La missione di Forest Valley Institute

Forest Valley – Mugello Tech Summit
Forest Valley Institute, fondata per colmare il gap nell’innovazione climatica in Italia, accelera l’adozione di tecnologie sostenibili tramite collaborazioni tra aziende e start up. Ne abbiamo parlato con Paolo Meola, amministratore delegato e co-fondatore di Forest Valley Institute
Il cambiamento climatico è un fenomeno inesorabile che ogni anno si intensifica sempre di più: caldo rovente alternato a violenti temporali stanno mettendo in ginocchio intere filiere e provocando danni ingenti a molte realtà industriali del nostro paese. Dall’altra parte, le aziende si trovano ad affrontare mercati sempre più complessi e veloci, dovendo competere con concorrenti mondiali e affrontare la necessaria doppia transizione digitale ed ecologica.
In questo contesto le start up sono capaci di portare soluzioni sempre più efficaci nel risolvere problemi reali in una quantità di settori, sia specifici che trasversali, come quello energetico, idrico e dei rifiuti. E spesso anche con vantaggi economici non indifferenti per le imprese che le adottano.
Forest Valley Institute (sito web), nata poco più di due anni fa, si propone come protagonista in questo contesto, offrendo un approccio “aperto” all’innovazione climatica orientato alla concretezza. Il loro obiettivo è di accelerare l’adozione di tecnologie innovative, riducendo le emissioni e migliorando l’efficienza energetica. Questo operatore non solo facilita la collaborazione tra aziende consolidate e startup emergenti, ma agisce anche come catalizzatore per un cambiamento significativo a livello industriale. Ce lo spiega Paolo Meola, amministratore delegato e co-fondatore di Forest Valley Institute.

Prima di tutto, raccontaci qualcosa di te e del tuo percorso professionale, come sei arrivato a questa scelta imprenditoriale così ambiziosa?
«Il mio percorso professionale è scandito da progetti imprenditoriali nell’ambito del digitale e dell’innovazione, nei quali ho sviluppato competenze di strategia digitale (dal business alla parte tech) allo sviluppo tecnologico e la trasformazione digitale.
Nel 2015, ho co-fondato Instilla, un’agenzia di consulenza digitale, go-to-market e digital transformation, che per 4 anni consecutivi è stata nella classifica Leader della Crescita del Sole 24 Ore, e per 3 anni nelle 1000 Fastest Growing Companies del Financial Times. Nel 2021 sono entrato come socio in Aulab, prima scuola di coding in Italia, con oltre 10mila studenti formati nel digitale, poi acquisita dal gruppo Multiversity.
Oltre all’impegno a tempo pieno in Forest Valley, sono docente in diverse business school e supporto come angel e advisor start up (nel digital e nella sostenibilità) nello strutturarsi e crescere».
Come nasce Forest Valley Institute e qual è stata la motivazione principale dietro la sua fondazione?
«Forest Valley Institute nasce come progetto nel 2021, durante il periodo del Covid-19, da un gruppo di undici professionisti italiani esperti in sostenibilità ambientale e innovazione.
Lo stupore per lo scarso fermento nell’affrontare l’emergenza climatica attraverso l’innovazione ci ha spinto a fondare Forest Valley. Nonostante si parlasse molto di sostenibilità, cambiamento climatico e innovazione, mancava un attore che si ponesse l’obiettivo di risolvere l’emergenza climatica utilizzando start up e open innovation e adottando un approccio di open knowledge invece di uno puramente consulenziale.
La missione di Forest Valley è affrontare la sfida climatica nel modo più scalabile possibile, focalizzandoci sul B2B per ottenere un impatto significativo. Ad esempio, nel mercato globale della pasta, uno dei principali problemi è legato al processo di essiccazione che richiede temperature di 70 gradi giorno e notte. E se riuscissimo a sviluppare una tecnologia che permetta di ridurre la temperatura a 40 gradi con gli stessi tempi? Potremmo non solo abbattere i costi di produzione ed energetici, ma anche ridurre significativamente le emissioni. All’interno del nostro portfolio di startup, abbiamo una tecnologia che fa proprio questo.
Nei nostri Demo Day, i partecipanti possono scoprire tali tecnologie, testarle e implementarle, ottenendo un vantaggio competitivo e diventando leader nell’innovazione climatica, scalando a livello globale la riduzione dell’impatto ambientale in tempi brevi, senza dover attendere generazioni».
Capiamo questo nuovo linguaggio: che vuol dire innovazione climatica e cosa significa per Forest Valley Institute?
«L’innovazione climatica (climate innovation) comprende tecnologie, pratiche, politiche e strategie innovative progettate per affrontare i cambiamenti climatici, riducendo le emissioni di gas serra, migliorando l’efficienza energetica e promuovendo la sostenibilità ambientale.
