• 20 Maggio 2025

Opportunità negli Emirati Arabi Uniti

 Opportunità negli Emirati Arabi Uniti

Massimo Falcioni e Valeria Maria Fazio

Valeria Maria Fazio, Ambassador di Italia Economy per gli Emirati Arabi Uniti, ha intervistato Massimo Falcioni, Chief Competitiveness Officer presso l’Abu Dhabi Investment Office (ADIO), durante la Abu Dhabi Finance Week, tenutasi tra il 9 e il 12 dicembre

Il Made in Italy trova negli Emirati Arabi Uniti un mercato ricco di opportunità, grazie a un contesto dinamico e in espansione. Valeria Maria Fazio, Board Member di Italiacamp EMEA e Ambassador di Italia Economy per gli Emirati Arabi Uniti, offre uno sguardo privilegiato sull’area intervistando Massimo Falcioni, Chief Competitiveness Officer dell’Abu Dhabi Investment Office, che fornisce una visione strategica delle potenzialità di crescita per le eccellenze italiane in un mercato in continua evoluzione.

Massimo, è un vero piacere poterla intervistare. Lei guida le iniziative strategiche dell’Abu Dhabi Investment Office per accelerare lo sviluppo dei servizi finanziari e contribuire alla diversificazione economica dell’emirato. Partiamo dalla definizione di Abu Dhabi come “Capitale del Capitale”. Cosa rende questa città una delle principali destinazioni per investimenti globali e quali sono gli asset più distintivi della sua economia?

«Grazie, Valeria, il piacere di essere qui con lei oggi è mio e sono molto contento di incontrare l’ambasciatrice di Italia Economy per gli Emirati Arabi Uniti. Abu Dhabi ha saputo costruire un ecosistema unico che combina stabilità politica, una visione strategica a lungo termine e infrastrutture di livello mondiale. Attraverso fondi sovrani come ADIA, Mubadala, ADQ, l’emirato guida investimenti globali in settori chiave come la tecnologia, l’energia rinnovabile e le infrastrutture intelligenti.

Inoltre, iniziative governative come quelle promosse da Abu Dhabi Investment Office (ADIO) mediante programmi a supporto della competitività delle aziende, attrazione degli investimenti con e senza incentivi finanziari e facilitazioni per l’accesso alle forniture locali e talenti si garantiscono un ambiente favorevole per gli investitori. Questo, unito a una posizione geografica strategica e a una forte enfasi sulla sostenibilità e l’innovazione, fa di Abu Dhabi un hub globale per il capitale e lo sviluppo economico.

Inoltre, l’accesso ai mercati internazionali è agevolato mediante i Comprehensive Economic Partnership Agreements (CEPA), accordi bilaterali che consentono la rimozione bilaterale tra Emirati Arabi Uniti e le controparti delle barriere doganali e fiscali al commercio. Per questo Abu Dhabi ha consolidato la sua posizione di leader globale attraverso risultati tangibili: nel 2024, il Pil non petrolifero ha superato il 50 per cento del totale, con settori come tecnologia, sanità e manifattura avanzata che guidano la crescita.

Gli Emirati hanno attratto oltre $30 miliardi di investimenti diretti esteri (FDI), registrando una crescita del 15 per cento rispetto al 2023. Questi numeri, uniti a politiche fiscali stabili e a infrastrutture all’avanguardia, confermano Abu Dhabi come una destinazione preferenziale per gli investitori globali.

Lei ha un’esperienza straordinaria nel settore del credito e delle assicurazioni alle esportazioni in Italia e all’estero avendo fondato e gestito la società di assicurazioni al commercio estero federale degli Emirati Arabi Uniti, e sviluppato le attività dell’Allianz Trade nei paesi della cooperazione del Golfo e della francese Coface nella regione del Medio Oriente. Quali sono oggi le principali opportunità e sfide nel campo del trade finance e dell’export finance negli Emirati Arabi Uniti?

«Nel 2024, il valore delle esportazioni non petrolifere degli Emirati ha raggiunto $600 miliardi, sostenuto dall’accesso crescente a strumenti di finanziamento innovativi come le piattaforme digitali per il trade finance. Il trade finance e l’export finance sono fondamentali per sostenere il commercio globale, specialmente in una regione come il Medio Oriente, che è un crocevia per i mercati mondiali.

