Nuova frontiera dell’Healthcare

La nuova frontiera dell’Healthcare grazie a Brain Waves
Si aprono nuovi orizzonti nel mondo dell’Healtcare (sito web), in particolare per la gestione della quotidianità delle persone affette da patologie neurodegenerative, come la SLA: Brain Waves è una tecnologia rivoluzionaria che mette in connessione le onde cerebrali con i più diversi dispositivi elettronici
Si tratta di una Brain Neural Interface non invasiva: non prevede infatti alcun chip da inserire nella corteccia celebrare, come avviene invece per Neuralink di Elon Musk. Basta indossare una sorta di cerchietto dotato di sensori, perché le onde cerebrali comunichino ad esempio con una carrozzina elettrica e permettano quindi al paziente di spostarla con la sola forza delle mente.
Gli impieghi sono naturalmente molteplici, non soltanto in ambito sanitario: questa tecnologia può essere utilizzata per muovere droni, guidare auto o altri dispositivi elettronici.
Brain Waves è frutto della mente visionaria di Massimo Bertaccini, matematico e crittografo, nonché Founder e CEO di Brain Waves, con la collaborazione degli ingegneri informatici Alessandro Passerini e Tiziana Landi, di Cryptolab.
Lombardia Economy è entrata nel vivo di questa realtà rivoluzionaria, intervistando direttamente il Ceo, Massimo Bertaccini.
Brain Waves nasce in seno a Cryptolab, una realtà che vive già nel futuro. Dalla sicurezza informatica, ha esteso il suo campo d’azione anche alle applicazioni di connessione tra cervello e macchina. Brain Waves è il primo sistema che connette il cervello con qualsiasi dispositivo elettronico. Quali sono gli ambiti di impiego attuali?
“Gli ambiti di impiego di questa tecnologia di Brain Neural Interface, sono svariate e non si limitano di certo a far volare droni mediante le onde cerebrali o a guidare automobili o altri veicoli. Uno degli impieghi socialmente più utili è l’aiuto ai paraplegici. È noto che le persone affette da malattie neurodegenerative, quali la SLA, hanno severi problemi (anche in una prima fase) nel controllo delle estremità degli arti, quali le mani, a causa delle contrazioni dei nervi. Mentre per quanto riguarda gli occhi e la testa, solo nella fase terminale si manifesta un blocco totale. La nostra tecnologia di guida tramite Brain Waves permette a queste persone di poter manovrare senza il joystick, ma con un cerchietto sulla testa, la sedia a rotelle elettronica. In questo ambito, stiamo portando avanti sperimentazioni con ospedali, aziende produttrici e cliniche interessate.
Rimanendo nel campo Healthcare, altre applicazioni già sviluppate da noi e in fase di sperimentazione sono relative ai bracci robotici e alla possibilità di scegliere e scrollare le pagine internet senza la tastiera oppure selezionare dallo schermo lettere e numeri o ancora aprire cartelle sul computer sempre senza toccare lo schermo o la tastiera, ma con la sola forza delle onde cerebrali. Capirete bene come questo sistema – che abbiamo chiamato Brain Mouse – aiuti moltissimo le persone con limitata movimentazione, o senza gli arti superiori o ancora i tetraplegici che non sono in grado di muovere un solo muscolo di tutto il corpo.
Per quanto riguarda invece la Cybersecurity, stiamo iniziando un POC con una delle più grandi società pubbliche italiane, al fine di sperimentare concretamente un sistema da me brevettato e chiamato ‘Brain Password’, che permette l’autenticazione tramite le onde cerebrali.
Infine, altre applicazioni già possibili riguardano il campo della guida di droni e di altri veicoli elettronici, tramite tecnologia Brain Waves, come si evince dai vari video che ho postato e dagli eventi a cui di recente ho partecipato, mostrando gli sviluppi della nostra ricerca: CES2023 a Las Vegas e WMF2023 a Rimini, lo scoro 17 Giugno, dove sono stato ospite del MainStage con uno show di guida cerebrale del drone”.
