Obiettivo Africa

Obiettivo Africa: come il Piano Mattei sta muovendo il “Sistema Italia” e cosa si può fare per accelerare
“Se fossi un imprenditore italiano inizierei a posizionarmi in Africa”. Questa affermazione dell’Ambasciatore dell’Unione Europea all’Unione Africana, Ranieri Sabatucci, non è un suggerimento, ma una fotografia della realtà. Il continente africano cresce a ritmi impressionanti e offre opportunità che permetteranno, a chi le coglie, di giocare un ruolo chiave nel futuro dell’economia globale.
Sabatucci delinea i quattro motivi per cui gli imprenditori italiani dovrebbero seguire la sua indicazione: il potenziale economico del continente africano, gli elevati tassi annui di crescita del PIL già osservati in passato, l’inizio di un processo di integrazione economica che porterà alla creazione di un mercato comune africano da 3,4 trilioni di dollari e la predisposizione dell’imprenditore italiano ad adattarsi ai meccanismi locali, permettendo la nascita di una collaborazione solida e duratura.
L’Italia ha però per anni voltato le spalle all’Africa. Il già Presidente di Giovani Imprenditori Confindustria Riccardo Di Stefano scrive per Quale Impresa: “[…] oggi abbiamo voltato lo sguardo altrove, perdendo non solo contatto con una parte fondamentale della nostra cultura, ma anche preziose occasioni di crescita economica. Il Mediterraneo è diventato, nell’immaginario collettivo, più un peso che un’opportunità”¹.
Eppure, oggi qualcosa sta cambiando. Il Ministero degli Esteri ha reso pubblico l’obiettivo raggiungere € 700 mld di export entro il 2027, con un focus particolare sui Paesi dell’Africa (a cui oggi è destinato solo il 3,2% delle esportazioni italiane²). Il Piano Mattei rappresenta un passo importante per raggiungere questo obiettivo. Si tratta infatti di un approccio collaborativo per rafforzare il partenariato Italia-Africa in: sanità, istruzione e formazione, agricoltura, acqua, energia ed infrastrutture. Si tratta, riporta Di Stefano, di “settori in cui le imprese italiane possono trovare terreno fertile se ben supportate e accompagnate”.
Durante il Convegno di Capri 2024, l’allora Presidente di Confindustria Assafrica & Mediterraneo, Massimo Dal Checco riporta che il Paese sembra essersi ‘ricompattato’: l’allineamento tra gli attori principali della scena geopolitica, economica e industriale italiana ha generato un network che lavora compatto per promuovere l’internazionalizzazione delle imprese italiane.
La concretizzazione di questo lavoro, oltre ai 21 progetti già avviati e alle numerose altre iniziative (il progetto Ghana di Umana, gli investimenti in rinnovabili di EEMAXX Group, il ruolo dell’Egitto nella 42° Edizione di Macfrut, etc), è emersa durante l’Assemblea Pubblica di Confindustria Assafrica & Mediterraneo, tenutasi a Roma il 22 gennaio 2025. CDP (che ha già mobilitato € 3,6 mld per la cooperazione internazionale, con il 50% di questi destinati all’Africa) intende, con il piano strategico 2025-2027, rafforzare ulteriormente la sua collaborazione con le istituzioni finanziarie africane³.
SIMEST ha illustrato la “Misura Africa”, un’iniziativa con una dotazione iniziale di € 200 mln per sostenere le imprese italiane nell’espansione verso i mercati africani, facilitando investimenti e partnerships strategiche, incentivando anche l’attrazione di capitali nei Paesi africani, con un focus su innovazione e formazione. SACE, che ha già garantito € 1,5 mld dall’inizio del Piano, ha in programma operazioni per altri € 8,7 mld in Africa, in energia, infrastrutture, agribusiness e trasporti sostenibili. ICE ha recentemente aperto nuovi uffici a Lagos, Dakar e Nairobi, per identificare le aree di maggiore interesse economico.
Per finanziare il Piano Mattei, sono stati inizialmente stanziati € 5.5 mld, di cui € 2.5 mld dalla cooperazione allo sviluppo e € 3 mld dal fondo italiano per il clima. A questi si aggiunge il GRAf (Growth and Resilience Platform for Africa), uno strumento finanziario con cui CDP e l’AfDB convoglieranno fino a € 400 mln in cinque anni, tramite private equity e venture capital, per la sicurezza alimentare, la crescita delle PMI locali e le infrastrutture sostenibili. Il GRAf prevede di mobilitare altri € 350 mln, portando il pool di capitali a € 750 mln. Questo strumento si aggiunge al Plafond Africa, un piano che permette a CDP di concedere finanziamenti fino a € 500 mln a imprese operanti in Africa per sostenere iniziative promosse dal Piano Mattei.