Una delle sfide principali è l’accesso al credito per le PMI, ma strumenti come le garanzie statali, il credito assicurativo e le piattaforme digitali stanno contribuendo a ridurre questo gap. Inoltre, grazie all’uso di intelligenza artificiale e blockchain, possiamo migliorare l’efficienza e la sicurezza delle transazioni, promuovendo una maggiore fiducia tra gli attori del mercato. Abu Dhabi, attraverso strumenti innovativi e partnership strategiche, sta guidando questa trasformazione».

ITALIA ECONOMY - Opportunità negli Emirati Arabi Uniti

Quali suggerimenti darebbe alle aziende italiane, sia del settore del credito che della gestione fondi, interessate a entrare nel mercato di Abu Dhabi?

«Abu Dhabi rappresenta un mercato estremamente attraente per le aziende italiane, soprattutto nel 2024, con scambi bilaterali che hanno superato €6 miliardi. Consiglio alle imprese di puntare su settori come energia rinnovabile, infrastrutture intelligenti, fintech e guardare con grande interesse ai Cluster sviluppati da ADIO come la Smart Mobility (Smart & Autonomous Veichles Industry) o Agro-tech (Agro-Tech and Water Abudance-AGWA Cluster) e il più recente Cluster del Financial Services, lanciato durante la Abu Dhabi Finance Week.

Per avere successo, è fondamentale stabilire partnership con operatori locali e comprendere le dinamiche culturali e normative del mercato. Contattare l’Abu Dhabi Investment Office, presentando il proprio progetto di internazionalizzazione, corredato da un business plan, consente di ottenere il supporto finanziario e amministrativo per stabilirsi con successo nell’Emirato di Abu Dhabi e accedere alle opportunità locali e internazionali. Inoltre, la partecipazione a eventi strategici come l’Abu Dhabi Business Week offre un’occasione unica per creare connessioni significative e identificare nuove opportunità».

Quali opportunità specifiche intravede per i fondi di gestione degli investimenti e le banche di investimento italiane che desiderano stabilirsi presso l’Abu Dhabi Global Market? Come possono questi operatori accedere con successo al mercato di Abu Dhabi e, più in generale, agli Emirati Arabi Uniti?

«Abu Dhabi Global Market (ADGM) rappresenta una piattaforma ideale per i fondi di gestione degli investimenti e le banche di investimento italiane interessate a stabilirsi in un contesto internazionale di alto livello. Con un quadro normativo basato sul diritto comune inglese, ADGM garantisce trasparenza, sicurezza giuridica e un ambiente favorevole per attrarre investimenti globali.

Per gli operatori italiani, stabilirsi ad Abu Dhabi significa accedere a un ecosistema finanziario avanzato, supportato da fondi sovrani come ADIA, Mubadala e ADQ, e da una rete di investitori istituzionali e privati. Questo permette non solo di operare in uno dei mercati più dinamici della regione, ma anche di beneficiare di una posizione geografica strategica, che collega il Medio Oriente ai principali hub economici globali. Inoltre, il recente lancio del Financial Services Cluster rafforza l’impegno di Abu Dhabi nello sviluppo di un ecosistema finanziario innovativo, con un focus su fintech, gestione patrimoniale, finanza sostenibile e soluzioni ESG.

Questo permette di attrarre capitali istituzionali e privati provenienti non solo dagli Emirati Arabi Uniti, ma anche dall’intera regione del Golfo e da mercati emergenti ad alta crescita. Inoltre, grazie all’aumento della domanda di investimenti sostenibili e delle strategie ESG, i fondi italiani possono posizionarsi con prodotti innovativi e mirati a settori prioritari per Abu Dhabi, come energie rinnovabili, tecnologia avanzata e infrastrutture intelligenti. Per le banche di investimento, Abu Dhabi rappresenta un terreno fertile per attività come il project finance, il corporate finance e le operazioni di M&A.

