Startupbootcamp e Styleit creano nuove opportunità per le startup nel settore Fashion Tech. Matteo Levi ci parla del programma di accelerazione e delle sue novità
Styleit è il nuovo programma della Rete Nazionale Acceleratori di Cassa Depositi e Prestiti, dedicato alle startup che sviluppano soluzioni o servizi rivolti al mercato del Fashion Tech. L’iniziativa nasce da CDP Venture Capital, la società che gestisce risorse pubbliche e private per stimolare l’innovazione e la crescita economica di startup e Pmi innovative.
La sede del programma si trova a Firenze, presso l’hub di innovazione Manifattura Tabacchi. Fondamentale il sostegno di Startupbootcamp, acceleratore B2B verticale in ambito Fashion Tech, e Gellify, piattaforma che connette startup ad alto contenuto tecnologico ad aziende tradizionali.
Con una dotazione complessiva di 5,64 milioni di euro, Styleit ha l’obiettivo di selezionare circa 10 startup ogni anno, che avranno accesso a un percorso di accelerazione di 3 mesi, per consolidare la loro idea e strutturare la loro proposta sul mercato. Riceveranno, inoltre, un investimento pre-seed di circa 113mila euro e avranno la possibilità di accedere a successivi finanziamenti post-accelerazione fino a 200mila euro.
Abbiamo intervistato Matteo Levi, responsabile di Startupbootcamp nelle regioni del Sud e dell’Est Europa e direttore di Styleit.
Quali sono i servizi di Startupbootcamp che lo contraddistinguono dagli altri programmi di accelerazione di startup?
«L’elemento distintivo di Startupbootcamp è la sua forte connessione con l’industry. La base del nostro modello di accelerazione è quella che noi chiamiamo Corporate – Startup Collaboration: in base a questo schema, le start up ricevono in tredici settimane di attività formative tutti i servizi di accelerazione e affrontano tutte le tematiche necessarie a sviluppare il proprio business, al fine di comprendere meglio come calarlo nell’industry di riferimento.
Il programma Styleit è legato al comparto moda e lusso, ma i nostri programmi di accelerazione riguardano i settori più diversi: dalla sostenibilità ambientale applicata ai processi produttivi e alla catena distributiva, dall’intelligenza artificiale all’upcycling, dal metaverso all’e-commerce, dalla blockchain alla mixed o augmented reality.
Ciò che ci distingue è la volontà di raccogliere in via preliminare, prima ancora dello scouting delle startup, le necessità che quel particolare settore esprime. Il tutto nell’ottica di sviluppare l’innovazione, attraverso la selezione di quelle startup capaci di offrire soluzioni o modelli di business utili ad affrontare le sfide poste dal mercato.
Ciò che ci interessa è calare il più possibile tali modelli di business all’interno di soluzioni effettivamente portabili all’industry, attraverso dei proof of concept, che rappresentano il passaggio in cui vengono messi in luce i bisogni aziendali e le difficoltà di attuazione.
Lo step successivo consiste nello sviluppare dei contratti di collaborazione con le aziende che sono corporate partners dei singoli programmi attivati a livello nazionale e internazionale. Potenzialmente, vogliamo anche creare delle connessioni con altre aziende che fanno parte di ogni specifico settore. Styleit è uno dei venti programmi che CDP Venture Capital ha attivato sul territorio nazionale, affidandosi a Startup bootcamp come operatore diretto. Di questa rete nazionale fanno parte anche Fin+Tech, acceleratore fintech ed insurtech e WeSportUp, il primo acceleratore di startup e Pmi innovative focalizzato sugli ambiti di sport e salute».
Styleit si basa su un programma triennale. Quando inizierà il nuovo ciclo e quali sono le principali novità e opportunità che lo caratterizzeranno?
«Dopo il primo ciclo del 2023, siamo ormai al completamento del triennio e fra poco partirà il terzo ciclo di accelerazione, con la scelta del numero massimo di dieci startup in cui investire quest’anno.
Dall’inizio del triennio ad oggi ci siamo avvicinati il più possibile alle esigenze emerse nel tempo nei vari settori produttivi, ma soprattutto alle nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale. Nel fashion e nel lusso, in particolare, l’IA generativa trova già grande applicazione e la troverà sempre di più anche nella gestione dei processi e nella ricerca di soluzioni applicative che aiutino le aziende ad aderire alle normative sempre più stringenti sui temi della sostenibilità e sulla gestione dei nuovi materiali».
Uno dei punti di forza di Startupbootcamp è la sua attività a livello globale. Dal 2010 ha infatti avviato 150 acceleratori in tutto il mondo, con più di venti programmi in Europa, Asia, Australia, Medio Oriente e di recente anche in Brasile.
«Esatto, siamo un’azienda assolutamente globale e abbiamo al momento 13 country attive. Sono le singole nazioni con i loro governi che ci chiedono di esportare questo modello e di sviluppare ecosistemi innovativi. Tra i nostri prossimi target figurano il Portogallo, la Polonia, la Spagna, la Svizzera e nuove regioni dell’Europa orientale.
Insieme a me lavora Nazareno Mengoni, fondatore di Startupbootcamp Italy e Managing Director per il Sud ed Est Europa.
Il nostro intento è di continuare ad ampliare il raggio d’azione e cercare di connettere ecosistemi differenti».