Marazzato – I rifiuti speciali: una risorsa
Il Gruppo Marazzato da 70 anni è un’azienda di primaria importanza a livello nazionale, che si occupa di smaltimento e trasporto rifiuti, bonifiche ambientali, rimozione amianto e altri servizi ambientali, arrivando a gestire annualmente oltre 600 mila tonnellate di rifiuti speciali. Ne parliamo con Alberto Marazzato, direttore generale del Gruppo Marazzato
Lucillo Marazzato comincia a occuparsi di trasporti nel 1952, in Val d’Aosta: è il dopoguerra e c’è l’esigenza di trasportare diverse tipologie di materiali, pericolosi e non. Dopo alcuni anni l’attività viene spostata a Ivrea, specializzandosi nel trasporto dei prodotti petroliferi. Negli anni ‘90 il figlio Carlo intuisce le potenzialità offerte dal business del trasporto dei rifiuti speciali che derivano dalle attività industriali. “In quegli anni nasce l’esigenza di trovare il modo più idoneo per smaltire questi rifiuti”, racconta Alberto Marazzato, che guida il gruppo insieme ai fratelli Luca e Davide.
Nel 2003 viene acquisito il primo impianto di stoccaggio solidi a Casale Monferrato e nel 2017 la piattaforma polifunzionale di Villastellone, alle porte di Torino, polo molto importante nel nord-ovest. “Nell’ultimo decennio ci siamo ampliati nel settore delle bonifiche di terreni e siti dismessi, anche quelli contaminati da amianto. Operiamo in cantieri come il Terzo Valico – quello della costruzione della nuova ferrovia che collega la Liguria alla Lombardia – e il cantiere della TAV Torino-Lione. Ci siamo occupati anche del Ponte Morandi, dove abbiamo seguito tutti i lavori, non solo quelli di evacuazione ma anche quelli relativi alla gestione dei servizi operativi per il cantiere. Ci occupiamo della bonifica di vecchi siti industriali che poi vengono riconvertiti in progetti di edilizia urbana”.
Quali sono i processi innovativi e di formazione all’interno della vostra azienda?
Suddividiamo in due macrocategorie la formazione dei nostri dipendenti tra operativi e competenze specifiche, e questo ci distingue dai nostri competitors. In Italia abbiamo una grossa carenza di operai specializzati e per questo cerchiamo di essere più attrattivi per il potenziale lavoratore: tutto questo significa investimento, in termini di capitale, nella propria azienda. Il nostro settore richiede numerose attestazioni e qualifiche, per via di tutta la normativa a cui siamo soggetti. Come azienda abbiamo necessità di personale che abbia competenze specifiche oltre alle soft skills, importanti per relazionarsi nei team di lavoro. Abbiamo creato una Academy nella quale inseriamo sistematicamente giovani e iniziamo con loro un percorso formativo; insieme ad agenzie di lavoro interinali e a Confartigianato proseguiamo con un percorso di inserimento, affiancamento e formazione, nella speranza di creare le colonne portanti per il futuro. Per quanto riguarda alcune figure professionali verticali, invece, abbiamo iniziato delle collaborazioni con alcuni atenei, intervenendo anche nella progettazione di corsi e dottorati.
Quali sono le azioni da parte del Governo in un settore che ogni anno registra un forte aumento di volumi di rifiuti speciali esportati?
L’Italia purtroppo nei rifiuti speciali è uno dei Paesi che esporta di più: è necessaria una presa di coscienza, una consapevolezza e una crescita culturale da parte della collettività. I rifiuti speciali sono una risorsa e non uno scarto e la sfida è quella di valorizzarli. Nel nostro centro di Ricerca & Sviluppo, in collaborazione con il Politecnico di Torino, stiamo cercando di trasformarli in materia prima. Senza una pianificazione strategica di investimenti, continueremo a cedere all’estero valore economico pari a circa 1 miliardo di euro l’anno.
Analizzando la situazione odierna, quali sono quei meccanismi che aumentano le distanze tra pubblico e privato?
Nel nostro settore, al centro degli obiettivi di modernizzazione delle riforme e degli investimenti è indispensabile prendere in considerazione la mancanza di pianificazione e il vuoto normativo. In altri Paesi europei, come ad esempio la Germania, c’è la partecipazione delle pubbliche amministrazioni nelle società che si occupano di smaltimento dei rifiuti. Nel nostro Paese, invece, il vuoto normativo ha permesso le diverse regolamentazioni da regione a regione. Può benissimo immaginare come siano complicate le procedure per avviare un trasporto di rifiuti e il suo relativo smaltimento.
Qual è l’impatto della crisi energetica e quali misure state adottando?
Nei prossimi anni dovremo affrontare il rincaro dei prezzi, per questo stiamo cercando di efficientare i consumi e contemporaneamente trovare soluzioni più sostenibili, economicamente ed ambientalmente. Presto come azienda adotteremo un carburante che deriva da rifiuti e materiale organico, naturalmente meno impattante per l’ambiente e anche più economico. Inoltre, abbiamo introdotto già da tempo diverse azioni di welfare, non soltanto per i nostri dipendenti ma per tutta la comunità. Tra le ultime attività, per proseguire il nostro impegno sociale e culturale, abbiamo inaugurato a Stroppiana (VC) una sede per la più grande collezione di camion storici restaurata in Italia. Oltre trecento esemplari raccolti da mio padre Carlo Marazzato, costruiti tra inizio Novecento e gli anni Ottanta. La location non vuole essere un museo, ma sarà, di volta in volta, attraverso manifestazioni mirate, un luogo d’incontro per appassionati di storia, studenti e chiunque desideri approfondire le tematiche dell’evoluzione del trasporto e della difesa dell’ambiente, grazie alla biblioteca e alla fototeca, in cui saranno messe a disposizione manuali di uso e manutenzione e d’officina, testi di letteratura tecnica e foto d’archivio.
Per approfondimenti: Gruppo Marazzato