CDP e Toseed insieme nel settore agritech

Luigi Galimberti
CDP e Toseed di Grosseto insieme nel settore agritech
Il lupo perde il pelo ma non il vizio.
In questo caso, però, non si tratta di vizio ma di virtù: l’attivazione di un nuovo progetto imprenditoriale.
Luigi Galimberti, imprenditore grossetano, è stato più volte oggetto delle nostre attenzioni (si vedano https://toscanaeconomy.it/leconomia-circolare-in-toscana/ e https://toscanaeconomy.it/coltivare-un-mondo-nuovo-con-la-tecnica-idroponica/ ).
Le sue idee, la loro messa in pratica, sembrano accogliere, con pacifica e proficua convivenza, l’essenza dell’animo umano, i lati del suo perimetro di azione: la tradizione e l’innovazione, il cibo e il suo procacciamento, la terra e il pensiero.
Dopo il successo di Sfera Agricola, un parco di 13 ettari situato nel cuore della Maremma grossetana, a Gavorrano, la serra idroponica più grande e più avanzata d’Italia, dove si producono ortaggi come pomodori, cavoli e basilico senza consumare il suolo e senza l’uso di pesticidi, l’imprenditore è pronto per una nuova avventura.
Ha fondato a Grosseto TOSEED (sito web), una venture builder per trasformare il potenziale della migliore ricerca italiana in innovazione nel settore agritech.
Toseed è diventato partner di CDP Venture Capital ( il Fondo Nazionale Innovazione) a cui fa seguito l’annuncio della nascita di Farming Future, il loro Polo Nazionale di Trasferimento Tecnologico agrifood tech.
I promotori scientifici di Farming Future sono, in particolare, l’Università Federico II di Napoli, l’Università di Padova, di Torino, di Milano, di Siena, della Tuscia e l’Università di Bari.
Il Polo si concentrerà sulle tecnologie innovative come Biotecnologie verdi, Bioenergia e Biomateriali, Robotica, nuovi metodi di agricoltura, novel foods, e in quello della distribuzione, come Food safety and traceability, Supply chain and logistics, Tecnologie di processing e packaging, Autonomous vehicle delivery e Shelf-stacking robots.
“Faccio impresa da 29 anni – puntualizza Galimberti – e dagli ultimi 12 mi occupo di agritech. Non si può parlare di start up senza seguire il modello etico delle api, senza un occhio attento all’ecosistema. Fino a poco tempo fa il concetto di startup si associava ad internet escludendo per principio il mondo dell’agricoltura.”
Ora, però, ci si è resi conto che la sua visione non era sfocata ma anticipatoria di equilibri, relazioni e sperimentazioni che conciliano il mondo dell’agricoltura con quello delle start up e vedono nel connubio tra valori fondanti e sperimentazione il proprio significativo punto di forza.
Altro elemento che connota la visione d’impresa sta nel raccontare e mettere al centro dell’attenzione non i successi ma gli errori commessi.
Farming future è un “non luogo” in grado di coniugare le risorse degli investitori e dei ricercatori per la realizzazione di quei processi industriali richiesti dal mercato. I numeri attesi sono interessanti e chiari: 20 milioni di euro di dotazione per Farming Future, investimenti su 25 progetti finalizzati alla realizzazione di 10 start up con 3 anni di investimento ed ulteriori 7 di verifica.
“La fase di early stage è particolarmente delicata – prosegue Galimberti – per quanto ovvio il tasso di mortalità delle start up è elevato ed i trasferimenti tecnologici sono ad altissimo rischio. Spetta al team di analisi selezionare le destinazioni per ridurne al minimo la fallibilità”.
Insomma un’ulteriore sfida con l’asticella sempre più alta ed il coinvolgimento di un numero sempre più importante e qualificato di stakeholders. Ancora una volta si tiene in debito conto una regola aurea: continuare a considerare l’elemento umano, con le sue forze e debolezze, un formidabile catalitico per qualsiasi iniziativa imprenditoriale, in particolare quelle più innovative. La start up, per sua natura, per le peculiarità che avoca a sé, definisce un ambito di successo non sempre al 100%.
Tuttavia quando le idee, pur visionarie, sono vestite di contenuti, hanno il placet di partners particolarmente affidabili, possono contare su un’ombra lunga per quanto già svolto e su una determinazione mai sopita, “rischia” di essere laureata a first mover nel suo campo. Potrà poi procedere ulteriormente abbracciando con successo le logiche di un mercato, ingeneroso per definizione ma sempre riconoscente delle genialità.
Che dire? Avanti tutta e, come direbbero i nostri antenati latini: Repetita iuvant.

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