Michele Poggipolini racconta l’evoluzione di un’impresa familiare diventata deep tech, con progetti all’avanguardia tra aerospace, IoT e open innovation
«Per noi, innovare non è solo un obiettivo, ma un processo naturale che ci accompagna da sempre. Siamo partiti dalla produzione di viti speciali in titanio per il settore racing e, nel corso degli anni, ci siamo evoluti fino a sviluppare sistemi complessi per l’aeronautica, la difesa e lo spazio».
Parole di Michele Poggipolini, amministratore delegato di Poggipolini Spa e former president del Gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Emilia Centro, rappresentante della terza generazione dell’azienda di famiglia.
Cosa significa innovare per la Poggipolini?
«Il nostro approccio è sempre stato quello di affiancarci ai clienti come veri partner, aiutandoli a superare le loro sfide tecnologiche. Il nostro claim, “Speed up the Future”, rappresenta la nostra filosofia: nessun limite nella ricerca e nello sviluppo di soluzioni avanzate e di nuove tecnologie. Crediamo fermamente che l’innovazione sia il motore principale del cambiamento e della crescita.
Negli anni, siamo stati riconosciuti come un’azienda deep tech, un riconoscimento dovuto non solo all’innovazione di processo, ma anche alla nostra spinta verso lo sviluppo di nuovi prodotti. Sul fronte dei processi, abbiamo brevettato il sistema High Speed Hot Forging, che ci ha permesso di passare dalla produzione di un singolo bullone in titanio al minuto a cento nello stesso arco di tempo.
Sul fronte dei prodotti, abbiamo dato vita a Sens-In, una start up nata all’interno di Poggipolini, probabilmente la prima iniziativa di venture building lanciata da una PMI in Italia. Sens-In sviluppa bulloni intelligenti in grado di raccogliere dati mai rilevati prima, rivoluzionando il concetto stesso di fissaggio.
Questo ci ha portati a evolvere il nostro modello di business, integrando hardware e software per l’analisi avanzata dei dati raccolti dai nostri dispositivi IoT. Il nostro mercato di riferimento rimane l’aerospace, dove la tecnologia Sens-In risulta disruptive. Tuttavia non abbiamo trascurato importanti settori come l’automotive, l’oil&gas e il wind. Sono diversi i progetti di successo che stiamo portando avanti parallelamente».
Come funziona il processo di ricerca e sviluppo?
«Oggi, contiamo su un team dedicato alla ricerca e sviluppo, con ingegneri che lavorano direttamente a stretto contatto con i clienti per progettare soluzioni su misura. Questa crescita costante ci ha spinti a strutturarci in modo più efficace per gestire processi organizzativi complessi, pur mantenendo la flessibilità che ci contraddistingue.
Il nostro nuovo campus a San Lazzaro di Savena ospita lo Speed Up Lab, un laboratorio per l’innovazione che accoglie start up e grandi OEM di settore, con l’obiettivo di promuovere la collaborazione e sviluppare progetti di open innovation.
Il nostro impegno verso l’innovazione si sta ora espandendo anche negli Stati Uniti, grazie all’acquisizione nel 2024 della Houston Precision Fasteners. Questa operazione ci consentirà di potenziare le nostre capacità di sviluppo tecnologico sul mercato americano, aprendo nuove opportunità di crescita».
Che importanza riveste il fatto di essere inseriti nell’ecosistema innovazione dell’Emilia-Romagna?
«L’Emilia-Romagna è una regione con un tessuto industriale altamente tecnologico e specializzato, con filiere produttive avanzate che potrebbero giocare un ruolo di primo piano nello sviluppo delle tecnologie aerospaziali. La presenza di università e centri di ricerca di eccellenza è un asset fondamentale per il nostro territorio. Tuttavia, il vero salto di qualità avverrà quando riusciremo a portare queste innovazioni verso i grandi player internazionali.
Basti pensare al Tecnopolo Manifattura di Bologna, al supercomputer Leonardo e alle competenze sviluppate nei processi avanzati, come il nostro High Speed Hot Forging. L’Emilia-Romagna ha già un biglietto da visita di grande impatto: ora la chiave sta nella contaminazione tra aziende, che può generare innovazioni integrate e competitive a livello globale».