Mercato del lavoro e redditi 2023

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Mercato del lavoro e redditi 2023: ripresa dell’occupazione, ma persistono disuguaglianze

Il 2023 ha rappresentato un anno di consolidamento per il mercato del lavoro italiano, con segnali positivi in termini di occupazione e una lieve contrazione della disoccupazione, ma con dinamiche ancora fortemente influenzate da reddito, età, genere, istruzione e territorio.

Occupazione in crescita, soprattutto nelle fasce più deboli

Il tasso di occupazione tra i 15 e i 64 anni è salito al 61,5%, con un incremento di 1,4 punti percentuali rispetto al 2022. Contestualmente, la disoccupazione è scesa al 7,8% (-0,4 punti percentuali) e l’inattività al 33,3% (-1,2 punti percentuali). La crescita dell’occupazione ha interessato principalmente le fasce a reddito più basso: +2,7 punti percentuali nel quinto più povero e +2,1 punti percentuali nel secondo e terzo quinto. Si tratta di classi tradizionalmente più vulnerabili, che hanno beneficiato maggiormente della ripresa post-pandemica.

Territorio: Mezzogiorno e Nord-est trainano l’aumento

A livello territoriale, Nord-est e Mezzogiorno hanno registrato i maggiori aumenti del tasso di occupazione (+1,5 punti percentuali). Nel Mezzogiorno, però, il livello resta basso (48,2%), mentre nel Nord-est si arriva al 70,5%. L’aumento è stato più consistente nel quinto di reddito più povero, specialmente nel Nord-est (+5,6 punti percentuali) e nel Centro (+3,9 punti percentuali).

Giovani e over 55 protagonisti della ripresa

I giovani tra i 25 e i 34 anni hanno visto crescere il tasso di occupazione al 68,1% (+2 punti percentuali), con un picco di +5 punti percentuali nel quinto più povero. Gli over 55 (55-64 anni) hanno segnato il maggiore incremento tra tutte le fasce d’età: +2,3 punti percentuali, con un +3,5 punti percentuali nel secondo quinto di reddito.

Donne, divari ancora marcati

Il divario di genere resta significativo, soprattutto nei quinti di reddito inferiori. Nel secondo quinto, il tasso di occupazione maschile (66,2%) supera quello femminile di 27,5 punti percentuali. Anche se le donne registrano un aumento maggiore dell’occupazione rispetto agli uomini (+1,4 punti percentuali contro +1,2), persistono ampie disparità.

Istruzione: maggiore occupabilità per i più istruiti

Il livello di istruzione incide fortemente sull’occupabilità. Chi ha un titolo universitario ha un tasso di occupazione del 90% nel quinto più ricco (contro il 57,1% dei meno istruiti) e del 52,2% nel quinto più povero (+21 punti percentuali rispetto ai meno istruiti). L’incremento maggiore rispetto al 2022 si registra tra i laureati nel secondo quinto (+3,9 punti percentuali).

Tipologia contrattuale: stabile cresce il tempo indeterminato

Nel 2023 il 41,2% degli individui ha un contratto a tempo indeterminato (+1,4 punti percentuali), mentre i lavoratori a termine scendono al 7,9% (-0,2 punti percentuali). Fa eccezione il quinto più povero, dove il lavoro a termine cresce di +1,3 punti percentuali, a testimonianza di una maggiore precarietà.

Redditi reali ancora sotto i livelli pre-pandemia

Nonostante la crescita dell’occupazione, il reddito medio da lavoro nel 2022 (20.600 euro) resta sotto il livello del 2018 (20.900 euro), penalizzato soprattutto dal lavoro dipendente (-5% rispetto al 2018). I redditi da lavoro autonomo, invece, sono superiori del 10,4% rispetto al 2018, mostrando maggiore capacità di adattamento all’inflazione.

Nuova occupazione a basso reddito

Tra i nuovi occupati del 2023, il 42,7% ha trovato lavoro in attività a basso reddito, evidenziando una tendenza alla precarietà e alla stagionalità per chi rientra nel mercato del lavoro dopo un periodo di inattività o disoccupazione. Solo il 6,9% dei nuovi ingressi ha trovato occupazione in settori ad alto reddito.

Fonte: Istat Report mercato del lavoro e redditi, un’analisi integrata Anno 2023

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Immagine di Giulia Chittaro
Giulia Chittaro

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