• 28 Giugno 2025

Il futuro del real estate a Dubai

 Il futuro del real estate a Dubai

Valeria Maria Fazio e Fabio Grilli

Dubai: il futuro del real estate tra innovazione, sostenibilità e opportunità per il Made in Italy. Un’intervista esclusiva con Fabio Grilli di Valeria Maria Fazio, Ambassador Italia Economy per gli Emirati Arabi Uniti

 

Visione strategica, pensiero urbano e approccio internazionale: sono queste le parole chiave che definiscono Fabio Grilli, figura di spicco nel panorama immobiliare di Dubai. Con un’esperienza maturata tra Europa e Medio Oriente, oggi Grilli ricopre un ruolo apicale in Emaar, colosso dello sviluppo urbano negli Emirati, dove guida il dipartimento di Design & Development contribuisce attivamente alla trasformazione della città in una delle capitali globali del futuro.

In questa intervista esclusiva, esploriamo con lui le nuove direttrici dello sviluppo immobiliare a Dubai, le implicazioni per gli investitori internazionali e, soprattutto, le opportunità concrete per il Made in Italy, sempre più al centro di progetti di qualità e innovazione.

Dubai è un simbolo globale di innovazione nel real estate. Quali sono i fattori chiave che guidano lo sviluppo immobiliare della città oggi?

«I fattori chiave risiedono nella capacità di adattarsi rapidamente alla domanda, grazie a una leadership visionaria, ma allo stesso tempo pragmatica ed efficiente nella pianificazione urbana. L’espansione della città si basa su parametri di sostenibilità e fattibilità, attraverso la creazione di nuovi distretti con un mix funzionale ben studiato, regolamentazioni chiare e allineate agli standard internazionali, e un contesto favorevole all’iniziativa imprenditoriale. La solidità e la sicurezza degli investimenti sono ulteriormente rafforzate da una supervisione governativa che rappresenta, al tempo stesso, tutela e garanzia per gli investitori».

Come si sta evolvendo la strategia di sviluppo urbano di Emaar per rispondere alle nuove esigenze di mercato e agli investitori globali?

«Emaar sta orientando lo sviluppo su masterplan sempre più integrati e vivibili, con un focus su sostenibilità, spazi pubblici e mobilità dolce. L’obiettivo è creare quartieri completi e attivi già dalle prime fasi, evitando lo sviluppo di città-dormitorio grazie a un’offerta progressiva di servizi e funzioni calibrata sull’effettivo ritmo di popolamento. Il tutto rispondendo alle esigenze di una comunità internazionale variegata, proveniente da tutto il mondo, con soluzioni urbane inclusive flessibili e attente alla qualità della vita».

Qual è il ruolo delle infrastrutture e delle nuove tecnologie nella trasformazione dello skyline di Dubai?

«Le infrastrutture giocano un ruolo centrale nello sviluppo urbano di Dubai. Dalle nuove linee metropolitane alla green loop  climatizzata per pedoni e ciclisti, fino al potenziamento dell’aeroporto Dubai-Al Maktoum – destinato a diventare il più grande al mondo entro il 2035 –, la città investe in mobilità sostenibile e connettività. Il rafforzamento della rete ciclabile, il treno ad alta velocità verso Abu Dhabi e l’incremento del verde urbano contribuiranno a integrare le aree periferiche, ridurre il traffico e migliorare la qualità della vita».

Opportunità per investitori e aziende italiane

 

Quali settori del Real Estate di Dubai offrono oggi le migliori opportunità di investimento?

«Oltre agli investimenti diretti in immobili – con rendimenti annuali attorno al 7% – il settore delle costruzioni sarà in forte espansione nei prossimi quattro anni. Questo apre opportunità lungo tutta la filiera: progettazione, ingegneria, materiali, finiture, arredamento. L’Italia, in particolare, ha molto da offrire grazie alla sua eccellenza in questi ambiti».

Come si sta posizionando Emaar per attrarre investitori internazionali e rendere il mercato più accessibile?

«Attraverso trasparenza, regolamenti chiari, accesso digitale e processi snelli. L’esperienza dell’investitore è resa più fluida e stiamo sviluppando prodotti immobiliari sempre più flessibili per rispondere a esigenze globali».

Come possono inserirsi le aziende italiane dei settori design, costruzioni, architettura e smart tech, nel mercato di Dubai?

«È fondamentale dimostrare una volontà concreta di avvicinarsi al contesto locale. Oltre a partecipare a fiere ed eventi di settore, è consigliabile affidarsi a consulenti esperti e, soprattutto, stabilire una presenza fisica sul territorio. La continuità, l’apertura culturale e il rispetto per la realtà locale sono elementi chiave per costruire relazioni solide e durature».

