Passaggio generazionale: istruzioni per l’uso

Alessandra Bussi Moratti – Psicologa del lavoro
Piccole e medie aziende: come trasformare il passaggio generazionale, spesso occasione di conflitti e blocchi, in un processo di responsabilità sociale per gli imprenditori?
In soccorso di aziende storiche, che si stanno imbattendo in una staffetta sfiancante, c’è il Patto di famiglia, in Italia ancora non molto diffuso.
In un libro pubblicato di recente da Key editore, dal titolo Insieme verso il futuro ne parlano Alessandra Bussi Moratti (psicologa del lavoro), Pasquale Dui (avvocato del lavoro) e Sergio Malizia, (consulente finanziario).
Attraverso un’analisi approfondita e una serie di idee innovative, gli autori sottolineano l’importanza di affrontare il passaggio generazionale con un orientamento a valori, quali: azienda, famiglia, risorse umane e territorio circostante.
“La pandemia – fanno sapere – ha portato cambiamenti significativi nel panorama economico e sociale, inducendo un rialzo delle competenze tecnologiche e delle relative sfide imprenditoriali. Questo periodo ha accelerato il processo del passaggio generazionale, spingendo gli imprenditori a rivalutare l’importanza di trasferire la leadership aziendale alle nuove generazioni. In questo senso, gli autori sottolineano come sia determinante che l’imprenditore ponga le basi per il passaggio generazionale fin dalle prime fasi di creazione dell’azienda”.
Unendo le loro professionalità in un periodo di grande trasformazione, quello post Covid, i tre autori si sono sforzati di offrire all’imprenditore spunti di riflessione, ma soprattutto percorsi utili da seguire. Come l’ABM Method©, che Bussi Moratti considera il metodo ideale con cui facilitare la vita di una azienda.
“Questo approccio – afferma la psicologa- basato su anni di esperienza e conoscenza acquisite nel settore del family business, fornisce una guida pratica e concreta per la particolarità d’approccio, rispetto ad altri testi prevalentemente teorici”.
Ma perché uno studio sul patto di famiglia? Secondo Bussi Moratti “purtroppo il numero di aziende storiche che si impantanano durante il passaggio generazionale sta crescendo. Le stime parlano chiaro: circa il 70% delle aziende familiari in Italia fallisce entro la terza generazione a causa di problemi nel passaggio generazionale. Tuttavia, ci sono esempi positivi di aziende che sono state in grado di superare questa sfida e trasferire con successo la leadership e la proprietà a nuove generazioni”.
“In generale – aggiunge Malizia- il problema del passaggio generazionale riguarda le piccole e medie aziende in tutta Italia, a prescindere dall’ ubicazione geografica. Ma ci sono alcune differenze tra le PMI del Nord e del Sud Italia in termini di dimensioni e settori di appartenenza”.
Quali sono i problemi più frequenti che si incontrano nei passaggi generazionali? “Riguardano soprattutto – replica Dui – la mancanza di una pianificazione adeguata e la scarsa attenzione alle questioni legali, finanziarie e psicologiche coinvolte nel processo di successione. Si presentano problemi legali, in quanto il passaggio di proprietà può essere un processo complesso e delicato dal punto di vista legale, soprattutto se non è stata fatta una pianificazione adeguata. Oppure, di natura finanziaria, poiché spesso i passaggi generazionali richiedono un investimento significativo di denaro. Di gestione del personale, visto che il passaggio di proprietà può essere un momento di grande incertezza e preoccupazione per i dipendenti dell’azienda che possono temere di perdere il proprio lavoro o subire cambiamenti radicali nella gestione dell’azienda”.
Qual è la generazione più a rischio? A sentire i tre, non c’è una generazione specifica che sia più a rischio nei passaggi generazionali, poiché ogni situazione è unica e dipende dalle circostanze specifiche dell’azienda e della famiglia proprietaria.
