Insegna dell’Anno: in nome della bellezza senza tempo
L’edizione 2024/25 di Insegna dell’Anno sarà ospitata nel Salone degli Affreschi della Società Umanitaria, all’interno dei Chiostri di San Barnaba a Milano. Una scelta strategica per portare la bellezza alla ribalta
Torna Insegna dell’Anno, il prestigioso riconoscimento che celebra l’eccellenza nel retail, non soltanto in termini di qualità dei prodotti, ma anche di esperienza d’acquisto. Per l’edizione 2024/25, il premio si rinnova con nuove dinamiche, ma soprattutto con una nuova location prestigiosa: le premiazioni si terranno, infatti, presso i Chiostri di San Barnaba, nel cuore di Milano, a breve distanza da Piazza Duomo. È uno dei luoghi più antichi della città, un convento risalente al XV secolo, emblema della bellezza in senso classico, immortale e imperitura.
«Ho sentito la necessità di portare in scena il premio Insegna dell’Anno in un luogo capace di andare oltre il concetto di mera bellezza estetica. È così la scelta è ricaduta su una dimora che ha saputo conservare il proprio fascino storico, eternizzando tra le sue solide mura il sapore antico di una Milano d’altri tempi». È con queste parole che Beatrice Orlandini, organizzatrice dell’evento per l’Italia dal 2014, ha raccontato a Italia Economy la scelta dei Chiostri di San Barnaba quale location per la nuova edizione del premio, nato in Olanda nel 2003 e giunto nel nostro Paese nel 2008.
Quest’anno l’evento di premiazione si svolgerà in una nuova location di grande bellezza: il Salone degli Affreschi della Società Umanitaria, all’interno dei Chiostri di San Barnaba, a Milano. Come mai questa scelta?
«Fino a qualche anno fa tutte le premiazioni – e non solo le nostre – avevano luogo nell’uno o nell’altro albergo di Milano con il risultato di un appiattimento dell’evento. Tre anni fa abbiamo scelto di sganciarci da questa logica e iniziare un percorso diverso, alla ricerca dell’eccellenza, in collaborazione con illustri nomi italiani. Nel 2022, siamo stati ospiti nella sede delle Piscine Castiglione, a Castiglione delle Stiviere.
L’anno scorso ci ha accolti il Museo Enzo Ferrari, a Modena. Due esempi di eccellenza moderna. Quest’anno ho voluto scegliere di celebrare l’eccellenza della “bellezza senza tempo”. L’incipit è stata l’idea di bellezza classica, da cui abbiamo la fortuna di essere ampiamente circondati in Italia (tralasciando, mio malgrado, come viene gestita…). La scelta di una location che la rappresentasse è stata la naturale conseguenza».
La bellezza, nelle sue innumerevoli sfaccettature, come si inserisce nella quotidianità di un’impresa?
«Innanzitutto, parlando di bellezza, la cosa più facile è equivocarne il significato. Si pensa subito all’estetica – un concetto che, in particolare per Insegna dell’Anno, è appannaggio solo di poche categorie, come la profumeria o gli accessori femminili. In realtà, c’è molto di più: c’è la bellezza di un cliente soddisfatto, di un buon servizio, di un ricco assortimento, di un lavoro fatto bene, o anche semplicemente della gentilezza o di un sorriso ricambiato. Ed è proprio qui che entra in gioco il fattore umano».
A tal proposito, quanto è importante oggi il capitale umano per un’impresa, affinché possa crescere in un mercato competitivo come quello attuale?
«Per la mia esperienza – anche antecedente a Insegna dell’Anno – il fattore umano è basilare. Finché verrà percepito unicamente come la principale voce di costo per un’impresa, non si andrà molto lontano. Le insegne di maggior successo, che ho avuto modo di conoscere in molti viaggi, sono infatti sempre quelle che hanno anteposto i propri collaboratori e il loro benessere a tutto il resto. Entrando nei loro negozi la differenza è immediatamente percepibile. Non sono un’economista, ma grazie alla mia esperienza sul campo – ripeto – ho potuto appurare che questo approccio può essere vincente».
Cosa si aspetta dall’edizione di quest’anno?
«Aspettative, non ce ne sono. Speranze, tante. In primis, spero che Insegna dell’Anno possa crescere in termini di insegne partecipanti attivamente e in credibilità. Non tutti hanno apprezzato i risultati che hanno ottenuto, ma il vero valore di Insegna dell’Anno è proprio quello di basarsi sull’insindacabile giudizio dei consumatori. In questo contesto, il mio consiglio per gli addetti ai lavori è di prestare maggiore ascolto ai clienti. O quanto meno, ascoltare anche i clienti e non solo gli esperti…».
Può anticiparci qualcosa sulla prossima edizione? Magari anche qualche indizio sulla futura location? Sarà sempre contrassegnata da una “bellezza senza tempo”?
«La location sarà, anche l’anno prossimo, una conseguenza del tema. Il tema mi è già ben chiaro. Un po’ ardito, forse, ma sarà un’altra bellissima sfida. Posso confermare che ci sarà ancora un collegamento con una bellezza senza tempo, ma non quella che potete immaginare».
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