Marcolin, investire nell’innovazione
Investire nell’innovazione: uno sguardo attraverso le lenti degli occhiali Marcolin. Intervista a Clara Magnanini, Group Communication Director
Fortunatamente l’Italia vanta ancora aziende storiche nate a metà del secolo scorso in perfetta salute. Per continuare a essere leader nel proprio settore, occorre saper innovare non solamente nell’offerta e nei processi produttivi, ma anche nella strategia aziendale, accogliendo i messaggi del cambiamento etico e sociale.
Abbiamo intervistato Clara Magnanini, Group Communication Director di Marcolin da fine 2022, dopo venti anni di percorso professionale nell’automotive, in realtà del lusso e del made in Italy, prima in Maserati e poi in Lamborghini, dove dal 2016 è stata Responsabile Brand & Corporate Communication a livello globale.
Al suo ingresso in Marcolin ha assunto la responsabilità sulle aree di Brand e Corporate Communication, degli eventi a livello globale e della sostenibilità, col coordinamento delle attività di ESG Management (Environmental, Social and Governance) all’interno del Gruppo.
Chi è oggi Marcolin?
Marcolin (sito web) è una delle aziende leader a livello mondiale nel settore eyewear. È stata fondata nel 1961 in Italia, nel cuore del distretto veneto dell’occhialeria, e da sempre si distingue per la capacità unica di coniugare manifattura artigianale con tecnologie avanzate attraverso la costante ricerca dell’eccellenza e l’innovazione continua.
Marcolin oggi vanta un portfolio ampio e diversificato, costituito da brand con un posizionamento ben definito e riconosciuto a livello internazionale. Quattro team di progettazione e sviluppo con sede in Italia, negli Stati Uniti e in Asia collaborano per garantire che le esigenze globali di ogni marchio siano soddisfatte e il loro Dna tradotto in prodotti unici e di eccellenza.
Marcolin è presente in tutto il mondo con 15 filiali, due joint ventures e oltre 150 partner distributori in più di 125 Paesi. In Italia l’azienda ha sede a Longarone (BL) e Milano. Complessivamente, Marcolin impiega circa 2000 persone.
Negli anni del boom economico del XX secolo abbiamo assistito a fenomeni di identificazione di massa attraverso la moda, quando tutti indossavano esattamente gli stessi capi per sentirsi parte di un gruppo. Ora al contrario il cliente ricerca la personalizzazione e l’unicità. Cosa rappresenta un occhiale per chi lo indossa?
«Gli occhiali sono un accessorio multi-sfaccettato: sono un dispositivo medico per chi presenta problemi di vista, sono oggetti di design inseguendo e precorrendo trend, sono accessori moda che completano ed esaltano look, sono, da un punto di vista più simbolico, una finestra sul mondo, un qualcosa di intimo che cambia la visione di quello che ci circonda.
Rappresentano uno degli accessori più interessanti e misteriosi, perché cambiano la costruzione visiva del viso, il percepito che gli altri hanno di noi. Permettono a chi li indossa di giocare con differenti personalità, in maniera ancora più accentuata di un vestito, un paio di scarpe o una borsa».
ESG – Etica e consumi responsabili sono tra i valori che guidano la coscienza collettiva attuale: come devono comportarsi i fashion brand per essere accettabili e di successo?
«Moda e lusso sono storicamente due settori su cui si pone sempre grande attenzione quando si parla di sostenibilità e consumi: per anni sono stati visti come mondi dediti allo spreco. Oggi non è così, è cambiata la sensibilità generale di consumatori e brand: i grandi marchi, e non solo, hanno capito che lo storytelling in tema di sostenibilità non è più sufficiente, e tanto meno accettato.
Per evitare di fare greenwashing, è necessario puntare sulle azioni: l’analisi del proprio impatto, le rendicontazioni e gli obiettivi dichiarati devono essere accompagnati da progetti concreti, pensati per salvaguardare il pianeta, tutelare e promuovere uno stile di vita positivo tra le proprie persone e sui territori dove queste vivono».
Quali i principali pilastri dell’impegno in sostenibilità di Marcolin?
«Marcolin è impegnata in un percorso ESG che interessa l’intera organizzazione e si articola sui tre pilastri di ambiente, persone e filiera. Per noi sostenibilità ambientale significa investire nell’innovazione per ottimizzare i processi di produzione e l’uso delle risorse, garantendo il massimo della qualità.
