Dazi USA: impatti e tutela contrattuale

L’avvocato Daniele Ferretti di Ferretti Firm analizza le ricadute giuridiche dei nuovi dazi statunitensi sulle imprese italiane, evidenziando l’importanza di una corretta gestione contrattuale per prevenire contenziosi e salvaguardare la competitività
L’attuale scenario economico internazionale, segnato dall’introduzione di nuovi dazi sulle importazioni da parte dell’amministrazione statunitense, impone alle imprese di adottare strategie efficaci per mitigare i rischi economici e assicurare la stabilità aziendale, sia rispetto ai rapporti contrattuali già in essere che a quelli futuri. In un contesto economico in continua evoluzione, la congiuntura internazionale attuale impone di intervenire prontamente e consapevolmente per affrontare con successo le sfide imposte dalle nuove dinamiche globali.
In termini generali, le normative statunitensi federali (segnatamente 19 CFR Part 141.1) impongono all’importatore che introduce la merce nel territorio degli Stati Uniti il pagamento iniziale dei dazi. Ciò non di meno, essendo in linea di principio possibile allocare contrattualmente il rischio di tali oneri (così come quelli di tasse e/o altri oneri governativi) nei confronti della controparte, i contratti ricevuti dalle controparti statunitensi potrebbero prevedere il trasferimento finale dell’onere del dazio sul fornitore.
Le imprese interessate, dunque, dovrebbero effettuare una revisione di tutti i contratti rilevanti in essere per individuare gli effetti che i nuovi dazi determineranno rispetto ai loro diritti e obblighi, o quelli delle loro controparti, analizzando possibili rimedi e strategie di tutela, con specifico riferimento agli Incoterms eventualmente pattuiti e alle altre disposizioni rilevanti.
Con la previsione di una resa DDP – Duty Delivered Paid (Incoterms® 2020), infatti, il venditore sarà responsabile del pagamento di tutti i dazi doganali, mentre in caso di scelta di FOB – Free on Board (Incoterms® 2020) o EXW – Ex Works (Incoterms® 2020), sarà generalmente l’acquirente ad assumersi l’onere economico dei dazi.
In considerazione di quanto precede, è ragionevole ritenere che i nuovi dazi causeranno verosimilmente inadempimenti o ritardi per l’aumento del prezzo finale di vendita del prodotto, oppure del costo di approvvigionamento dei materiali: ciò comporterà l’insorgere di questioni giuridiche complesse, rispetto alle quali sarà prioritario verificare (i) come si è formato il contratto, (ii) quali sono state le disposizioni pattuite tra le parti e (iii) qual è la legge applicabile al rapporto, individuando gli istituti giuridici rilevanti ai sensi della normativa statunitense o di quella italiana di riferimento, nonché le disposizioni di conflicts of law applicabili, valutando possibili effetti e soluzioni.
Laddove le parti abbiano concluso un contratto che contiene clausole di change in law, infatti, le novità introdotte potrebbero consentire di legittimare la rinegoziazione del rapporto in conseguenza della modifica alle normative applicabili rispetto al momento della stipula del contratto, oppure di indicizzare i prezzi o ripartire i relativi oneri. Indipendentemente da un’espressione previsionale contrattuale, l’imposizione di nuovi dazi potrebbe costituire un evento di frustration of purpose o di hardship ai sensi della normativa applicabile, consentendo di giustificare l’inadempimento a causa della sopravvenuta onerosità della prestazione.
In casi eccezionali, infine, i dazi potrebbero rappresentare addirittura un evento di forza maggiore; qualora, ad esempio, le novità introdotte comportassero l’introduzione di un requisito di licenza per alcuni prodotti (come prodotti scarsamente reperibili o strategici, quali minerali) la parte obbligata alla fornitura potrebbe invocare l’impossibilità della prestazione quale giustificazione all’inadempimento.
In questo clima d’incertezza, assumerà altresì importanza impostare correttamente, sotto il profilo giuridico, le operazioni commerciali future per gestire al meglio le possibili ripercussioni dei nuovi dazi sull’operatività e sul fatturato delle imprese; in tale prospettiva, il ricorso alla negoziazione e alla sottoscrizione del contratto – prassi piuttosto desueta nella prassi commerciale italiana – assumerà sempre più centralità e importanza, e ciò non soltanto per estendere i termini di consegna delle merci allorché i dazi determinino costi di approvvigionamento elevati, ma anche per disciplinare correttamente i contenziosi che dovessero derivare dagli inadempimenti conseguenti.
Di fronte alle novità introdotte, le aziende italiane che esportano negli Stati Uniti sono tenute a comprendere i propri diritti e obblighi e prepararsi a discutere proattivamente l’impatto dei dazi con le loro controparti contrattuali. Nei rapporti B2B, la corretta impostazione delle trattative e dei contenuti contrattuali negoziati rappresentano gli strumenti che, in assenza di riorganizzazioni produttive e delocalizzazioni, possono consentire di mitigare i rischi connessi alle politiche protezionistiche e alle restrizioni commerciali, offrendo maggiore flessibilità e tutela negli scambi commerciali.
In tale prospettiva, la conoscenza e la corretta applicazione delle normative nazionali e internazionali rilevanti, che sono numerose e complesse, costituiscono leve strategiche per consentire alle imprese di mantenere la propria competitività e ridurre costi, perdite e rischi di contenziosi.