Foresta invisibile: nasce l’alleanza
Nasce l’alleanza per creare entro il 2030 la più grande “foresta invisibile” mai realizzata al mondo: assorbirà smog come un’area verde pari a 1430 campi di calcio
Prosegue l’allarme sulla qualità dell’aria nel Bel Paese: secondo un recente report dell’Agenzia Europea per l’Ambiente sono ben 11 le città italiane nella top 20 delle metropoli più inquinate del Vecchio Continente.
A Milano, in occasione degli Stati Generali sulla Qualità dell’Aria, istituzioni, comunità scientifica e imprese sono scese in campo stringendo un’alleanza strategica: l’obiettivo è quello di migliorare la qualità dell’aria attraverso la creazione di un’enorme “foresta invisibile” di ben 10 km², in grado di disgregare più di 2.000 tonnellate di principali inquinanti al pari di 4,3 milioni di alberi, grazie all’applicazione delle tecnologie fotocatalitiche.
“Puntiamo ad affermare una nuova visione urbanistica e architettonica nella quale facciate e spazi interni degli edifici diventino parte attiva nel promuovere benessere e salute”, dichiara Raffaella Moro, CEO di REair
Una riduzione, entro il 2030, di più di 2.000 tonnellate di ossidi di azoto all’anno presenti nell’aria delle principali metropoli italiane, l’equivalente del potere antismog di un’area verde pari a 1.430 campi da calcio per un totale di 10 km². Una strategia per affrontare, anche con l’aiuto della tecnologia, la sfida dell’inquinamento atmosferico dell’aria che colpisce, indistintamente, i cieli delle più grandi città principali metropoli italiane e mondiali, con impatti diretti sulla salute delle persone e sull’economia.
Infatti, come recentemente emerso dagli allarmanti dati dell’European Environment Agency, sono ben 11 le città italiane tra cui Milano, Venezia, Torino, Bergamo e Brescia nella lista delle 20 peggiori città europee per la qualità dell’aria.
È stato questo uno degli obiettivi dell’evento “Liberi di respirare insieme” promosso a Milano da REair, con il patrocinio di Green Building Council Italia e della Fondazione Politecnico di Milano e con il supporto dei partner Acrobatica, AXA IM Alts, Monte Rosa 91 e Acone Associati che ha messo a confronto, attorno allo stesso tavolo, istituzioni, imprese, mondo accademico e comunità scientifica, tutti uniti in un’alleanza strategica per un bene comune, rappresentato dalla creazione di innovazione e sostenibilità a tutela dell’ambiente e delle persone, nel pieno rispetto dei criteri per uno sviluppo sostenibile fissati dall’Agenda ONU 2030.
Per mettere in pratica questo obiettivo diventa fondamentale sfruttare le skyline delle metropoli italiane sulle quali “far crescere” la più grande “foresta invisibile” diffusa mai realizzata al mondo, vasta ben 10 km², come se l’intero centro storico di Milano fosse ricoperto da 4,3 milioni di alberi: qui, le superfici outdoor di edifici come condomini, scuole e grattacieli catturano gli agenti inquinanti convertendoli in residui non nocivi, riducendo l’impatto ambientale e garantendo anche spazi indoor più salubri e a zero costi energetici.
Una rinnovata visione urbanistica e architettonica nella quale facciate di palazzi, monumenti, abitazioni e spazi interni diventano parte attiva nel promuovere il benessere e la salute delle persone, trasformando le città in ecosistemi viventi e sostenibili. Ma non è tutto perché quest’area mangia smog, oltre agli ossidi di azoto, è in grado anche di decomporre proattivamente composti organici volatili (VOC), polveri PM organiche e altri agenti patogeni nocivi. La reazione consente di disgregare i principali inquinanti presenti nell’aria, trasformandoli in sottoprodotti innocui come sali, anidride carbonica e acqua.
Secondo una stima realizzata da REair* trattando, entro il 2030, con i prodotti fotocatalitici una superficie totale di 10 km², calcolata sulla base della densità degli edifici presenti all’interno delle aree urbane delle principali metropoli italiane, si otterrebbe un abbattimento di emissioni di NOx (ossidi di azoto) pari a 2.000 tonnellate l’anno, l’equivalente di 1.430 campi da calcio, quasi 3 Central Park di New York (3,4 km²) o più dell’intero centro storico di Milano (9,7 km²).
“Grazie all’innovazione sviluppata da REair e al supporto di partner di rilievo nazionale e internazionale nel settore dell’edilizia e del facility management, stiamo rendendo possibile un nuovo approccio alla salubrità dell’aria e al benessere delle persone, sia all’interno che all’esterno degli edifici.
La nostra tecnologia all’avanguardia si basa su una visione delle metropoli come «foreste invisibili», un concetto che proietta le città verso un futuro più sostenibile e umano – afferma Raffaella Moro, CEO di REair – Questa tecnologia propone una visione urbanistica e architettonica innovativa in cui le facciate degli edifici non saranno più solo elementi passivi, ma si trasformeranno in strumenti attivi per promuovere il benessere e la salute, contribuendo a trasformare le città in ecosistemi viventi.
L’obiettivo è quello di rendere democraticamente accessibile la sostenibilità, applicando su larga scala soluzioni che abbracciano salute, ambiente ed equità sociale, dal centro città alle periferie. Grazie a questa tecnologia, REair si impegna a costruire un futuro urbano in cui le città diventino luoghi più sani e sostenibili, offrendo benefici tangibili a livello ambientale e sociale”.