Utilizziamo materiale bio-based o in plastica r-PET per alcuni brand in licenza, nel 2022 siamo stati i primi player del settore ad avere ottenuto la certificazione ISO 13485:2016, che regola a livello internazionale i sistemi di gestione qualità nel settore dei dispositivi medici, stiamo ampliando il progetto di tracciabilità già avviato, per un puntuale monitoraggio della vita di ogni occhiale che mettiamo in commercio, dalla produzione alla distribuzione.
Ai progetti si affianca un impegno di raccolta dati e analisi della nostra impronta di carbonio sia in termini di emissioni dirette e indirette, che confluirà quest’anno nel nostro primo bilancio di sostenibilità che renderemo pubblico su base volontaria. Completata l’analisi partiremo con la definizione di nuove progettualità e nuovi target».
Leadership e inclusione: come la sta affrontando Marcolin.
«Dal punto di vista sociale, Marcolin è una realtà profondamente inclusiva, grande attenzione è infatti data alle persone. Abbiamo appena ottenuto la certificazione per la parità di genere, un riconoscimento di grande valore che premia un percorso partito da lontano.
Oggi il 62% delle persone di Marcolin è composto da donne, di cui il 40% occupa posizioni manageriali e il 50% ricopre ruoli dirigenziali. Sono state negli anni introdotte politiche di welfare aziendale, a supporto del work-life balance e della genitorialità, incluso il potenziamento dello smart working e degli strumenti flessibili di gestione degli orari di lavoro.
Sul piano formativo è stato avviato un percorso per futuri manager, la Leadership Academy, con l’introduzione di una sessione dedicata alla leadership al femminile. Il sostegno all’aspetto psicologico è stato oggetto di focus group dedicati alle neomamme, insieme all’introduzione di uno sportello psicologico disponibile tutti i giorni per tutti i dipendenti, con garanzia del rispetto della privacy.
In tema di genitorialità sono stati ampliati i permessi per i padri in caso di malattia del figlio e siglate convenzioni con asili nido».
Quali sono state le prime iniziative intraprese dall’arrivo in Marcolin?
«Marcolin è un’azienda dal potenziale narrativo enorme, che si nutre di un ecosistema di mondi. Sono entrata in azienda con l’obiettivo di dare maggiore visibilità e voce al Gruppo, alla parte corporate, rafforzando così la narrazione parallela a quella del prodotto e dei brand in portfolio.
Con il mio team abbiamo lavorato fin da subito al rafforzamento dei canali esistenti e alla creazione di nuovi strumenti: in primis, Marcolin Stories, il nostro brand magazine online, una finestra sul mondo Marcolin, da scoprire attraverso notizie, approfondimenti e curiosità legati all’universo moda e lusso, tematiche ESG, storie di persone, interviste, reportage e appunti di viaggio, in chiave lifestyle.
A livello di eventi stiamo puntando sempre di più sulla creazione di piattaforme che elevino la brand awareness del nostro marchio e che mettano sempre di più le persone e i nostri clienti al centro, con focus sui momenti esperienziali e immersivi nel nostro mondo.
Un esempio è il lancio di Marcolin Talk, un nuovo format innovativo nato con l’obiettivo di mettere a confronto ospiti d’eccezione durante incontri esclusivi negli showroom Marcolin di tutto il mondo, rafforzando il legame con la nostra community. Un format che esporteremo quest’anno in giro per il mondo, da Shanghai a NY».
Comunicare è importante quasi quanto fare: concludiamo l’intervista con un approfondimento su come è cambiata la comunicazione dei brand.
«Quello della comunicazione, lo sappiamo, è un mondo in costante evoluzione. La pandemia ha sicuramente rappresentato uno spartiacque a livello comunicativo.
Le giovani generazioni con la loro “nuova sensibilità”, e le difficoltà che tutti noi abbiamo vissuto, hanno portato a uno spostamento generale di quello che secondo me è il focus narrativo per i brand: dallo storytelling in ogni salsa e per qualsiasi cosa, ci si è spostati verso una comunicazione più sana, reale, concreta, una narrazione basata sui valori: il valuetelling.
Sono cambiati molto anche i codici e gli strumenti. È evidente che l’affermazione dei social come principale mezzo di informazione ha portato anche i brand a cambiare stile: sempre più visuale, sempre più immediata».
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