“Tuttavia – ci dicono – si può dire che le aziende gestite da imprenditori anziani, senza un successore designato, sono particolarmente esposte al rischio di fallire o subire un declino nella propria attività. Di solito, la reazione degli imprenditori alle difficoltà può variare a seconda della situazione specifica, della personalità dell’imprenditore e del settore in cui l’azienda opera. In genere, gli imprenditori tendono a reagire alle difficoltà in modo costruttivo, cercando soluzioni innovative e adattandosi alle nuove circostanze. Ci possono, però, essere casi in cui gli imprenditori reagiscono alle criticità con pessimismo o rinunciano, soprattutto se si sentono sopraffatti dalla situazione o se hanno difficoltà a trovare soluzioni efficaci. In questi casi, può essere importante cercare supporto in professionisti o altri imprenditori che hanno affrontato situazioni simili in passato”.
Gli errori più comuni che si commettono? Per i professionisti, non ci sono dubbi. Non è possibile trasferire la proprietà di una azienda in modo sereno e proficuo senza una pianificazione, senza formazione dei successori, senza chiarezza sui ruoli e sulle responsabilità.
È importante definire i ruoli e le responsabilità dei successori e dei membri della famiglia fin dall’inizio, in modo da evitare conflitti e ambiguità. Non è tutto. Ignorare la gestione del patrimonio: altro errore da non fare. Gli imprenditori dovrebbero considerare la gestione del patrimonio e delle questioni fiscali in modo adeguato, così da minimizzare i costi e massimizzare il valore dell’azienda. Sbagliato anche non coinvolgere professionisti esterni.
Nel libro si parla di un patto di famiglia, come di un’ancora di salvezza.
“Il patto di famiglia – precisano – rappresenta una soluzione per gestire il passaggio generazionale nelle PMI in modo strutturato e chiaro. I vantaggi principali del patto di famiglia sono: sicurezza giuridica, tutela degli interessi di tutti i membri della famiglia, pianificazione fiscale. Nonostante i vantaggi, il patto di famiglia non è, però, l’unica soluzione per la gestione del passaggio generazionale nelle PMI. Altre opzioni includono la cessione dell’azienda a terzi o la sua vendita. Tuttavia, tali soluzioni potrebbero comportare maggiori costi e implicare la perdita di controllo dell’impresa da parte della famiglia. La scelta della soluzione migliore dipenderà dalle specifiche esigenze dell’impresa e dei suoi proprietari. Anche se il patto di famiglia può rappresentare una soluzione efficace per la gestione del passaggio generazionale nelle PMI, esistono alcune controindicazioni che vanno prese in considerazione. Il patto di famiglia può creare infatti tensioni tra i membri della famiglia. Potrebbe non essere adatto a tutte le situazioni. Può essere difficile da modificare o sciogliere, poiché rappresenta un accordo vincolante tra i membri della famiglia”.
Qual è la scelta finanziaria che salva spesso le Pmi nei passaggi generazionali? “Molte delle piccole e medie imprese italiane sono legate al territorio e al concetto di famiglia – dichiara Malizia – essendo caratterizzate da una proprietà familiare. Il passaggio generazionale diventa un momento fondamentale per garantire longevità all’azienda. Solo una pianificazione pensata e realizzata per tempo può creare i presupposti per una continuità aziendale. Il merito e le competenze sono la base per potere prendere le redini di un’azienda. Non è sufficiente essere l’erede in quanto figlio o figlia del proprietario dell’azienda. Una cultura finanziaria adeguata arricchisce il patrimonio, crea un migliore rapporto tra banca e impresa, e permette di valutare l’opportunità dell’utilizzo di nuovi strumenti finanziari, non quando la situazione è compromessa, ma quando si è definita la strada che si desidera intraprendere”.
In materia di passaggio generazionale come è messa l’Italia rispetto ad altri Paesi europei? “È considerata – concludono Bussi Moratti e Dui – uno dei Paesi europei con un alto numero di imprese familiari e questo implica anche una maggiore incidenza di passaggi generazionali all’interno delle PMI. Secondo dati recenti, il 90% delle imprese italiane sono a conduzione familiare e circa il 30% di queste imprese si trova ad affrontare il passaggio generazionale”.

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