Forest Valley Institute promuove l’innovazione climatica industriale, concentrandosi su processi innovativi lungo tutta la catena di produzione e distribuzione di prodotti e servizi. Il nostro obiettivo è ridurre l’impatto ambientale delle aziende attraverso un approccio “aperto” all’innovazione, condividendo conoscenze e risorse, per implementare più rapidamente tecnologie avanzate per affrontare le sfide climatiche.
L’innovazione climatica per noi è estremamente concreta e attuale e anche le medie imprese possono trarre enormi vantaggi. Ogni azienda oggi, per sopravvivere, ha bisogno di fare innovazione. Oggi la nuova sfida è quella dell’emergenza climatica. Per le aziende, innovare su questo fronte attraverso la sola R&S interna risulta sfidante in termini di costi e risorse. Un approccio “open” all’innovazione climatica, e in particolare attraverso la collaborazione con start up, offre loro la possibilità di testare nuove tecnologie (climate tech – ndr) a costi ridotti, riducendo i rischi attraverso più test paralleli.
Per esempio, lo sviluppo di sistemi di efficientamento per i refrigeratori industriali è un processo lungo e costoso in termini di R&S. Per l’azienda, fare un pilota con una startup che ha già sviluppato una tecnologia simile è molto più conveniente, oltre che generare un vantaggio competitivo nell’intera filiera. Anche le aziende più piccole possono valutarne l’acquisizione, trasformando la tecnologia in un asset strategico per costituire un proprio vantaggio competitivo.
Se oggi avessimo a disposizione tecnologie sufficientemente rapide e scalabili per risolvere i problemi climatici, le avremmo già implementate. Poiché queste soluzioni non esistono ancora, è necessario cercarle con attenzione tra le giovani start up».
Guardiamo i numeri, l’Italia è ancora indietro rispetto ai suoi omologhi europei in termini di investimenti nelle start up climate tech. La conclusione per l’Italia è una sola: colmare questo divario per migliorare la competitività, ma anche fare del nostro paese un leader nell’innovazione climatica. Perché è importante avere in Italia un attore come Forest Valley che fa leva su una prospettiva europea?
«In Italia, gli investimenti in start up climate tech sono significativamente inferiori rispetto a quelli di altri paesi europei. Ad esempio, nel 2023, mentre i principali paesi europei come il Regno Unito, la Svezia, la Germania e la Francia hanno investito tra gli 11 e i 18 miliardi di dollari nelle start up climate tech, dal 2018 l’Italia non ha raggiunto livelli comparabili di investimento[1]. Questo divario rappresenta una grande opportunità per migliorare e crescere.
L’Italia ha un ecosistema aziendale straordinario, con molte imprese di livello globale che, grazie all’implementazione di tecnologie innovative, possono scalare ulteriormente e competere a livello internazionale. Tuttavia, siamo ancora indietro rispetto ad altri paesi europei in termini di innovazione climatica. L’obiettivo di Forest Valley è portare queste tecnologie in Italia e dimostrare che il nostro paese può diventare un leader competitivo nell’innovazione climatica. Dobbiamo imparare ad attrarre tecnologie e talenti, creando un ambiente fertile per la crescita delle start up nel settore del climate tech.
Non è rilevante dove sia nata la tecnologia, ma è molto interessante quando un imprenditore/imprenditrice italiano sviluppa una tecnologia in Italia e la porta globalmente con il supporto di operatori italiani. Questo non solo rafforza l’ecosistema innovativo italiano, ma dimostra anche che possiamo essere all’avanguardia nella lotta contro il cambiamento climatico. Attraverso una prospettiva europea, miriamo ad accelerare l’adozione di soluzioni che possano permettere all’Italia non solo recuperare il terreno perso, ma anche di emergere come leader nell’innovazione climatica a livello mondiale».
Il vostro motto è “Acceleriamo la transizione sostenibile delle nostre industrie attraverso l’innovazione”. Qual è il modo concreto in cui lo mettete in atto?
«Il nostro impegno è quello di fare da ponte tra le imprese consolidate e le start up climate tech emergenti, facilitando la collaborazione per sviluppare e implementare soluzioni innovative che riducono l’impatto ambientale. Partendo dalla raccolta delle esigenze specifiche delle aziende, effettuiamo uno scouting mirato delle startup più promettenti. Selezioniamo quelle con il maggior potenziale e le acceleriamo, facilitando poi l’incontro con investitori e realtà industriali che possono beneficiare delle loro soluzioni.
Un altro aspetto per noi rilevante è l’attività di divulgazione attraverso vari canali, tra cui editoriali, blog, podcast ed eventi. Queste attività mirano a sensibilizzare e informare il pubblico e le aziende sulle ultime tendenze e innovazioni nel campo della sostenibilità ambientale.
