Nuovo obbligo formativo per datori di lavoro: costi e novità dell’Accordo 2025
Una rivoluzione silenziosa sta per travolgere migliaia di imprese italiane, e molti imprenditori non ne sono ancora consapevoli.
Dal 24 maggio 2025 è infatti in vigore il nuovo Accordo Stato-Regioni che introduce, per la prima volta in assoluto, un obbligo formativo di 16 ore per tutti i datori di lavoro in materia di sicurezza sul lavoro.
Si tratta di una novità che avrà ripercussioni economiche concrete su aziende di ogni dimensione, dalle microimprese alle realtà più strutturate
Accordo Stato-Regioni 2025: cosa cambia per la formazione sulla sicurezza
Il nuovo Accordo Stato-Regioni del 17 aprile 2025, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 24 maggio, rappresenta un punto di svolta nella regolamentazione della formazione obbligatoria, perché unifica e sostituisce in un unico testo normativo i precedenti accordi del 2011, 2012 e 2016 che per anni avevano creato confusione interpretativa tra gli addetti ai lavori.
L’obiettivo dichiarato dal legislatore è duplice: da un lato semplificare e armonizzare i percorsi formativi, dall’altro ridurre concretamente il numero di infortuni sul lavoro attraverso una preparazione più rigorosa di tutte le figure coinvolte nella sicurezza aziendale.
Le modifiche toccano praticamente ogni ruolo presente in azienda, con cambiamenti significativi che vale la pena conoscere nel dettaglio.
I preposti, ad esempio, vedono il loro corso passare da 8 a 12 ore con obbligo di frequenza esclusivamente in presenza, mentre l’aggiornamento diventa biennale anziché quinquennale.
Per i dirigenti accade il contrario: la formazione si riduce da 16 a 12 ore, ma viene introdotto un modulo aggiuntivo di 6 ore per chi opera nei cantieri temporanei e mobili.
Un’altra novità rilevante riguarda i neoassunti: decade la possibilità di formarli entro 60 giorni dall’assunzione, perché ora la formazione deve essere completata prima che il lavoratore inizi effettivamente la propria mansione.
Tutti i percorsi formativi prevedono inoltre una verifica finale dell’apprendimento obbligatoria, e l’attestato viene rilasciato solo in caso di superamento del test.
Il numero massimo di partecipanti in aula scende da 35 a 30 per garantire maggiore interazione e controllo durante le sessioni formative.
Il nuovo corso obbligatorio da 16 ore per i datori di lavoro
Arriviamo al cuore della riforma, ovvero la novità che impatterà economicamente sul maggior numero di imprese.
Per la prima volta nella storia della normativa sulla sicurezza sul lavoro, anche il datore di lavoro che non svolge funzioni di RSPP è tenuto a frequentare un corso di formazione specifico della durata minima di 16 ore.
Fino a ieri questa figura poteva delegare interamente la gestione della sicurezza senza alcun obbligo formativo diretto, mentre oggi il legislatore riconosce che chi ha la piena responsabilità di tutto ciò che accade in azienda deve possedere conoscenze strutturate sugli adempimenti previsti dalla legge.
Il corso datore di lavoro 16 ore si articola in due moduli distinti ma complementari.
Il primo è di carattere giuridico-normativo e offre una panoramica approfondita sugli aspetti legali della sicurezza, inclusi i principali obblighi previsti dal D.Lgs. 81/08.
Il secondo modulo riguarda invece l’organizzazione e gestione della SSL (Salute e Sicurezza sul Lavoro) e trasmette le competenze gestionali necessarie per pianificare, controllare e monitorare i rischi aziendali.
Chi opera come impresa affidataria nei cantieri temporanei e mobili dovrà aggiungere un modulo cantieri di ulteriori 6 ore, portando il totale a 22 ore di formazione obbligatoria.
L’aggiornamento è previsto con cadenza quinquennale e ha una durata minima di 6 ore.
I datori di lavoro attualmente in carica hanno tempo fino a maggio 2027 per completare il percorso formativo, dato che la scadenza è fissata a 24 mesi dall’entrata in vigore dell’Accordo.
