• 19 Maggio 2024

Franchising: il mercato scommette sul suo modello

 Franchising: il mercato scommette sul suo modello

Alberto Cogliati

Franchising garantisce economia di scala, massa critica e un confronto attivo

Il franchising prosegue la crescita economica. Tutto ciò avviene nonostante il 2022 sia stato caratterizzato da alti tassi di interesse e da un mancato allentamento della pressione inflazionistica. Possiamo definire questo risultato positivo sia da un mercato del lavoro più reattivo, sia dal risparmio accumulato dalle famiglie, contribuendo ad ammortizzare gli effetti negativi dell’inflazione e sostenendo la propensione al consumo. Emerge questa situazione dal Rapporto Assofranchising Italia 2023 – Strutture, Tendenze e Scenari, curato dal centro studi di Nomisma.

Il franchising vale l’1,6% del PIL

«Il fatturato del comparto supera 30.9 miliardi di euro (+7,1% rispetto al 2021). Una situazione che favorisce il trend positivo del numero di punti vendita in franchising – si legge nel Documento di Nomisma – che raggiunge quota 61.162 (+2,2% rispetto al 2021) e degli addetti occupati che si attestano a 252.848 (+6,2% rispetto al 2021). La media di personale per punto vendita in franchising è di 4,1, dato sostanzialmente stabile rispetto alla precedente rilevazione, a testimonianza del protrarsi del periodo favorevole che stanno attraversando i punti di vendita di più grandi dimensioni, appartenenti al settore Casa e Distribuzione Organizzata. Rimangono stabili le insegne operative in Italia (954), dopo la contrazione avvenuta nel 2020 (-103) e la crescita nel 2021 (+78). Una stabilità che deriva da una forte dinamicità che ha visto la cessazione di alcune insegne nell’ambito dell’abbigliamento per bambini e bar-gelateria e parallelamente la crescita di nuove insegne nell’ambito ristorazione, casa e servizi. Considerando i settori merceologici più performanti al primo posto si trova la GDO che, con un giro d’affari che supera gli 11 miliardi di euro, incide per il 37% sul fatturato complessivo del franchising. In seconda posizione il comparto abbigliamento (oltre i 7,5 miliardi di fatturato), e a seguire i servizi (4,5 miliardi di fatturato); la ristorazione in franchising supera invece i 3,2 miliardi di fatturato». La fotografia di Nomisma vuole porre l’accento anche sul futuro del settore. «Nel 2023 si prospettano segnali di rallentamento legati al perdurare della spinta inflazionistica e ai suoi effetti sul reddito disponibile delle famiglie; si stima una previsione di aumento del fatturato nell’ordine del +3%, con un tasso di crescita più contenuto rispetto all’anno precedente». Con Alberto Cogliati, Segretario Generale di Assofranchising, cerchiamo di comprendere le motivazioni della crescita economica, evidenziando la forza di un settore fondamentale per l’economia italiana.

Qual è il ruolo degli imprenditori in questa crescita del franchising?

«Gli imprenditori hanno avuto un ruolo predominante nella crescita del franchising e sono riusciti, nonostante la congiuntura evidentemente complicata, a riposizionare sul mercato la propria azienda in modo competitivo e innovativo. Sono imprenditori che hanno lavorato alacremente per recuperare le quote di mercato perse durante gli anni più difficili, aprendosi ad un confronto costante e proficuo con i franchisee. Grazie al rinsaldato rapporto di fiducia si è creato un equilibrio perfetto tra le due componenti del sistema, un equilibro che ha favorito le ottime performance di crescita del settore».

Il mercato scommette sul modello economico del franchising. Che garanzie consente e quale futuro garantisce alle imprese?

«Sì, e questo avviene perché ormai da diversi anni il settore attraversa una crescita continua che coinvolge tutti i più importanti indicatori di performance del mercato. Cresce il numero degli occupati nelle reti che nel 2022 raggiunge i 252.848 addetti, cui si aggiunge un marcato segno positivo per il fatturato (30.9 miliardi di euro +7,1% rispetto al 2021) e per il numero dei punti vendita (61.162 +2,2% rispetto al 2021). Grazie a questi tre indicatori che determinano lo stato di salute del franchising stesso, il mercato ha deciso di scommettere sul settore perché quello del franchising è un modello di business che consente di distribuire prodotti e servizi non sobbarcandosi i costi fissi, ma facendo leva sugli imprenditori presenti in varie geografie. In altre parole, il franchising garantisce alle imprese un modello vincente con dei rischi contenuti, dove il franchisee sul territorio diventa l’attore protagonista e i suoi successi si trasformano nei successi dell’azienda con cui condivide marchio, strategia e operatività. L’imprenditore sul territorio non è solo, ma essendo inserito in una rete, riesce ad inserirsi sul mercato in maniera forte e riconoscibile. Il modello del franchising garantisce tutto questo: economia di scala, massa critica e un confronto attivo all’interno del network».

Nella crescita qual è la differenza delle aree geografiche?

