I tassi di recupero delle sofferenze nel 2024
1. Introduzione e principali conclusioni
- Aggiorna al 2024 le stime sui tassi di recupero delle sofferenze, già pubblicate a partire dal 2017 in precedenti;
- Note di stabilità finanziaria e di vigilanza;
- Illustra i risultati dell’indagine annuale sulle cessioni di crediti deteriorati condotta a partire dal 2016 dalla Banca d’Italia.
Dall’analisi emergono i seguenti principali risultati:
- Nel 2024 sono state chiuse (eliminate dai bilanci) posizioni a sofferenza per circa 6 miliardi. Il dato, pari a circa 1,4 volte il valore dei nuovi ingressi, è inferiore al 2023 in termini sia assoluti (9 miliardi), sia di incidenza percentuale sulle sofferenze in essere alla fine dell’anno precedente (37% contro il 44%).
- La riduzione rispetto al 2023 è stata determinata principalmente dalle minori cessioni (passate da 5 a 3 miliardi) ed è riconducibile al progressivo ridimensionamento delle consistenze, che ha ridotto le esigenze di cessioni massive.
- Le strategie di gestione dei crediti deteriorati sono ora basate su un contributo più equilibrato delle diverse leve gestionali: l’ammontare delle posizioni chiuse internamente è risultato equivalente a quello delle cessioni sul mercato (3 miliardi).
- I dati aggiornati sui tempi di smaltimento delle sofferenze confermano i progressi conseguiti negli ultimi anni, attribuibili sia alla riduzione delle consistenze sia ai miglioramenti degli intermediari nella gestione di questi crediti: la quota delle posizioni chiuse entro tre anni dalla classificazione a sofferenza è pari all’87% (88% nel 2023).
- Le cessioni di inadempienze probabili si sono mantenute stabili, pari a circa 4 miliardi.
I tassi di recupero delle sofferenze chiuse
Rispetto al 2023, il tasso di recupero medio è aumentato di cinque punti percentuali, al 41%, di cui tre riconducibili alle chiusure di posizioni assistite da garanzie pubbliche e caratterizzate da tassi di recupero particolarmente elevati. Alla crescita hanno contribuito sia i recuperi sulle posizioni chiuse in via ordinaria (dal 45% al 47%), sia quelli sulle posizioni cedute (dal 30% al 36%), la cui incidenza sul totale delle posizioni chiuse è scesa dal 60% al 50%.
Il tasso medio di recupero delle sofferenze assistite da garanzie reali è aumentato di tre punti percentuali, al 44%, sostenuto dall’incremento osservato sulle posizioni cedute a terzi (da 35% a 41%). Per le posizioni non assistite da garanzie reali, il tasso di recupero è aumentato di circa nove punti percentuali (da 28% al 37%), di cui sei attribuibili alle chiusure di posizioni assistite da garanzia pubblica.
I prezzi di cessione dei crediti deteriorati
Il prezzo delle sofferenze cedute nel 2024 è stato pari in media al 24% dell’esposizione lorda di bilancio al momento della cessione, in aumento di due punti percentuali rispetto al 2023. Il prezzo è rimasto stabile per le posizioni assistite da garanzie reali (34%), mentre è cresciuto sensibilmente per le altre (da 13% a 18%), che hanno beneficiato del maggior prezzo riconosciuto sulle posizioni con garanzia pubblica.
Il prezzo di cessione dei crediti deteriorati diversi dalle sofferenze è stato in media pari al 51%, superiore di circa 5 punti percentuali a quello del 2023; l’incremento ha interessato sia la componente assistita da garanzia reale, sia quella non assistita da garanzia reale.
2. I tassi di recupero dei crediti in sofferenza
Nel 2024 l’ammontare totale delle posizioni in sofferenza chiuse è diminuito rispetto all’anno precedente (da 9 a 6 miliardi), principalmente per effetto di un minor ricorso alle cessioni (da 5 a 3 miliardi). Le posizioni chiuse in via ordinaria hanno registrato una riduzione meno significativa (di 400 milioni, a 3 miliardi).
Il saldo fra le sofferenze chiuse nell’anno e le nuove classificazioni si conferma positivo. In particolare, l’ammontare di nuove posizioni classificate a sofferenza è sceso da 6 a 4 miliardi, a fronte di posizioni chiuse per 6 miliardi.
La quota delle posizioni a sofferenza che vengono chiuse nell’anno si è attestata al 37%, in riduzione rispetto al 44% del 2023.
Nonostante la forte contrazione delle cessioni sul mercato registrata negli ultimi anni, non si registrano peggioramenti nei tempi di smaltimento delle sofferenze.
Per le posizioni aperte nel 2018, il numero di posizioni chiuse entro sei anni dall’ingresso a sofferenza è stato pari al 96%. Con riferimento al numero delle posizioni chiuse entro tre anni dall’ingresso a sofferenza, l’incidenza è pari all’87%.
Tav. 4 – Quota delle posizioni chiuse entro 1, 2 … 6 anni dall’ingresso a sofferenza (valori percentuali; per numero di posizioni)




