato Andrea Crovetto, amministratore delegato della società – noi ci occupiamo solo di finanza strategica per le imprese, ciò significa credito industriale a lungo termine ed equity: questi sono strumenti che accompagnano l’imprenditore per il lungo periodo, con una specializzazione che ci permette di essere concentrati e verticali, dunque veloci».
Rapidità e attenzione all’imprenditore che hanno permesso all’azienda di raggiungere risultati incoraggianti, a partire dall’avere incontrato più di mille aziende nel corso del 2023 e aver concluso operazioni, dalla partenza nel luglio 2021, per oltre 1 miliardo e 200 milioni di euro di controvalore. Risultati che le hanno valso anche l’Outstanding Achievement Award ai recenti Fintech Awards 2024, organizzati da Italia Fintech e Financecommunity.
Quali sono i principali strumenti che compongono l’offerta della finanza alternativa
Tra gli strumenti più utilizzati, oggi, c’è il direct lending, un’erogazione diretta di finanziamenti da parte di soggetti non bancari, finalizzata ad agevolare PMI e grandi imprese sia sul piano della vendita di crediti commerciali per il sostegno del circolante sia nel ricevere prestiti a lungo termine per progetti di crescita, acquisizioni o rifinanziamento del debito.
Secondo l’ultimo report dell’Osservatorio sulla Finanza Alternativa, rilasciato a novembre 2023 dal Politecnico di Milano, mentre in Europa i numeri hanno mostrato un calo dei prestiti, in Italia nuovi fondi continuano ad arrivare sul mercato e hanno cominciato a investire, spinti anche dalla nascita di ELTIF e di “PIR alternativi”. In generale, quindi, si rileva una buona fiducia del mercato nazionale in questo strumento.
Il direct lending, in chiave fintech, è una soluzione efficiente, solida e sicura. Velocità e digitale, garantisce Azimut Direct, non significano infatti minore accuratezza, al contrario: gli operatori fintech sono operatori vigilati e sono inoltre sempre più numerose le fintech che hanno siglato accordi di collaborazione con operatori del mondo della finanza tradizionale, fornendo loro metodo e tecnologia per gestire rapidamente una mole crescente di pratiche.
Per le PMI che vogliono crescere e aprirsi al mercato dei capitali, riducendo la dipendenza dal credito bancario, un’ottima soluzione è offerta anche dai minibond. Si tratta di obbligazioni di medio-lungo periodo con un tasso d’interesse riconosciuto sotto forma di cedola periodica, e una data di scadenza in cui viene rimborsato il capitale.
Infine, c’è l’equity, ossia l’ingresso di un partner industriale o finanziario per accelerare la crescita e competere sui mercati internazionali. «Le imprese devono avere un piano sul futuro che sia chiaro – ha aggiunto Crovetto – perché il denaro costa e serve un programma da condividere con gli investitori che lo finanziano; dunque, fondi di private equity e fondi di private debt, che ormai da diversi anni affiancano le banche nel sostenere l’impresa italiana».
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