Trovare le parole giuste per “narrare” la propria impresa
Intervista a Oscar Di Montigny, scrittore, divulgatore e chief innovation, sustainibility e value strategy officer di Banca Mediolanum
Insieme a Oscar Farinetti (fondatore di Eataly) Di Montigny ha scritto “6 x 2”, sei brevi lezioni da due maestri del marketing.
Qual è il valore della narrazione d’impresa?
Narrare è un istinto primordiale. Tutti sappiamo bene che se qualcosa non viene raccontato non esiste. Dunque, se si è compiuta un’impresa o se ne è creata una e non se ne parla e se ne fa parlare la si sta relegando in un angolo morto. La narrazione d’impresa, quindi, è un fatto essenziale e indiscutibile. Ciò di cui si può e si deve discutere, sono i concetti di “cosa”, “come” e “quando” narrare, e soprattutto del “perché” farlo, poiché questi hanno perimetri e logiche che mutano con il mutare del tempo e della sensibilità del pubblico. per esempio, una narrazione d’impresa che oggi trascurasse il tema centrale della sostenibilità sarebbe anacronistica e oltremodo fuori contesto. così come una comunicazione che non si assuma la responsabilità di ri-affermare la centralità dell’essere umano.
Questo libro può essere considerato una sorta di “manuale” per giovani imprenditori? Qual è il pubblico di lettori a cui vi rivolgete? Si tratta solo di imprenditori o anche gente comune?
Non solo imprenditori. in questo libro ci occupiamo di come abbinare al modo di fare impresa delle parole convincenti per narrarlo, individuando un metodo semplice attraverso il quale formulare appunto le parole giuste. questo è utile a chiunque – a prescindere dal ruolo e dalla posizione che uno occupa nella vita e nella società – voglia trovare le corrette parole per descrivere le proprie intenzioni e le azioni per realizzarle. naturalmente incominciando dall’essenza stessa dell’intrapresa, cioè da come raccontare la propria attività all’interno di quell’ambiente che, oggi solo grazie ad un approccio olistico, viene definito il mercato.
Com’è nata la vostra collaborazione? Di chi è stata l’idea di questo libro?
Oscar Farinetti e io ci incontriamo spesso per varie ragioni. in una di queste tenevamo una serie di lezioni per Scuola Holden. abbiamo subito pensato che quelle lezioni fossero un ottimo materiale di partenza per elaborare anche un libro che desse una nuova prospettiva a tutte quelle persone che, dopo gli anni della pandemia, erano alla ricerca di nuovi stimoli. in questo libro oscar e io partiamo da due angolature diverse per arrivare alla stessa meta: la pace, a cui per altro il libro é dedicato.
Qual è il primo consiglio che daresti ad un ragazzo che vuole fare impresa, oggi?
Che sia un “innovatore consapevole”. oggi più che mai abbiamo bisogno di donne e uomini che pensino, sentano e agiscano in modo nuovo. che non usino la loro intelligenza solo per arricchirsi ma anche per elevare l’umanità, guidando il mondo con mente imprenditoriale, cuore sociale e anima ecologica. i giovani debbono addivenire alla consapevolezza che serve un modello economico per-il-bene fondato sulla centralità dell’individuo, delle sue più intime e profonde aspirazioni, dei valori universali che lo devono guidare nel corso della sua esistenza. una visione sferica dell’economia, quale evoluzione dell’economia circolare, dove l’innovazione è messa al servizio della sostenibilità, in quanto la prima esprime la forza, la seconda dà l’orientamento, a cui ora si deve aggiungere una terza direttrice: la human centricity.
Cultura d’impresa: quali sono i punti di forza dell’Italia, quali quelli di debolezza?
Le dico quali sono i punti di forza che già servono e lo faranno sempre di più in futuro: sincerità, trasparenza e lealtà. non è più il tempo di tentare di vendere qualcosa a qualcuno che non ha alcun bisogno di quel qualcosa; occorre cercare di donare qualcosa a qualcuno che sta davvero cercando quel qualcosa. non ne abbiamo fatto mistero, e infatti li ritroverete al cuore stesso del libro che abbiamo provato a scrivere. punti di forza validi e utili per chiunque abbia qualcosa da offrire a un mercato, che si tratti di un prodotto o di un servizio, ma anche di un programma elettorale o di un sistema educativo o di un’idea. il vero punto di debolezza? la mediocrità che ci abita ogni qual volta diciamo “non è possibile” e “non dipende da me”.