I giorni della metalmeccanica: ogni tre mesi la voce delle imprese incontra la stampa nazionale e dei territori. 175ª indagine congiunturale di federmeccanica
Sono stati diffusi i risultati della 175ª edizione dell’Indagine congiunturale di Federmeccanica sull’Industria Metalmeccanica – Meccatronica italiana. Nel settore metalmeccanico/meccatronico i volumi di produzione hanno registrato una variazione positiva dello 0,5%, ma nel confronto tendenziale, l’attività settoriale si è confermata negativa con una contrazione del 2,8%. Complessivamente, nei primi sei mesi del 2025, la produzione metalmeccanica è diminuita in media del 4,3% rispetto al primo semestre 2024, evidenziando una perdita più marcata rispetto a quanto registrato per il comparto industriale nel suo complesso (-2,8%).
Nei primi sei mesi dell’anno in corso, tutti i comparti hanno subìto perdite produttive rispetto all’analogo periodo del 2024, in particolar modo la fabbricazione di Autoveicoli e rimorchi (-18,7%), solo quelli della Metallurgia e degli Altri mezzi di trasporto hanno registrato variazioni positive ma molto contenute: rispettivamente +0,7% e +0,2%. Il persistere delle tensioni internazionali e le politiche commerciali degli Stati Uniti stanno inevitabilmente condizionando l’interscambio commerciale del settore metalmeccanico. Nei primi sei mesi dell’anno in corso, infatti, il valore delle esportazioni settoriali è diminuito dello 0,5% nel confronto tendenziale (-0,4% verso i paesi UE e -0,6% verso i mercati extracomunitari), mentre le importazioni sono rimaste sostanzialmente invariate (+0,2%).
Per quanto riguarda i dati locali, in base alle elaborazioni dell’Ufficio studi di Confindustria Bergamo, prosegue nel secondo trimestre del 2025 la difficile fase congiunturale della metalmeccanica bergamasca, seppur con differenziazioni significative tra i diversi comparti. La produzione della meccatronica cede, su base annua, il 2,3%, facendo registrare la sesta variazione tendenziale negativa consecutiva; i mezzi di trasporto calano in modo ancor più importante (-6,9%), con una situazione di difficoltà che si protrae, salvo rare eccezioni, da metà 2023. Al contrario, il comparto siderurgico registra la quarta variazione annuale positiva (+4,3%) che, tuttavia, rimane ancora ben al di sotto dei livelli produttivi del 2022. Per la meccatronica suscita inoltre preoccupazione l’andamento, da inizio 2024, sistematicamente peggiore rispetto alla media regionale.
Anche l’indicatore del tasso di utilizzo degli impianti per la siderurgia e la meccanica si colloca su valori sotto la media di lungo periodo (rispettivamente 68% e 74%), coerenti con l’andamento degli ultimi 18 mesi. La battuta d’arresto nelle lavorazioni trova riscontro nel “sentiment” rilevato con l’indagine periodica che Federmeccanica conduce sulle imprese della provincia e che, in questo trimestre, è stato decisamente peggiore rispetto alle medie nazionali.
Il consuntivo dichiarato sulla produzione (saldo negativo di 4 punti tra rispondenti in aumento e rispondenti in diminuzione) e il giudizio espresso su tale consuntivo (saldo negativo di 20 punti tra livelli soddisfacenti e livelli insoddisfacenti), al di là dell’intensità, ci collocano a significativa distanza rispetto alla media nazionale, rispettivamente pari a +6 e -12.
Lo stesso si può dire per la consistenza del portafoglio ordini e per il giudizio su di esso: i saldi registrati dalle risposte delle imprese bergamasche (-24 e -35) segnalano una difficoltà nettamente superiore di quella evidenziata a livello nazionale (-4 e -13). Nonostante ciò, sempre secondo l’indagine, nel 70% dei casi le aspettative sono stabili (saldo -2), indicando la prospettiva di una produzione che interrompe la caduta, ma prosegue su livelli al di sotto del proprio potenziale.
Coerentemente, viene evidenziato l’aumento delle scorte a magazzino, sia per le materie prime che per i prodotti finiti, mentre non emergono problemi di liquidità aziendale.
Segnali migliori invece dall’export: nel secondo trimestre la metalmeccanica registra un +1,7% rispetto allo stesso periodo del 2024, con valori positivi per tutti i comparti: nella Metallurgia abbiamo un +2,1%, – con valori che permangono comunque al di sotto dei massimi di inizio 2023 – nella Meccatronica si registra +1,2%, che segna il quinto trimestre positivo, trainata nel 2025 dai macchinari, che invece avevano faticato nel corso del 2024. Nei Mezzi di trasporto si evidenzia un +2,6%, che arresta la caduta iniziata a metà 2024.
È necessario, tuttavia, interpretare questi dati con cautela in quanto l’export è misurato a valori correnti e, pertanto, risente delle oscillazioni dei prezzi al contrario della produzione industriale, inoltre il secondo trimestre è stato caratterizzato da un contesto di elevata incertezza, che ha preceduto l’accordo di definizione dei dazi USA, Paese dove, peraltro, l’export metalmeccanico si è ridotto, nel periodo, del 9,3%.
Un segnale positivo proveniente dai dati sull’export riguarda la Germania, che per la metalmeccanica è il principale mercato e verso cui, nel secondo trimestre, le esportazioni sono cresciute del 5,4%, con punte del 24,7% per la metallurgia e del 9,4% per i mezzi di trasporto (negativo, invece, l’andamento della meccatronica). In aggiunta, emerge nuovamente la capacità degli esportatori bergamaschi di aggredire nuovi mercati, con la conferma, tra gli altri, dell’Arabia Saudita (+54,1%).
Dichiarazione di Agostino Piccinali, presidente del Gruppo Meccatronici di Confindustria Bergamo
«Il settore conferma purtroppo le difficoltà che già hanno caratterizzato l’inizio del 2025, soprattutto per quanto riguarda la produzione industriale, mentre per l’export abbiamo qualche nota più positiva in un contesto che è comunque di preoccupazione. In particolare, è un segnale interessante la ripresa dell’export verso la Germania, nostro principale mercato di riferimento, che proprio in questi giorni sembra mostrare anche un risveglio a livello produttivo, dopo un lungo periodo di calo. Un dato per noi molto interessante che certo non frena la spinta alla diversificazione dei mercati, diventata ormai un imperativo in tempi turbolenti come quelli attuali.
Resta la grandissima necessità di poter contare su un contesto italiano ed europeo più favorevole all’industria, che dia risposte ai tanti problemi aperti, dai costi energetici alle turbolenze dei dazi. Un piccolo segnale positivo, per quanto riguarda l’automotive, è dato dall’approccio più flessibile e graduale al Green Deal Europeo, che sembra emergere anche in questi giorni, pur all’interno di una transizione energetica e di un progressivo abbattimento delle emissioni che resta prioritario e altamente sfidante».