La mancanza di strumenti finanziari ad hoc per il Piano ha portato alla creazione di un fondo multidonatori e un fondo bilaterale⁴. Il primo, il Mattei Plan and Rome Process Financing Facility, finanzierà iniziative e progetti su larga scala, con un contributo iniziale al Fondo da parte dell’Italia di € 120 mln (€ 100 mln dalle risorse del Fondo Italiano per il Clima, € 10 mln dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e € 10 mln dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale) e degli Emirati Arabi Uniti di $ 25 mln.
Il secondo, il Piano Mattei co-financing and technical assistance arrangement, si compone di un accordo di co-finanziamento tra l’Italia e l’AfDB e di un trust fund. Il contributo iniziale da parte dell’Italia è pari a € 141,8 mln, mediante risorse provenienti dal Fondo rotativo per la Cooperazione allo Sviluppo (€ 140 mln) e dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (€ 1,8 mln).
La nascita di questi due ultimi strumenti finanziari specificamente pensati per il Piano Mattei, riportata dalla responsabile per le relazioni UE/Africa dell’Istituto Affari Internazionali Nicoletta Pirozzi durante un’audizione della Commissione Esteri il 10 ottobre 2024, simboleggia uno dei punti più forti del Piano: la sua dinamicità. Il Piano Mattei, infatti, non è stato pensato per essere rigido, ma per evolversi rapidamente, rispondendo alle criticità che gli si pongono davanti.
Tra gli sviluppi recenti più significativi, i focus del Piano sull’europeizzazione e sull’innovazione. Il primo consiste nell’integrazione del Piano con il Global Gateway dell’UE e con l’iniziativa Partnership for Global Infrastructure and Investment (PGII) del G7. Il secondo si sviluppa su due fronti: lo stanziamento di € 4.5 mln in 36 mesi da parte del Ministero degli Esteri italiano per il supporto alla creazione di 150 startup in Etiopia, con l’obiettivo di lanciarne il 70% sul mercato e la nascita dell’AI Hub per lo Sviluppo Sostenibile, con un investimento annuo di € 5 mln per il supporto alle startup africane, raccogliendo già l’interesse di oltre un centinaio di aziende, organizzazioni internazionali e governi.
Pirozzi sottolinea che, nonostante i progressi del Piano Mattei, sono ancora necessari significativi miglioramenti. Il primo è il rafforzamento del dialogo politico con i partner africani, per identificare obiettivi e priorità comuni. Il giornalista Matteo Fraschini Koffi sottolinea che, se molte nazioni operano in Africa in assenza di un vero dialogo, l’Italia deve puntare su cooperazioni durature e sincere. È necessaria inoltre una pianificazione chiara che delinei obiettivi e benchmark di realizzazione, una maggiore trasparenza nell’uso delle risorse e nel raggiungimento degli obiettivi e un allineamento più forte con le agende globali.
L’Italia ha davanti a sè un’occasione unica: un’Africa in crescita, un mercato sempre più compatto, un “Sistema Italia” coordinato, sinergie europee e non solo e un Piano Mattei che unisce investimenti, innovazione e sostenibilità, integrando soluzioni innovative laddove incontra delle sfide. Il recente taglio dei fondi USAID apre un’ulteriore opportunità: l’Italia può approfittare di questo vuoto e colmarlo, rafforzando il proprio ruolo nel continente. Tuttavia, il potenziale del Piano rischia di essere frenato da un problema strutturale: manca un sistema chiaro e accessibile per le imprese.
Ad oggi, chi vuole usare il canale del Piano e posizionarsi in Africa, deve districarsi tra siti web di agenzie pubbliche, iscrizioni a forum separati e una burocrazia farraginosa. La soluzione è chiara: un portale digitale unico per il Piano Mattei. Una piattaforma centralizzata che raccolga informazioni sui progetti attivi, finanziamenti e iniziative disponibili, partner strategici, delineando con la massima trasparenza obiettivi e risultati. Una risposta chiara e diretta che sostituisca l’attuale frammentazione e confusione, accelerando il coinvolgimento delle imprese e di tutti gli attori che possono arricchire il Piano. Il momento di agire è ora.
⁴Relazione sullo stato di attuazione del Piano Mattei – aggiornata al 10 ottobre 2024 – Doc. CCXXXIII, n. 1
³A testimonianza di questo, l’apertura di nuovi uffici di rappresentanza a Nairobi e Abidjan.
² Italian Trade Agency, “RAPPORTO ICE 2023-2024. L’ITALIA NELL’ECONOMIA INTERNAZIONALE”, 15 luglio 2024.
¹Riccardo Di Stefano, Orizzonti – Impresa e sviluppo nel Mediterraneo, Ǫuale Impresa, ed. Settembre/Ottobre 2024.
Articolo di Gabriele Durante