Vessel Global punta al Nord Carolina

Nord Carolina, non più solo Mezzogiorno degli Usa. Luigi Mercuri è un consulente specializzato in investimenti cross-border: «Ecco come l’intero settore produttivo locale si è evoluto negli ultimi decenni»
Da Mezzogiorno d’America all’ingresso in pianta stabile nella top 10 degli Stati più sviluppati degli Usa e “Best State for business” secondo diversi ranking, incluso quello annuale di Cnbc. Con al suo interno una punta di diamante, “il Research Triangle Park”: il più grande parco di ricerca e innovazione industriale in Nord America (vi lavorano circa 50mila persone distribuite fra oltre 300 aziende). Una combinazione di università, ricerca e imprese che ne fanno ormai un’eccellenza dello sviluppo economico statunitense. Il Nord Carolina è uno Stato federato della East Coast in piena espansione, ma che strizza costantemente l’occhio al Made in Italy.
È in questo contesto che opera Luigi Mercuri, consulente con esperienze in Germania, Stati Uniti, Belgio, Regno Unito e Corea del Sud, specializzato in investimenti trasnfrontalieri e commercio internazionale, per la Vessel Global (società con base in Svizzera per la quale l’agenzia di sviluppo economico della Nord Carolina – Edpnc – rappresenta uno dei clienti più rilevanti).
«Molteplici stati americani – dice Mercuri – hanno uffici permanenti in Europa e tra loro sono in aperta competizione, da un punto di vista economico e promozionale. Non a caso esiste dagli anni ’70 il Council of American States in Europe (Case), associazione di riferimento per 19 di essi, con sede a Bruxelles. Organizzazione che sostengo personalmente in qualità di vicepresidente.
Il mio rapporto con l’agenzia di sviluppo economico della Nord Carolina risale al 2017: dopo aver lavorato per l’Ice a Berlino (l’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, ndr), passai al mondo della consulenza nel settore investimenti diretti esteri, sviluppo economico territoriale e commercio multilaterale.
Oggi mi occupo sia di assistere il desk di attrazione investimenti dell´Ice in Germania che di attrarre investimenti negli Stati Uniti. Mi trovo inoltre spesso impegnato nel facilitare strategie di espansione e l’incontro tra domanda e offerta per conto di aziende europee sui mercati globali».
Tra le aziende presenti in Nord Carolina vi sono molte aziende farmaceutiche quali la Biogen, Novo Nordisk, Novartis, nell’automotive la Daimler, Toyota, Volvo, nel settore finanziario e assicurativo (il cui polo di Charlotte, una delle due città più importanti dello Stato insieme alla capitale Raleigh, è il secondo dopo quello di New York) figurano Bank of America (attore finanziario con una storia molto Italiana) e Wells Fargo.
«Ma in Nord Carolina – prosegue Mercuri – ci sono anche una comunità italiana coesa; un settore aerospaziale altamente innovativo che sta portando alla realizzazione del nuovo velivolo “Boom Supersonic”, simile al Concorde (e ricordo che i fratelli Wright decollarono per la prima volta con un velivolo proprio dalle spiagge della Nord Carolina); uno sviluppato settore tessile hitech. All´interno del Research Triangle Park vi sono diverse aziende Ict quali Ibm, Google e il nuovo headquarter di Apple sulla East Coast. Qui è peraltro nata la conosciuta compagnia di software Red Hat».
Alcune delle maggiori imprese italiane in Nord Carolina sono Biesse Group, Chiesi Farmaceutici, Brembo, e Nutkao.
E poi il Nord Carolina ha un Pil che sopravanza quello dell’intera Svezia (che già di per sé è un dato rilevante…), è il nono Stato più popoloso di tutti gli Usa e oscilla tra il nono e il decimo posto della classifica tra gli Stati americani con il Pil più alto.
«Ricalca un po’ la storia delle nostre politiche per il Mezzogiorno in chiave positiva. Negli anni Cinquanta dello scorso secolo – spiega Mercuri – era una regione in origine povera, dalla forte impronta agricola (soprattutto tabacco, cotone e prodotti tessili). Oggi è diventato un territorio estremamente interessante, grazie a investimenti oculati nelle infrastrutture e una pressione fiscale agevolata (se confrontata con gli Stati del Nord) che attira numerose società da altre aree geografiche statunitensi, a cominciare dai costosi Stati del Nord Est.
E poi il clima è decisamente migliore: per primi lo hanno capito, negli anni ’90, i pensionati, oggi a spostarsi sono invece le imprese, che qui trovano l’ecosistema più adatto per trasferire il proprio know-how».
E anche l’Italia non è rimasta indifferente al “richiamo” della Nord Carolina. Lo scorso febbraio Mercuri ha infatti accompagnato una missione esplorativa da parte del Segretario del commercio Machelle Sanders, che ha fatto visita a numerose realtà economiche di Milano, Verona e Padova. Perché in questo “processo” anche la politica deve fare la sua parte. «Per creare sviluppo economico territoriale – spiega Mercuri – è necessaria una politica coesa e lungimirante. Ma soprattutto servono le persone giuste che applichino questi principi: il Governatore della Nord Carolina, e i suoi predecessori, sono per esempio riusciti a sviluppare il giusto clima di collaborazione, fiducia e sinergia con l’ecosistema produttivo, finanziario e accademico locale. Risultato? Sono progressivamente arrivati gli investitori e i tradizionali settori produttivi si sono evoluti: il tessile è diventato tech, l’agricoltura è ora foodtech, agtech e biotech».
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