Gruppo Marazzato: pensare all’ambiente, da oltre 70 anni

Share

Da una piccola impresa di trasporti a un gruppo leader nei servizi ambientali. In oltre settant’anni di attività, il Gruppo Marazzato ha saputo innovare processi, investire in ricerca e promuovere una visione sostenibile del futuro, con al centro persone, territorio e cultura d’impresa

 Era il 17 maggio 1952 quando Lucillo Marazzato e Luigi Tormena si strinsero la mano dando vita alla ditta individuale di trasporti Marazzato Lucillo. Da allora sono passati oltre settant’anni, durante i quali la piccola impresa è cresciuta, ampliando e diversificando i propri servizi fino a diventare il gruppo che è oggi: una realtà impegnata nella fornitura di servizi ecologici ad aziende e privati, con l’obiettivo di salvaguardare l’ambiente. Un’azienda di primaria importanza a livello nazionale, orientata a gestire, smaltire e recuperare rifiuti. Un’attività che ha permesso al gruppo di sviluppare un know-how distintivo nel settore, diventando interlocutore di riferimento nel pronto intervento e nelle bonifiche ambientali. 600mila le tonnellate di rifiuti gestite ogni anno da 350 collaboratori, con 200 mezzi operativi distribuiti su sei sedi – la centrale amministrativa è a Borgo Vercelli – e due impianti di trattamento a Villastellone (TO) e Casale Monferrato (AL).

Alberto Marazzato rappresenta la terza generazione della famiglia alla guida di un’azienda che oggi supera i 90 milioni di euro di fatturato annuo. È Amministratore Delegato del gruppo, che guida insieme ai fratelli Luca e Davide.

Dottor Marazzato, ricerca e innovazione rappresentano due pilastri della vostra storia.

Alberto Marazzato

«Vero, e lo sono da sempre. In passato questi due aspetti si concretizzavano soprattutto attraverso le intuizioni imprenditoriali del singolo; oggi sono sempre più strutturati. Negli anni Settanta mio nonno chiese a mio padre e a mio zio di virare dal settore dei trasporti – è lì che eravamo nati come azienda – a quello ambientale, che allora non era certo percepito con la stessa importanza di oggi. Erano temi innovativi: si pensi che la prima legge italiana in materia arriverà solo nel 1976, mentre noi ne parlavamo già dal 1972».

E come la presero suo padre e suo zio?

«Non troppo bene. All’inizio erano molto scettici. Ma alla fine si fecero convincere e la svolta arrivò con la crisi del petrolio e il regime di austerity. Fu una scelta coraggiosa, innovativa e radicale. Oggi continuiamo a fare innovazione: con nuove tipologie di servizi, processi organizzativi interni, digitalizzazione – segmento per il quale abbiamo fatto grandi investimenti e creato un team dedicato – nuove tecnologie e diversi approcci di lavoro».

L’altro pilastro, dicevamo, è la ricerca.

«È il paradigma della nostra azienda. Siamo chiamati a gestire e smaltire rifiuti, ma la vera sfida è dare loro una seconda vita, trasformando gli scarti in risorse. È, in altre parole, l’economia circolare: un’esigenza, quella della sostenibilità ambientale, ormai sentita anche dai nostri clienti. Nel nostro Centro di Ricerca e Sviluppo di Villastellone cerchiamo di rispondere a queste esigenze collaborando con università e team multidisciplinari, oltre a confrontarci con gli enti pubblici quando manca una norma specifica o adeguata». Nel campo della gestione dei rifiuti si discute molto dei Pfas e dei limiti normativi che li riguardano. Il Gruppo Marazzato ha partecipato nel 2024 alla rassegna Ecomondo, presentando un focus dedicato.

«Vero, e su questo tema siamo stati lungimiranti, affrontandolo da tempo insieme al Politecnico di Torino e alle Università di Padova e del Piemonte Orientale. Le ultime normative hanno reso più restrittivi i parametri ambientali e noi abbiamo formato competenze interne che ci rendono interlocutori affidabili. Nel futuro questi temi saranno sempre più centrali, e noi ci prepariamo per dare risposte adeguate. Servirebbe però un quadro legislativo più omogeneo tra le varie regioni italiane, per evitare distorsioni nel mercato: altrimenti i camion che trasportano rifiuti continueranno semplicemente a cambiare percorso in base alle diverse normative. Proprio qualche settimana fa abbiamo organizzato un convegno nel nostro Centro R&S, con la partecipazione di istituzioni, aziende ed enti di ricerca, per confrontarci sulla tematica e proporre soluzioni concrete».

Dallo scorso giugno lei è anche vicepresidente di Confindustria Novara, Vercelli e Valsesia: qual è il suo ruolo e quali sono i prossimi obiettivi?

«In CNVV ho la delega all’ambiente, e di questi temi mi sono occupato anche all’interno dell’Unione Industriali di Torino. Continuerò a lavorare sul fronte della sostenibilità, senza però penalizzare le nostre realtà produttive e cercando di evitare fenomeni di delocalizzazione».

Per concludere, una parola sulla Fondazione Marazzato: una realtà giovane, nata nel 2023 per coordinare attività sociali e ambientali e per conservare i mezzi storici.

«Le persone sono da sempre al centro delle nostre strategie: ciò che riceviamo dal territorio cerchiamo di restituirlo sotto altre forme. Sono valori che abbiamo ereditato dalle generazioni precedenti. L’idea della Fondazione è maturata dopo la scomparsa di nostro padre, nel 2023. L’obiettivo è duplice: sensibilizzare la collettività alle tematiche ambientali, elaborando focus destinati alle nuove generazioni; e valorizzare la collezione di mezzi storici che nostro padre aveva raccolto. Oggi abbiamo 300 camion storici restaurati e perfettamente funzionanti, molti dei quali esposti nel museo di Stroppiana (VC). Li facciamo conoscere, raccontiamo le loro storie e gli aneddoti che li circondano. Sono storie di cultura d’impresa, di sacrifici, di tanto lavoro. È anche la storia del Novecento italiano e dell’evoluzione delle nostre imprese».

condividi su:

Immagine di David Meccoli
David Meccoli

Leggi anche

Vuoi ricevere le nostre ultime news? Iscriviti alla newsletter per rimanere sempre aggiornato

ARTICOLI PIÙ LETTI
ULTIMI ARTICOLI