Il capitale umano al servizio della trasformazione digitale
INTERVISTA A Maurizio Decollanz
Maurizio Decollanz dal 2017 è direttore della Comunicazione di IBM in Italia. Giornalista professionista dal 1999, Maurizio Decollanz ha cominciato la sua carriera professionale nella carta stampata per poi passare alla televisione. Rappresenta IBM nel Gruppo Digital Services di Assolombarda, l’associazione degli industriali milanesi e siede nel Consiglio della Fondazione IBM Italia
La guerra dopo la pandemia. In che modo stanno cambiando le priorità delle grandi aziende come IBM?
«Ormai da anni IBM ripete alle aziende sue clienti che va abbracciato il cambiamento facendo leva sull’innovazione tecnologica e la trasformazione digitale, per perseguire gli obiettivi di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Con un’attenzione crescente al capitale umano: senza le professionalità capaci di guidare questa transizione nella giusta direzione, rischiamo di avere una “super car” senza piloti.
Sul futuro gravano e continueranno a gravare molte incognite, dalla durata della guerra alla conversione green delle fonti energetiche, dalle criticità nel reperire materie prime all’inflazione, ma possiamo e dobbiamo contare su alcuni punti fermi. Intelligenza artificiale, cloud ibrido, internet delle cose e quantum computing sono strumenti che, se messi in mani capaci, possono aiutarci a migliorare in ogni ambito».
Può fare degli esempi concreti?
«Partiamo dalle necessità. Dobbiamo porre rimedio ai cambiamenti climatici con nuove fonti energetiche, consumo etico e responsabile di suolo e cibo, drastica riduzione degli sprechi. Nessuno di questi obiettivi potrà essere raggiunto senza l’utilizzo di tecnologia e competenze professionali adeguate. Tonno Rio Mare utilizza il nostro cloud computing per rendere tracciabile il suo prodotto e garantire ai consumatori totale trasparenza su ciò che mettono in tavola. Olio Coricelli utilizza la nostra blockchain per tracciare la sua produzione garantendo la bontà del prodotto finale. MM Metropolitana Milanese che gestisce l’acqua nel capoluogo lombardo sta utilizzando cloud e intelligenza artificiale IBM per ridurre gli sprechi e migliorare la manutenzione degli impianti. Stiamo parlando di un Paese, l’Italia, in cui il 50% delle risorse idriche non arriva agli utilizzatori finali per inefficienza delle infrastrutture.
Infine, il quantum computing: ragionando in modo completamente diverso dai computer tradizionali speriamo ci possa portare alla modellazione di nuovi materiali capaci anche di catturare la CO2. Un contributo sostanziale nella lotta ai cambiamenti climatici. Analizzando questi casi, si capisce come l’innovazione tecnologica sia uno strumento indispensabile per rispondere a molti dei grandi problemi del nostro tempo».
Parlava di super car e di piloti per guidarle: cosa fate per il capitale umano in Italia?
«È un tema che sentiamo molto e che è parte del nostro DNA ultracentenario. IBM ha da tempo avviato un programma gratuito, SkillsBuild, per allineare i programmi formativi con le skill relative a intelligenza artificiale, cybersecurity, analisi dati, blockchain e cloud computing. Il programma si rivolge e tre platee differenti: studenti, insegnanti e lavoratori alla ricerca di opportunità di reskilling. A portarlo avanti sono, su base volontaria, centinaia di IBMer che in Italia affiancano chiunque voglia ampliare la sfera delle priorie competenze. Non solo, per aumentare la presenza al femminile nei percorsi verso le materie STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) abbiamo avviato da oltre dieci anni una iniziativa che punta a sensibilizzare le studentesse all’ultimo anno di liceo».
Lo fate per cercare talenti da portare in azienda?
«Non solo. Abbiamo l’ambizione di voler contribuire all’ampliamento del capitale umano al servizio del Paese e delle trasformazioni digitale e green che stiamo affrontando anche con la spinta del PNRR e del Next Generation EU. Quello della responsabilità sociale è un valore molto sentito in IBM e, con queste iniziative, intendiamo restituire parte della ricchezza accumulata in termini di know-how e visione del futuro.
Qual è il segreto di un’azienda come IBM per essere sempre pronta al futuro?
«Voglio riprendere le parole pronunciate dal nostro amministratore delegato, Stefano Rebattoni, in una recente intervista: “Tutto quello che è successo negli ultimi due anni e mezzo ha portato alla consapevolezza che non si può stare fermi. La capacità di trasformarsi, e in qualche modo di anticipare il cambiamento, diventa una condizione essenziale per riconfigurarsi con flessibilità gestendo eventi che diventano sempre più imprevedibili. IBM negli ultimi due anni ha intrapreso un percorso di profonda trasformazione aziendale che si concentra sempre più su un portfolio di soluzioni che predilige qualità e consistenza. Oggi siamo specializzati in intelligenza artificiale e cloud ibrido attraverso due organizzazioni che sono quella di Technology e di Consulting, in una logica aperta al mercato di collaborazione ed ecosistema. Questa logica di inclusione e partnership credo sia proprio lo spirito con cui IBM vuole portare le sue tecnologie e competenze sul mercato assieme a chiunque voglia aggiungere valore a supporto di un momento critico di ripartenza. Non solo, continuiamo ad investire nel capitale umano al servizio della trasformazione digitale nel Paese – così come facciamo da oltre 90 anni – assumendo, tra gli altri, consulenti per la sicurezza informatica, ingegneri e sviluppatori per l’intelligenza artificiale, cloud ibrido, internet delle cose e sostenibilità ambientale”.
Ecco, il segreto per essere sempre pronti al futuro è quello di lavorare in partnership con diverse realtà, pubbliche e private, per trovare sempre le risposte migliori ad ogni sfida».
Stefano Rebattoni è amministratore delegato di IBM Italia dal gennaio 2021. Siede nel Consiglio Generale e nel Gruppo Meccatronica di Assolombarda, nel board dell’American Chamber of Commerce in Italy ed è membro del Consiglio direttivo della Fondazione IBM Italia. Inoltre, è membro del Consiglio di Presidenza di Confindustria Digitale e presidente del 30% Club, l’iniziativa no profit che mira a raggiungere almeno il 30% di partecipazione femminile nella leadership |
Per approfondimenti:
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