Superbonus 110 stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura
Con il decreto legge n.11 del 2023 il governo elimina la possibilità di ricorrere alla cessione del credito e allo sconto in fattura per il superbonus 110; la misura è in vigore da venerdì 17 febbraio
Il superbonus 110 è una misura introdotta nel maggio del 2020 dal governo Conte II attraverso il cosiddetto Decreto Rilancio e nasce con lo scopo di incentivare interventi di ristrutturazione edilizia attraverso detrazioni e rimborsi. La misura persegue un duplice obiettivo: da un lato la riqualificazione energetica degli edifici italiani, dall’altro il superamento della crisi del settore edilizio.
La prima formulazione del superbonus 110 prevedeva differenti modalità di agevolazione, tra cui lo sconto in fattura e la cessione del credito a terzi.
Negli anni successivi il governo Draghi è intervenuto apportando alcuni correttivi per poi passare definitivamente il testimone al governo Meloni nell’ottobre 2022.
La situazione attuale
Il 16 febbraio scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato e pubblicato il decreto legge n.11/2023 che a partire dalla data del 17 febbraio vieta la possibilità di cedere i crediti o scontarli in fattura. Tale divieto riguarda non soltanto il superbonus 110, ma anche bonus edilizi riguardanti: risparmio energetico, ristrutturazione e sismabonus . Il divieto invece non riguarda coloro i quali abbiano già avviato i lavori entro la data del 16 febbraio 2023.
Il governo giustifica il proprio intervento sostenendo che l’attuale sistema dei bonus edilizi non è economicamente sostenibile.
Categorie colpite
La questione è attualmente al centro del dibattito politico e interessa numerosi cittadini e lavoratori del settore edilizio.
A detta di molti, quello dell’attuale governo rappresenta un intervento inaspettato che di fatto blocca la possibilità di usufruire delle agevolazioni edilizie.
Una delle categorie più colpite sono le persone che stavano per iniziare i lavori di ristrutturazione. Stiamo parlando di coloro che hanno commissionato un progetto o uno studio preliminare. Queste persone hanno investito del denaro prevedendo di poter usufruire della cessione del credito. La conseguenza più probabile è che molti di questi progetti verranno accantonati. Una soluzione potrebbe essere la proroga a favore di chi ha già commissionato un progetto o uno studio di fattibilità.
Situazione delicata anche per le imprese di ristrutturazione edilizia. Molte di queste hanno ampliato il loro organico e investito in nuove attrezzature e materiali in vista di un numero superiore di lavori da effettuare. Lavori che con tutta probabilità non verranno realizzati.
C’è quindi una forte preoccupazione, tuttavia negli ultimi giorni sembra trasparire un’apertura del governo per una soluzione in favore dei redditi più bassi e degli incapienti.
Crediti bloccati
Altro problema emerge anche per coloro che possono ancora usufruire della cessione del credito, ma di fatto non possono farlo perché, ad oggi, le banche hanno esaurito la loro capacità di acquisto dei crediti di impresa. Di contro le imprese rischiano di fallire in quanto possiedono poca liquidità pur avendo cassetti fiscali pieni.
A tal riguardo le associazioni dei costruttori edili (ANCE) e delle banche italiane (ABI) hanno proposto di compensare i crediti del superbonus attraverso gli F24.
La RPT (Rete delle Professioni Tecniche), che si è detta d’accordo con il sistema degli F24, ha inoltre richiesto la proroga della cessione del credito per quei lavori il cui progetto è già stato presentato.
Tavolo tecnico superbonus 110
Il 22 febbraio 2023 si è riunito un tavolo tecnico per discutere una soluzione allo sblocco dei vecchi crediti riguardanti il bonus 110. Oltre al Ministero dell’Economia e delle Finanze e la Presidenza del Consiglio, presenti numerosi enti e associazioni di categoria.
Sul tema F24 pare esserci uno spiraglio da parte del governo che attenderà di verificare la capienza fiscale residuale delle banche e la stima dell’impatto del superbonus 110 sul deficit.
Si confida che il governo, in concerto con le banche e le associazioni di categoria, possa presentare un piano di rinnovo dei bonus edilizi e che possa farlo nel più breve tempo possibile.