La crescita dei settori strategici nell’emirato, come la tecnologia, la sanità e la manifattura avanzata, offre molteplici opportunità per supportare aziende locali e internazionali in progetti di espansione o consolidamento. ADGM fornisce una regolamentazione favorevole per condurre queste attività in un ambiente sicuro e trasparente, semplificando le operazioni transfrontaliere e riducendo le barriere normative. Per accedere con successo al mercato, ho quattro raccomandazioni per gli operatori italiani.

Stabilire una presenza locale: creare una sede operativa all’interno di ADGM è essenziale per accedere agli incentivi specifici, inclusi i regimi fiscali favorevoli (assenza di tasse sulle società) e l’accesso diretto agli investitori istituzionali locali e regionali.

Collaborare con i fondi sovrani e investitori locali: Abu Dhabi ospita alcuni dei fondi sovrani più grandi al mondo, come ADIA, ADQ e Mubadala, che cercano partner qualificati per co-investire in progetti strategici globali e regionali. Queste collaborazioni possono essere particolarmente vantaggiose per i fondi e le banche di investimento che offrono competenze settoriali o geografiche specifiche.

Approfondire la conoscenza delle esigenze locali: gli Emirati stanno incentivando settori come il fintech, la gestione patrimoniale digitale e la finanza sostenibile. Gli operatori italiani possono differenziarsi offrendo soluzioni innovative, ad esempio piattaforme di wealth management personalizzate o strategie di private equity mirate a sostenere la transizione energetica della regione.

Partecipare a eventi e cluster strategici: eventi come l’Abu Dhabi Business Week, Abu Dhabi Finance Week o cluster come il Financial Services Cluster lanciato da ADIO rappresentano piattaforme ideali per costruire relazioni, presentare le proprie competenze e ottenere visibilità tra i principali decision-maker della regione. In conclusione, ADGM non solo offre un ambiente regolamentato di livello mondiale, ma funge anche da gateway verso un mercato regionale in crescita esponenziale.

I fondi e le banche di investimento italiane, sfruttando le proprie competenze distintive e costruendo partnership strategiche, possono capitalizzare su queste opportunità per espandere le proprie operazioni in uno dei mercati finanziari più dinamici al mondo».

ITALIA ECONOMY - Opportunità negli Emirati Arabi Uniti

Come vede il futuro di Abu Dhabi nel contesto globale, specialmente considerando la sua leadership nella New Tech Economy e nella Falcon Economy?

«Abu Dhabi sta definendo nuovi standard per l’economia globale, puntando su innovazione, sostenibilità e diversificazione. La Falcon Economy rappresenta un esempio straordinario di trasformazione economica, con il Pil non petrolifero che ha superato il 50 per cento. Nel contesto della New Tech Economy, l’emirato sta attirando investimenti strategici in settori come IA, fintech e smart infrastructure. Credo che Abu Dhabi continuerà a essere un pioniere nell’economia globale, creando un ecosistema capace di adattarsi e prosperare in un mondo in continua evoluzione.

I risultati del 2024 sono solo l’inizio. Con il Pil dell’emirato che si avvicina ai $400 miliardi, Abu Dhabi continua a investire in settori chiave come l’intelligenza artificiale, con un piano di sviluppo tecnologico da $50 miliardi entro il 2030. Inoltre, la Falcon Economy dimostra la capacità di Abu Dhabi di adattarsi alle nuove dinamiche globali, puntando su diversificazione e sostenibilità. Sono fiducioso che l’emirato continuerà a essere un faro per l’economia globale nei prossimi decenni».

Un’ultima domanda, Massimo. Parlando di tecnologia, qual è il ruolo dell’IA e delle piattaforme blockchain nel trasformare il settore finanziario, specialmente in ambiti come la gestione del rischio e la supply chain finance?

«L’IA e la blockchain sono ormai indispensabili. Solo nel 2024, il volume delle transazioni digitali basate su blockchain negli Emirati ha superato $20 miliardi, un aumento del 25 per cento rispetto all’anno precedente. L’IA sta migliorando l’efficienza operativa delle banche e delle società di assicurazione, con algoritmi che consentono di prevedere i rischi con una precisione superiore del 40 per cento. Questi progressi non solo aumentano la competitività di Abu Dhabi, ma rafforzano anche la fiducia degli investitori nel nostro mercato».

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Redazione

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