«Dall’indagine condotta da Nomisma nel 2022 emerge come Nord Ovest sia al primo posto nel Paese per numero di Franchisor, seguito dal Nord Est e Centro Italia. Nonostante questo anche l’area del Sud e delle Isole è in crescita con ben 199 reti attive. Prendendo in esame le regioni con il più alto numero di punti vendita troviamo al primo posto la Lombardia con ben 9.955 store, seguita da Lazio (6.734), Campania (4.805), Emilia-Romagna (4.757) e Sicilia (4.665). Questi dati dimostrano come il franchising sia una vera e propria opportunità di fare impresa ad ogni geografia, consentendo a chi decide di avviare la propria attività imprenditoriale di poterlo fare anche nei piccoli centri urbani».

Il futuro del franchising come può essere valorizzato?

«Ritengo che il futuro possa essere valorizzato facendo in primis cultura a partire dalle diversità. Nel settore ci sono molte iniziative di questo tipo, ma è opportuno intervenire su tre dimensioni strategiche a partire dal percorso accademico degli studenti delle università. In secondo luogo, occorre pensare alla dimensione del lavoro dando particolare attenzione alle attività di outplacement. Ci sono molte persone di età e percorsi completamente diversi che sognano un percorso da imprenditore da poter realizzare anche un una località diversa dal posto in cui abitano. Per questi il franchising rappresenta una grande opportunità. La terza direttrice è quella di far capire al mondo bancario che, l’accesso al credito, deve essere maggiormente fruibile da parte degli imprenditori, perché è grazie alle PMI che il sistema paese può continuare a correre e a raggiungere ottime performance. In questo senso un più semplice accesso al credito può diventare il giusto carburante per aiutare a far crescere economia e PIL».

Franchising, il Nord Ovest è al primo posto

«Le reti in franchising attive in Italia sono 954. Il Nord Ovest si attesta al primo posto per numero di Franchisor, seguito dal Nord Est e Centro Italia. In crescita, con 199 reti attive, l’area del Sud e delle Isole. Tra i settori più rappresentati nella penisola troviamo, al primo posto, quello dei servizi (255 reti), seguito da ristorazione (181) e abbigliamento (180). Prendendo in esame le regioni con il più alto numero di punti vendita troviamo al primo posto la Lombardia con ben 9.955 store, seguita da Lazio (6.734), Campania (4.805), Emilia-Romagna (4.757) e Sicilia (4.665). Il settore merceologico più rappresentato è quello dei servizi, con 17.373 punti vendita, seguito dall’abbigliamento (14.881) e dal commercio specializzato (8.321)».

Gli ostacoli allo sviluppo del business

«L’inflazione e la conseguente diminuzione del potere d’acquisto – si legge nel Documento di Nomisma – da parte dei consumatori rappresenta, per il 45% degli operatori del franchising, la maggiore preoccupazione per lo sviluppo del business, seguita dall’aumento dei costi delle materie prime (19%) e crisi energetica (9%). Tra le principali azioni adottate per fronteggiare queste difficoltà, il franchising si è orientato verso un maggiore contenimento dei costi aziendali (92% degli intervistati) e verso politiche di risparmio energetico (74%), cui si somma la contestuale ricerca di nuovi fornitori (70%). Un’altra soluzione delineata dalle aziende intervistate da Nomisma, si orienta verso una politica di aumento di prezzo del prodotto finito (73%), al fine di salvaguardare, almeno in parte, la componente di margine operativo. Alla luce dell’attuale scenario, nonostante le difficoltà riconosciute dai franchisor, tra gli operatori del settore permane un tendenziale ottimismo».

La crescita dell’e-commerce

«La tecnologia conferisce un grande impulso al comparto del franchising – si legge nel Documento di Nomisma – rappresentando sempre più un asset strategico di competitività. Tra gli intervistati un brand su due possiede un canale e-commerce attivo già da prima del 2020; il 18% dichiara di averlo attivato tra il 2020 e il 2022. Cresce la quota di fatturato derivante dalla vendita e-commerce (+8,7% nel 2022) e dalle dichiarazioni dei franchisor si prevede un’ulteriore crescita fino al 12,8% per il 2023. Nel prossimo triennio l’84% delle imprese interessate dalla survey è propenso ad investire in digital technology per migliorare le performance economico-finanziarie e la gestione della propria rete».

Un franchising sempre più sostenibile

«Il 62% degli intervistati dichiara di aver già intrapreso iniziative concrete sul tema della sostenibilità aziendale, mentre il 18% le sta progettando per l’immediato futuro. Per il 28% delle aziende in franchising – si legge nel Documento di Nomisma – si tratta di un dovere verso le generazioni future e per l’ambiente (24%); per il 16% di una necessità non più rimandabile e un’opportunità per conquistare nuovi consumatori (10%). Tra le principali azioni adottate troviamo al primo posto una maggiore ottimizzazione nella gestione nei rifiuti (56%) seguito dall’utilizzo di packaging sostenibili (55%) ed infine una selezione di fornitori che offrono garanzie in termini di sostenibilità ambientale (42%)».

 

 

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Francesco Fravolini

Giornalista professionista, SEO Copywriter, videomaker e fotoreporter

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