Bonus mobili 2024
Chi ha appena ristrutturato la propria casa e deve arredarla, ha la possibilità di beneficiare del Bonus mobili 2024
Il Bonus mobili è una detrazione fiscale del 50% sulle spese sostenute per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici destinati ad arredare un immobile oggetto di interventi di recupero del patrimonio edilizio. Per il 2024, il bonus mobili è confermato, ma con alcune novità.
Innanzitutto, il tetto di spesa scende da 8.000 euro a 5.000 euro. Inoltre, la detrazione deve essere ripartita in 10 quote annuali di pari importo. I mobili e gli elettrodomestici che possono beneficiare del bonus devono essere nuovi e destinati ad arredare l’immobile oggetto di ristrutturazione.
Bonus mobili, che cos’è
Il bonus mobili è la detrazione Irpef al 50% delle spese sostenute per l’acquisto di mobili e di grandi elettrodomestici finalizzati all’arredo di immobili oggetto di ristrutturazione.
Per avere diritto al bonus mobili è necessario che siano in corso degli interventi di recupero del patrimonio edilizio e di fruire della relativa detrazione Irpef di cui all’art. 16-bis del TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi).
Tra gli interventi edilizi che danno diritto alla detrazione rientrano la manutenzione straordinaria, il restauro e il risanamento conservativo, la ristrutturazione edilizia su singoli appartamenti, la ricostruzione o il ripristino di un immobile danneggiato da eventi calamitosi, se è stato dichiarato lo stato di emergenza. La detrazione è stata prorogata alle spese sostenute nel 2022, nel 2023 e nel 2024 dalla legge di Bilancio 2022.
Per l’anno 2024, secondo quanto disposto dalla legge di Bilancio 2023 (art. 1, comma 277, legge n. 197/2022), il limite massimo di spesa detraibile è fissato a 5.000 euro.
Soggetti beneficiari del Bonus mobili
Il bonus mobili può essere fruito dai contribuenti, assoggettati all’imposta sul reddito delle persone fisiche, titolari della detrazione Irpef 50% di cui all’art. 16-bis del TUIR spettante per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio.
I beneficiari dell’agevolazione sono, quindi:
– i soggetti Irpef, residenti e non residenti in Italia, e cioè le persone fisiche, che sostengono le spese al di fuori dell’attività d’impresa arti o professioni;
– i soggetti di cui all’articolo 5 del D.P.R. n. 917/86, ossia le società semplici, le società in nome collettivo e in accomandita semplice e i soggetti a queste equiparati, le imprese individuali e le imprese familiari, purché i beni mobili e gli arredi acquistati siano destinati ad immobili che non rientrano fra quelli strumentali o beni merce;
– i soci di cooperative a proprietà divisa e indivisa.
Per poter beneficiare del bonus mobili, è necessario che i suddetti soggetti possiedano o detengano i fabbricati, ai quali sono destinati i beni oggetto dell’agevolazione, in base ad uno dei seguenti titoli: proprietà o nuda proprietà; diritto reale di godimento quale l’usufrutto, l’uso, l’abitazione o il diritto di superficie.
Possono godere del bonus mobili anche i detentori dell’immobile, come locatari e comodatari, i familiari conviventi e il coniuge separato, assegnatario dell’immobile, intestato all’altro coniuge nonché i conviventi di fatto.
Interventi edilizi che danno diritto al Bonus mobili
Per poter beneficiare del bonus mobili è necessario che l’unità abitativa a cui sono destinati i mobili o i grandi elettrodomestici sia oggetto di uno degli interventi di recupero del patrimonio edilizio di cui all’articolo 16-bis del TUIR.
Tuttavia, non tutti gli interventi individuati da detto articolo consentono la fruizione del bonus mobili.
Il bonus mobili è collegato ai seguenti interventi edilizi, anche realizzati in economia:
– manutenzione ordinaria, di cui alla lett. a) dell’art. 3 del DPR 380/2001, effettuati sulle parti comuni di edificio residenziale. Non danno invece diritto al bonus i lavori di manutenzione ordinaria su singoli appartamenti (per esempio, tinteggiatura di pareti e soffitti, sostituzione di pavimenti, sostituzione di infissi esterni, rifacimento di intonaci interni);
– manutenzione straordinaria, di cui alla lett. b) dell’art. 3 del D.P.R. 380/2001, effettuata sulle parti comuni di edificio residenziale e su singole unità immobiliari residenziali;
– restauro e di risanamento conservativo, di cui alla lett. c) dell’art. 3 del D.P.R. 380/2001, effettuati sulle parti comuni di edificio residenziale e su singole unità residenziali;
– ristrutturazione edilizia, di cui alla lett. d) dell’art. 3 del D.P.R. 380/2001, effettuata sulle parti comuni di edificio residenziale e su singole unità immobiliari residenziali;
– interventi necessari alla ricostruzione o al ripristino dell’immobile danneggiato a seguito di eventi calamitosi (ancorché non rientranti nelle categorie precedenti) se è stato dichiarato lo stato di emergenza;
– restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia, di cui alle lett. c) e d) dell’art. 3 del D.P.R. 380/2001, riguardanti interi fabbricati, eseguiti da imprese di costruzione o ristrutturazione immobiliare e da cooperative edilizie che provvedano entro 18 mesi dal termine dei lavori alla successiva alienazione o assegnazione dell’immobile.
