• 18 Aprile 2025

Il punto di vista di Azimut Direct

 Il punto di vista di Azimut Direct

Andrea Crovetto, amministratore delegato di Azimut Direct

Il punto di vista di Azimut Direct – intervista ad Andrea Crovetto, amministratore delegato di Azimut Direct

L’accesso a capitali alternativi è sempre più cruciale per la crescita delle Pmi, soprattutto in un contesto economico in evoluzione. Con Andrea Crovetto, amministratore delegato di Azimut Direct, esploriamo il ruolo strategico dei private markets nel supportare lo sviluppo e la competitività delle imprese italiane

L’accesso a capitali a lungo termine è un elemento essenziale per consentire alle Pmi di espandersi, rafforzarsi e competere su scala internazionale. In un panorama economico complesso come quello attuale, i mercati privati rappresentano una risorsa sempre più strategica per lo sviluppo delle imprese, soprattutto in Italia, dove il tessuto produttivo è dominato da piccole e medie aziende.

Azimut Direct, società del Gruppo Azimut specializzata in servizi di investment banking come direct lending, M&A, private equity e minibond, ha sviluppato un metodo ad hoc per rispondere ai bisogni di finanza strategica delle imprese, grazie a professionisti esperti e soluzioni tecnologiche. Ne parliamo con Andrea Crovetto, amministratore delegato di Azimut Direct.

Andrea Crovetto, qual è il nesso tra private markets e opportunità di crescita per le aziende nazionali?

«La crescita dei mercati privati riflette la minore disponibilità del sistema bancario di assumersi rischi per le imprese: dal 2008, a seguito della crisi finanziaria, le banche sono state sempre più vincolate dai regolatori e hanno meno possibilità di concedere finanziamenti, soprattutto in equity. Oggi il settore dei private markets effettua raccolta direttamente dai risparmiatori finali o istituzionali, raggiungendo una quota globale di circa 13mila miliardi di euro; una cifra significativa che mette i mercati privati in una posizione di rilievo accanto al sistema bancario.

La prospettiva si potrebbe definire complementare: le banche commerciali tendono a finanziare le esigenze delle imprese nel breve termine; l’accesso ai mezzi a lungo termine deriva invece dai private markets. Questo implica, però, che le imprese devono dimostrare una visione chiara per il futuro, non solo con piani di business solidi e bilanci accurati, ma anche dimostrando attenzione alla trasparenza e alla sostenibilità».

Questo anche nell’ottica di competere sui mercati internazionali. Di recente, Mario Draghi ha rilasciato un paper sulla competitività europea. Qual è il suo punto di vista?

«Documenti strategici come quello presentato dal prof. Draghi incoraggiano le aziende europee a unirsi per competere su scala mondiale. Uno dei punti chiave del paper è, infatti, proprio il tema dell’accesso ai capitali. Draghi sottolinea l’importanza della Capital Markets Union: un sistema che permetta anche alla media impresa di accedere al mercato dei capitali, soprattutto a quelli di origine previdenziale o assicurativa, che sono meno visibili, ma cruciali per finanziare il sistema produttivo europeo.

Altra evidenza è la necessità di consolidare l’industria europea per permettere alle aziende di competere su scala mondiale, senza vincolarsi eccessivamente con norme antitrust intraeuropee; un approccio che consentirebbe alle imprese europee di fronteggiare la concorrenza delle maggiori potenze economiche attuali, in particolare in settori strategici come la difesa, i trasporti e la tecnologia».

Ma quindi, come può il sistema finanziario italiano, anche tramite operatori come Azimut Direct, contribuire a migliorare la competitività nel contesto globale?

«Il sistema finanziario italiano può giocare un ruolo cruciale nello sviluppo di un mercato dei capitali efficiente e orientato alla media impresa, e realtà come la nostra possono fornire un grande contributo alla causa. Investendo in Pmi, sosteniamo la loro crescita e aiutiamo a costruire un tessuto industriale più forte: con un accesso facilitato ai fondi, le aziende italiane possono espandersi e contribuire alla competitività dell’Europa, rendendo il continente più resiliente e meno dipendente dai colossi economici globali».

Azimut Direct sta investendo in modo significativo nei mercati privati. Qual è la visione strategica dietro questa scelta e in che modo sta supportando le Pmi italiane?

«La visione strategica di Azimut Direct è sostenere le aziende italiane, in particolare le medie imprese, che spesso trovano difficoltà nell’accesso ai capitali necessari per il proprio sviluppo. Il fine è quello di accorciare le distanze tra imprese e investor community, per offrire rapidamente agli imprenditori risposte e soluzioni di finanza alternativa, attraverso un accesso diretto ai capitali di private debt e private equity del Gruppo Azimut, oltre a quelli di diversi partner. In pratica, un format che unisce le capacità di un asset manager integrato con l’origination sul territorio».

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Martina Rossi

Coordinatrice editoriale

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