Via al decreto sulle comunità energetiche

Al via il decreto sulle comunità energetiche, un passo in avanti per la produzione e la condivisione di energia rinnovabile in Italia
Entro il 2030 oltre il 70 per cento dell’energia elettrica deve essere prodotto da fonti rinnovabili. A decretarlo è il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza. A questo obiettivo contribuiranno fortemente le comunità energetiche che mirano alla produzione e consumo dell’energia a partire dal basso.
Per questo è stata accolta con soddisfazione l’attesa entrata in vigore, oggi 24 gennaio, del decreto ministeriale che stimola la nascita e lo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili e dell’autoconsumo diffuso in Italia.
Il decreto è stato pubblicato dal Ministero dell’Ambiente (Mase), dopo l’approvazione della Commissione europea e la registrazione da parte della Corte dei Conti. Entro 30 giorni da oggi sono attese le regole operative per l’accesso agli incentivi, previa verifica da parte di Arera su proposta del Gestore dei Servizi Energetici.
Seguirà l’apertura della piattaforma del Gse per l’invio delle richieste.
Il decreto prevede due forme di agevolazioni, tra loro cumulabili: un incentivo in tariffa e un contributo a fondo perduto. L’incentivo in tariffa è rivolto a tutto il territorio nazionale e comporta un risparmio sui costi dell’energia prodotta da chi costituisce la Cer e una tariffa incentivante sull’energia condivisa.
Il contributo a fondo perduto, fino al 40 per cento dell’investimento dei costi ammissibili e finanziato dal Pnrr, è rivolto alle comunità i cui impianti – di potenza fino a 1 MW – sono realizzati nei comuni sotto i cinquemila abitanti. Esso supporterà lo sviluppo di due gigawatt complessivi.
I costi di investimento massimi sono in funzione della taglia di potenza:
- 1.500 €/kW, per impianti fino a 20 kW;
- 1.200 €/kW, per impianti di potenza superiore a 20 kW e fino a 200 kW;
- 1.100 €/kW per potenza superiore a 200 kW e fino a 600 kW;
- 1.050 €/kW, per impianti di potenza superiore a 600 kW e fino a 1.000 kW
L’imposta sul valore aggiunto (iva) non è ammissibile alle agevolazioni, salvo il caso in cui non sia recuperabile ai sensi della legislazione sull’iva.
Il soggetto beneficiario potrà presentare la richiesta di accesso al contributo a seguito dell’apertura dello sportello da parte del Gse, utilizzando un apposito Portale informatico.
La tariffa incentivante sull’energia rinnovabile prodotta e condivisa per tutto il territorio nazionale può essere riconosciuta ai sistemi di autoconsumo collettivo da fonti rinnovabili e ai sistemi di autoconsumo individuali di energia rinnovabile a distanza che utilizzano la rete elettrica di distribuzione.
Tale tariffa è riconosciuta dal Gse per un periodo di per 20 anni dalla data di entrata in esercizio di ciascun impianto. La tariffa è compresa tra 60 €/MWh e 120€/MWh, in funzione della taglia dell’impianto e del valore di mercato dell’energia. Per gli impianti fotovoltaici è prevista una ulteriore maggiorazione fino a 10 €/MWh in funzione della localizzazione geografica.
La tariffa incentivante si riduce nella parte fissa all’aumentare della potenza degli impianti, mentre la parte variabile oscilla tra 0 e 40€/MWh in funzione del prezzo dell’energia (al diminuire del prezzo di mercato dell’energia la parte variabile aumenta fino ad arrivare al massimo a 40€/MWh).
Inoltre, al fine di tener conto della minor producibilità degli impianti fotovoltaici installati nelle Regioni centro settentrionali rispetto a quelli posizionati nel Regioni del Sud Italia, sono previste le seguenti maggiorazioni tariffarie:
- +4 €/MWh, per le regioni del centro Italia (Lazio, Marche, Toscana, Umbria, Abruzzo);
- +10 €/MWh per le regioni del nord Italia (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta e Veneto).
In raccordo con il Mase, il Gse lancerà una campagna informativa per rendere consapevoli i consumatori dei benefici legati al nuovo meccanismo: per il momento sono state pubblicate alcune “Faq” per iniziare ad orientare cittadini, piccole e medie imprese, enti, cooperative e tutti gli altri destinatari del provvedimento. Sarà presto online sul sito del Gse anche un simulatore per la valutazione energetica ed economica delle iniziative, mentre è già disponibile la mappa interattiva delle cabine primarie su territorio nazionale.
Nel contesto delle comunità energetiche, infatti, la cabina primaria, o cabina di alta tensione, svolge un ruolo fondamentale per l’integrazione e la gestione dell’energia prodotta dai singoli impianti.
La cabina primaria ha il compito di gestire e distribuire l’energia elettrica a media e alta tensione proveniente dagli impianti di produzione, tra cui anche quelli delle comunità energetiche.
La presenza di una cabina primaria nelle vicinanze della comunità energetica permette quindi di garantire una gestione efficiente dell’energia prodotta, favorendo la sua distribuzione sulla rete elettrica locale e, se previsto, la possibilità di cessione dell’energia stessa.
Inoltre, la presenza della cabina primaria può rappresentare un punto di raccolta e smistamento dell’energia prodotta dalle varie fonti presenti nella comunità energetica.
Per questo può favorire l’ottimizzazione dei flussi energetici e la riduzione delle perdite di energia.
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