Esempi di manutenzione straordinaria
Sono qualificabili interventi di “manutenzione straordinaria” e, pertanto, consentono l’accesso al bonus mobili:
– L’installazione di una stufa a pellet o di impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili;
– L’installazione o l’integrazione di un impianto di climatizzazione invernale e estiva a pompa di calore;
– La sostituzione della caldaia, in quanto intervento diretto a sostituire una componente essenziale dell’impianto di riscaldamento
Interventi esclusi dal bonus mobili
Non sono compresi tra gli interventi che danno diritto al bonus mobili:
– Gli interventi per i quali si fruisce dell’ecobonus, di cui all’articolo 14 del D.L. 63/2013, ad esempio l’installazione di pannelli solari, la sostituzione impianti di climatizzazione invernale, la riqualificazione energetica di edifici esistenti;
– Gli interventi consistenti nella realizzazione di posti auto o box pertinenziali rispetto all’abitazione di cui all’art. 16-bis, comma 1, lett. d), del TUIR;
– Gli interventi finalizzati all’adozione di misure dirette a prevenire il rischio del compimento di atti illeciti da parte di terzi a meno che, per le loro particolari caratteristiche, non siano anche inquadrabili tra gli interventi edilizi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro o risanamento conservativo, ristrutturazione edilizia.
Beni agevolati dal Bonus mobili
Rientrano tra i mobili agevolati dal Bonus mobili una serie di beni come: letti, armadi, cassettiere, librerie, scrivanie, tavoli, sedie, comodini, divani, poltrone, credenze, nonché i materassi e gli apparecchi di illuminazione che costituiscono un necessario completamento dell’arredo dell’immobile oggetto di ristrutturazione. L’elenco non è esaustivo.
Anche i grandi elettrodomestici rientrano tra i bene agevolati dal Bonus mobili. Si tratta di grandi apparecchi di refrigerazione, frigoriferi, congelatori, altri grandi elettrodomestici utilizzati per la refrigerazione, la conservazione e il deposito degli alimenti, lavatrici, lavasciuga, asciugatrici, lavastoviglie, apparecchi per la cottura, piani cottura, stufe elettriche, piastre riscaldanti elettriche, forni e forni a microonde, altri grandi elettrodomestici utilizzati per la cottura e l’ulteriore trasformazione degli alimenti, apparecchi elettrici di riscaldamento, radiatori elettrici, altri grandi elettrodomestici utilizzati per riscaldare stanze, letti e mobili per sedersi, ventilatori elettrici, apparecchi per il condizionamento, altre apparecchiature per la ventilazione, l’estrazione d’aria e il condizionamento. Anche in questo caso l’elenco non è esaustivo.
Documenti per ottenere il Bonus mobili
L’agenzia delle Entrate ha pubblicato un’infografica che spiega i tre passaggi da effettuare per ottenere il Bonus Mobili 2024. Per ottenere il Bonus Mobili 2024, è necessario: iniziare i lavori e presentare la pratica edilizia; acquistare gli arredi e gli elettrodomestici in classe energetica alta, ricordandosi di pagare con mezzi tracciabili; chiedere la detrazione e compila la pratica sul portale ENEA.
La documentazione da conservare per usufruire del bonus mobili è la seguente: fatture d’acquisto dei mobili e degli elettrodomestici; attestazione di congruità dei prezzi rilasciata da un tecnico abilitato; attestazione di esecuzione dei lavori di ristrutturazione rilasciata da un tecnico abilitato.
Il bonus mobili può essere richiesto in sede di dichiarazione dei redditi.
Sempre riguardo alla documentazione, può essere utile riportare questa breve guida rilasciata da FiscoOggi, la rivista ufficiale dell’Agenzia delle Entrate.
La guida risponde alla seguente domanda: «Per richiedere il bonus mobili se ho come documento di spesa solo uno scontrino fiscale e non la fattura di acquisto dei mobili?».
Nei casi in cui – specifica l’Agenzia – la normativa fiscale prevede la possibilità di usufruire del bonus mobili ed elettrodomestici (articolo 16, comma 2, del Decreto Legge n. 63/2013), per poter richiedere la detrazione occorre conservare i documenti che attestano il pagamento dei beni (ricevute dei bonifici, ricevute di avvenuta transazione per i pagamenti mediante carte di credito o di debito, documentazione di addebito sul conto corrente) e le fatture di acquisto che specificano natura, qualità e quantità dei beni e dei servizi acquisiti.
Ai fini della detrazione lo scontrino è equivalente alla fattura solo se riporta il codice fiscale dell’acquirente e l’indicazione della natura, qualità e quantità dei beni acquistati. Se lo scontrino non indica il codice fiscale dell’acquirente, la detrazione può essere consentita solo se, oltre a riportare natura, qualità e quantità dei beni acquistati, è riconducibile al contribuente titolare della carta di debito (o della carta di credito), in base alla corrispondenza con i dati del pagamento (esercente, importo, data e ora).
Per altri approfondimenti, si rimanda alla Guida bonus mobili ed elettrodomestici e alla Normativa e prassi relativa al bonus mobili.
Leggi altro su Economia – Dai territori