Riguardo all’impiego di Brain Waves nel mondo dell’assistenza sanitaria, può spiegarci più nel dettaglio come funzionano le applicazioni studiate ad hoc per le persone paraplegiche o affette da SLA?
“Ritornando all’applicazione di Brain Waves sulle carrozzine elettroniche, il sistema permette di interfacciarsi col veicolo senza l’uso del Joiystick, che risulta scarsamente manovrabile dalle persone affette da SLA, connettendosi in Wifi o Bluetooth alla centralina del mezzo e direzionandolo in base a segnali impartiti dal guidatore, tramite il nostro dispositivo di EEG (quello per capirci che rileva le onde cerebrali) connesso con Brain Waves.
Altro sistema utilissimo e innovativo rivolto ai pazienti affetti da SLA e tetraplegici o con arti mancanti, come detto poc’anzi, è Brain Mouse, che vanta una particolarità applicativa assolutamente vantaggiosa rispetto ai sistemi di eye-tracking, ovvero quelli che utilizzano una videocamera per tracciare gli occhi e scrivere sullo schermo.
Tali sistemi di eye-tracking sono altamente stressanti per il paziente, poiché il soggetto deve “catturare” la lettera sullo schermo con gli occhi e trascinarla per costruire la frase.
Il nostro sistema utilizza invece un semplice eye-blink (una strizzata di occhi) che permette di selezionare le lettere e i numeri sullo schermo, tramite un pattern rilevato dall’EEG sul cervello, quindi automaticamente e senza una telecamera di fronte”.
L’innovazione tecnologica in ambito sanitario è la chiave per l’evoluzione del comparto, verso la realtà di domani?
“Assolutamente sì. Sono convinto che in futuro, mediante queste tecnologie di Brain Neural Interface le persone affette da malattie neurodegenerative o senza arti potranno camminare, mentre i ciechi potranno rivedere la luce. Naturalmente ciò potrebbe comportare interventi chirurgici anche invasivi al cervello, ma per un cieco, sono convinto che questo sia un rischio più che accettabile, a fronte della possibilità di tornare a vedere nuovamente.
È altresì doveroso sottolineare che i nostri sistemi non utilizzano interventi chirurgici, ma sono semplicemente un collegamento del cervello (tramite il nostro EEG, che è una semplice cuffia con un cerchietto) alle macchine, senza alcun sistema neurale invasivo o dannoso per la salute sia mentale che fisica del paziente”.
Quali sono i margini di “sicurezza” dell’impiego delle connessioni cervello/macchina?
“Se intende per margini di sicurezza una guida più o meno sicura, questo è già confermato dai miei video sui droni. La fluidità e la precisione sono ottimi con la guida Brain Waves. Se parliamo degli aspetti etici della questione, entriamo invece in un campo minato. Tuttavia per eliminare qualsiasi dubbio al lettore, i nostri sistemi Brain Waves sono a direzione univoca, ovvero le onde viaggiano dal cervello alla macchina e non viceversa. Ciò significa che il cervello dell’utente non ha nessuna inferenza con dati che provengono dall’esterno. In parole semplici col nostro sistema attuale NON si può manipolare una persona infiltrandogli dati nella mente. Ci tengo a sottolinearlo, perché questa è una domanda ricorrente nelle persone che incontro e che sono affascinate dalla nostra tecnologia, ma al tempo stesso intimorite dal fatto che questa possa produrre effetti manipolatori”.
CryptoLab ha un’unica sede europea, a Bologna. Esiste un mercato sufficientemente aperto in Italia per portare avanti innovazioni che vedono la stretta connessione tra cervello e macchina?
“No, devo smentirla. Cryptolab è un gruppo di 3 imprese consociate che pur operando fino ad ora in modo discreto e segreto, ha sedi sia in Europa (Italia) che in USA – Silicon Valley (CA). Uno dei mercati più attivi sarà proprio questo, il mercato USA, dove mi trovo attualmente a Santa Clara (CA) e da dove sto rispondendo alle sue domande”.
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