Attenzione a non confondere questo corso con il percorso previsto per chi intende svolgere anche i compiti del Servizio di Prevenzione e Protezione.
Il datore di lavoro che vuole essere RSPP dovrà infatti aggiungere al corso base un modulo comune di 8 ore valido per tutti i settori, più eventuali moduli tecnici integrativi che variano da 12 a 16 ore a seconda del comparto produttivo di appartenenza.
Quanto costa formare un datore di lavoro: fasce di prezzo e modalità a confronto
Una delle prime domande che gli imprenditori si pongono riguarda naturalmente l’aspetto economico.
Il costo della formazione per datori di lavoro varia sensibilmente in base alla modalità di erogazione scelta e all’ente formatore a cui ci si affida.
L’Accordo 2025 consente tre diverse modalità per il corso base da 16 ore: e-learning, videoconferenza sincrona e formazione in presenza.
L’e-learning rappresenta generalmente l’opzione più economica e flessibile, perché permette di seguire i moduli formativi in qualsiasi momento e da qualsiasi luogo, compatibilmente con gli impegni lavorativi.
Questa modalità si adatta particolarmente alle esigenze di chi gestisce un’attività e fatica a ritagliarsi intere giornate da dedicare alla formazione.
Sul mercato i corsi in e-learning per datori di lavoro si collocano mediamente in una fascia di prezzo tra i 150 e i 300 euro, con variazioni legate alla qualità dei contenuti e ai servizi accessori inclusi.
La videoconferenza sincrona offre un buon compromesso tra flessibilità e interazione diretta con il docente.
Si partecipa in tempo reale a sessioni formative strutturate, con la possibilità di porre domande e confrontarsi con altri partecipanti, ma senza doversi spostare fisicamente.
I costi per questa modalità oscillano generalmente tra i 200 e i 400 euro, posizionandosi in una fascia intermedia.
La formazione in aula resta l’opzione più tradizionale e spesso anche la più costosa, sia per il prezzo del corso in sé che per i costi indiretti legati agli spostamenti e al tempo sottratto all’attività lavorativa.
I corsi in presenza partono tipicamente da 300-350 euro e possono superare i 500 euro presso enti formativi particolarmente accreditati o in contesti che prevedono esercitazioni pratiche elaborate.
Nella valutazione complessiva della spesa è importante considerare anche il costo opportunità: 16 ore di formazione significano almeno due giornate lavorative in cui il datore di lavoro non potrà dedicarsi alla gestione ordinaria dell’impresa.
Impatto economico sulle imprese e come pianificare l’adeguamento
Guardiamo la questione da una prospettiva più ampia.
L’introduzione dell’obbligo formativo per i datori di lavoro rappresenta una nuova voce di spesa che interesserà la quasi totalità delle imprese italiane, indipendentemente dal settore e dalla dimensione.
Per le microimprese e le PMI, che costituiscono l’ossatura del tessuto produttivo nazionale, anche una spesa di poche centinaia di euro può richiedere una pianificazione attenta all’interno del budget annuale.
Le aziende hanno sostanzialmente due strade per adempiere all’obbligo.
La prima è organizzare la formazione internamente, una possibilità prevista dall’Accordo ma che comporta oneri significativi: progetto formativo dettagliato, tenuta dei registri, predisposizione dei test di verifica, rilascio degli attestati e soprattutto disponibilità di un docente qualificato secondo i criteri del DM 6 marzo 2013.
La seconda opzione, decisamente più pratica per la maggior parte delle realtà, è affidarsi a enti formativi accreditati che hanno già predisposto percorsi conformi alle nuove disposizioni.
Diversi soggetti abilitati si sono infatti rapidamente adeguati ai requisiti dell’Accordo 2025, offrendo corsi già disponibili nelle varie modalità consentite dalla normativa.
Il consiglio è di non attendere l’ultimo momento per mettersi in regola.
Avere davanti 24 mesi può sembrare un orizzonte temporale ampio, ma l’esperienza insegna che le scadenze arrivano sempre più velocemente del previsto, e a ridosso del termine i costi potrebbero lievitare per l’aumento della domanda.
Pianificare oggi significa poter scegliere con calma la modalità formativa più adatta alle proprie esigenze e al proprio budget.