Ci sono collaborazioni attive tra sviluppatori emiratini e aziende italiane nel settore?

«Sì, ci sono esempi positivi, soprattutto nei settori del design e delle finiture. Ma ci sono ancora margini importanti di crescita, a patto che le aziende italiane sappiano spiegare bene il proprio valore e siano disposte a costruire relazioni solide e durature. Nel nostro caso, siamo aperti a considerare rapport di framework agreement, ossia accordi commerciali per grandi quantità a prezzi prestabiliti, con chi offra prodotti di qualità a prezzi competitivi».

Innovazione, sostenibilità e futuro del settore

 

Quanto è importante la sostenibilità negli sviluppi immobiliari di Dubai? Ci sono progetti chiave che guidano questa transizione?

«La sostenibilità è ormai una priorità concreta. L’hosting della COP28 non è stato solo simbolico: come Emaar, ci siamo posti obiettivi ambiziosi che vanno oltre le normative locali, puntando alla piena efficienza energetica entro il 2050. I nostri sforzi in ambito ESG e sostenibilità sono pienamente allineati agli standard internazionali. Grazie alla rapidità esecutiva e alla visione strategica del paese, sono convinto che Dubai diventerà un punto di riferimento globale in questo campo».

Quali tecnologie e strategie vengono adottate per creare smart cities sostenibili?

«Dubai è tra i primi paesi al mondo a investire nell’intelligenza artificiale, con un ministero dedicato. La rapida urbanizzazione consente la progettazione di insediamenti secondo criteri avanzati di smart city, che integrano tecnologie per l’efficienza energetica, la mobilità intelligente e la gestione dati in tempo reale».

Come sta evolvendo il concetto di Luxury Real Estate in città?

«Il concetto di lusso sta evolvendo verso il cosiddetto ultra-luxury. Con una presenza crescente di “Ultra-High-Net-Worth-Individuals” – i.e., super ricchi – il mercato contempla oggi appartamenti e ville dal valore di centinaia di milioni di euro. Per attrarre questo segmento, non bastano più design e materiali d’eccellenza: è essenziale offrire esperienze emozionali uniche. Colori, texture, profumi e visuali devono dialogare con il subconscio, evocando benessere, bellezza e armonia. In questo contesto, il design diventa un rifugio sensoriale dalla frenesia quotidiana.

Credo fermamente che noi italiani abbiamo una sensibilità particolare per questo tipo di approccio, capace di coniugare estetica, emozione e cultura del progetto».

Quali trend definiranno il futuro del real estate a Dubai nei prossimi dieci anni?

«Sostenibilità, smart living, mobilità integrata e ibridazione tra spazi residenziali, di lavoro e tempo libero. L’accento sarà sempre più su qualità della vita, benessere e resilienza urbana».

Case study e progetti iconici

 

Qual è un progetto di Emaar che rappresenta al meglio la direzione futura dello sviluppo immobiliare di Dubai?

«Sicuramente Dubai Creek Harbour: una vera città nella città, immersa in una laguna naturale capace di coniugare un’anima urbana e un carattere paesaggistico. Qui coesistono torri residenziali, parchi, water front, scuole, spazi culturali, hotel, F&B e retail – un ecosistema urbano completo. L’iconica torre centrale nasce dall’esperienza maturata con il progetto Burj Khalifa. Oggi non inseguiamo più il primato dell’altezza, ma quello della bellezza, della qualità dello spazio pubblico e della sostenibilità. A breve, presenteremo ufficialmente la nuova torre iconica di Dubai».

Ci sono nuovi distretti urbani che rivoluzioneranno il mercato nei prossimi anni?

«Tutta l’area attorno all’aeroporto Dubai-Al Maktoum – che include Expo City, Dubai Exhibition Center, Palm Jebel Ali – diventerà un nuovo polo cittadino, con focus su innovazione, uffici, educazione avanzata e smart living. Noi stiamo sviluppando lì interessanti progetti residenziali: Emaar South e Expo Living, già votati a crescere di valore nei prossimi anni».

Quale consiglio daresti alle aziende italiane che vogliono entrare nel mercato immobiliare di Dubai?

«Avvicinarsi senza pregiudizi, costruire relazioni di fiducia, essere presenti con continuità, ma anche saper raccontare con realismo e professionalità il proprio valore. Solo così è possibile competere in un contesto dinamico e fortemente globalizzato, portando con sé il vero spirito del Made in Italy:  eccellenza, competenza e rispetto».

Questa intervista conferma quanto Dubai sia non solo un hub globale di innovazione, ma anche un terreno fertile per il Made in Italy. Continuerò a raccontarvi queste storie per supportare un dialogo economico e culturale profondo tra i nostri due Paesi.

Leggi gli articoli dell’Ambassador Valeria Maria Fazio

Redazione

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