Inoltre, supportiamo concretamente l’implementazione di queste soluzioni all’avanguardia. Offriamo formazione dedicata per preparare le aziende all’adozione di nuove tecnologie, effettuiamo scouting personalizzato di start up climate tech in base alle specifiche esigenze aziendali e supportiamo l’implementazione di Proof of Concept (POC) – ossia una dimostrazione preliminare atta a verificare se un’idea o una tecnologia sia fattibile e possa funzionare nel contesto previsto, ndr – per testare e validare le soluzioni innovative».
Ci hai detto che Forest Valley “accelera” le start up e quindi le aiuta a crescere in modo scalablile. Raccontaci qualcosa del programma di accelerazione Sandbox. Come selezionate le startup partecipanti e quali sono gli obiettivi principali di questo programma?
«Il Sandbox Program è un programma di accelerazione gratuito ed equity-free progettato per supportare start up europee in fase iniziale (early-stage ossia pre-seed, seed e series A) che sviluppano soluzioni e tecnologie climate tech B2B.
Le startup vengono selezionate dal nostro Technical Board, composto da 16 esperti e professionisti di livello alto nei settori del clima, degli investimenti e del business basandosi su criteri rigorosi come potenziale tecnologico, qualifica del team e impatto ambientale.
Il programma dura sei settimane e include 10 workshop intensivi e sessioni di pitch review. Uno dei principali vantaggi è l’accesso a un network di esperti di livello internazionale. I nostri mentor, con un solido background imprenditoriale, sono infatti a completa disposizione delle startup, offrendo consulenza e supporto per tutta la durata del programma.
Ogni anno, organizziamo quattro edizioni del programma, ciascuna delle quali accoglie 8-10 start up. Dal lancio nell’aprile 2022, abbiamo accelerato 75 start up provenienti da 20 paesi europei ed erogato più di 300 ore di lezione.
Il programma culmina in un Demo Day, un evento online in cui le startup presentano i loro progetti a un pubblico di aziende target e potenziali investitori, offrendo loro l’opportunità di ottenere visibilità, feedback e potenziali finanziamenti. Anche dopo i Demo Day, continuiamo a facilitare incontri tra start up, aziende e investitori attraverso attività di incontro e confronto che per noi si identifica con il matchmaking. Finora, i nostri Demo Day hanno attirato l’interesse di oltre 1000 persone tra aziende e investitori».
I numeri sono effettivamente significativi e aggregano tanti interlocutori diversi attorno a una sfida. Come Forest Valley Institute riesce a creare un ecosistema collaborativo che coinvolge fondatori di aziende, organizzazioni, scienziati, investitori e autorità pubbliche?
«Una delle principali attività è la divulgazione e la partecipazione agli eventi come speaker. Organizziamo e partecipiamo a conferenze e seminari per condividere le ultime tendenze e innovazioni nel campo della sostenibilità climatica. Di recente, abbiamo inaugurato una serie di eventi online intitolata “ClimateTech Frontiers”, che affronta i temi caldi dell’innovazione climatica attraverso dibattiti con esperti e aziende e coinvolge un pubblico internazionale e diversificato.
Parliamo costantemente con le aziende per comprendere le loro esigenze specifiche e allineare le nostre attività di scouting per il Sandbox Program in base alle reali sfide che devono affrontare. Questo ci permette di fornire soluzioni mirate e di alto impatto che rispondono direttamente alle necessità del mercato.
Siamo sempre alla ricerca di nuovi partner con i quali portare avanti la visione di un futuro climatico migliore. Collaboriamo con queste aziende per conoscere nuove startup promettenti da accompagnare, creando sinergie che amplificano l’efficacia delle nostre iniziative.
Inoltre, accogliamo continuamente nuovi Mentor e membri del nostro Technical Board, che possono offrire la loro expertise alle nostre startup, supportandole nel loro percorso di crescita e la cui competenza ed esperienza ci aiutano a garantire che le startup selezionate abbiano un impatto concreto e siano valide».
Quali sono i principali obiettivi futuri di Forest Valley Institute e come intendete raggiungerli?
«Nell’ottica di consolidare il nostro ruolo di catalizzatore nell’innovazione climatica, i nostri principali obiettivi futuri si concentrano sull’aggregazione di aziende per verticali specifici come energia, acqua, rifiuti, agrifood e manufacturing, creando un ecosistema di imprese leader in questi settori che siano disposte ad investire ed impegnarsi attivamente per identificare e utilizzare tecnologie innovative provenienti da tutta Europa.
Un’ambizione che abbiamo punta all’organizzazione di acceleratori verticali finanziati dalle aziende stesse. Questi acceleratori permetteranno alle aziende di investire direttamente nelle tecnologie emergenti, sia finanziariamente che operativamente, partecipando a fondi dedicati e supportando lo sviluppo delle start up attraverso modalità di Corporate Venture Capital (CVC)».