Il convegno “Liberi di respirare insieme” si è aperto con i saluti delle autorità istituzionali rappresentate da Claudia Maria Terzi, assessore alle Infrastrutture e Opere pubbliche di Regione Lombardia ed Elena Eva Maria Grandi, assessore all’Ambiente e al verde del Comune di Milano. A seguire il Prof. Walter Ricciardi, professore ordinario del Dipartimento di Scienze della vita e sanità pubblica presso l’Università Cattolica di Roma, ha tenuto il discorso d’apertura analizzando quelli che sono i rischi per la salute umana derivanti dagli impatti provocati dal cambiamento climatico e le possibili azioni e politiche da implementare a livello globale.
“I recenti eventi calamitosi in Spagna ed in altre parti del mondo, i continui appelli della comunità scientifica sulle drammatiche conseguenze connesse ai cambiamenti climatici sull’ambiente e salute del pianeta, debbono far riflettere, anche in sede nazionale, sulle possibili azioni da intraprendere per arginare con urgenza il fenomeno”, dichiara il Prof. Walter Ricciardi.
Nel corso della prima sessione tematica, che ha avuto come focus principale quello della progettazione di edifici sostenibili, sono intervenuti Massimo Roj, CEO e founding partner di Progetto CMR, Fabrizio Capaccioli, presidente di Green Building Council Italia, che ha parlato dell’importanza della democratizzazione dell’approccio alla sostenibilità degli edifici a garanzia di uno sviluppo equo e certificato.
“Democratizzare l’approccio alla sostenibilità degli edifici è una sfida fondamentale per costruire un futuro in cui lo sviluppo sostenibile e certificato diventi la norma, non l’eccezione. Green Building Council Italia guida questo cambiamento.
Costruire in modo sostenibile non è solo una questione di materiali e tecniche avanzate, ma una scelta che mette al centro le persone e il loro benessere. Significa creare spazi che combattano l’isolamento e restituiscano alle comunità qualità della vita e legami più forti”. Oltre a Stefano Capolongo, architetto, PhD, professore ordinario di Hospital Design e Urban Health presso il Politecnico di Milano il quale ha spiegato come “in una visione moderna dell’architettura e della progettazione urbana, la centralità dell’uomo e dei suoi bisogni è imprescindibile.
La qualità della vita, il benessere e la salute delle persone devono essere il fulcro della progettazione di spazi abitativi, di lavoro e di cura, trasformando il modo in cui concepiamo e costruiamo il nostro ambiente.
Per rispondere a questa sfida, il Politecnico ha dato vita al progetto JRP (Joint Research Project), un’iniziativa che si propone di ripensare l’architettura ospedaliera e l’organizzazione degli spazi sanitari, con un’attenzione particolare alla salubrità e all’efficienza degli ambienti. Il progetto JRP rappresenta un importante sforzo collaborativo, in cui la scienza incontra le realtà produttive e le aziende del settore sanitario, unendo competenze per creare soluzioni innovative e sostenibili”.
Protagoniste della seconda sessione, tutta al femminile, intitolata “Sostenibilità ESG, miglioramento ambienti di vita e lavoro” sono state Stefania Carraro, senior lecturer of Sustainability presso SDA Bocconi School of Management, Rosa Draisci, già direttore del Centro nazionale delle sostanze chimiche, prodotti cosmetici e protezione del consumatore presso l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e Raffaella Moro, CEO e founder di REair.
La terza e ultima sessione è stata invece interamente dedicata alla presentazione di alcune case history a partire dalla partnership strategica siglata a maggio 2024 tra REair e Acrobatica che ha trovato una delle prime applicazioni, la scorsa estate, con un intervento sullo Skyway Monte Bianco, come testimoniato da Martina Pegazzano, Investor Relator & ESG Manager di Acrobatica.
Grazie ai lavori di pulizia e manutenzione eseguiti con l’innovativo brevetto eCoating di REair sugli oltre 600 mq di superficie outdoor tra il Pavillon (a 2.173 m) e Punta Helbronner (a 3.466 m), è stato possibile abbattere fino a 59 kg di ossidi di azoto (NOx) all’anno, che equivalgono alla piantumazione di un bosco invisibile con 142 alberi a foglia decidua.
E ancora l’intervento realizzato sulle vetrate outdoor della nuova sede de Il Sole 24 Ore in viale Sarca, i cui benefici anche in termini di benessere e sicurezza dei lavoratori sono stati illustrati da Gianpaolo Sorgi, responsabile Servizi Generali, Sicurezza e Ambiente de Il Sole 24 Ore. Proseguendo poi con il progetto di riqualificazione realizzato sull’edificio Monte Rosa 91, sede dell’evento, presentato da Francesco Rovere, Senior Development Manager di AXA IM Alts.
Dell’importanza dell’integrazione dei criteri ESG nella gestione dei patrimoni immobiliari ha parlato Nicola Sajeva, Director of Asset & Development Management Prelios SGR mentre Vincenzo Acone, presidente di Acone Associati ha portato la sua testimonianza sul ruolo della pubblicità e delle grandi affissioni pubblicitarie come importante veicolo per la rigenerazione urbana. In particolare Acone Associati, durante l’evento, ha presentato i numeri della collaborazione instaurata con REair nel corso del 2024:
il trattamento di quasi 24.000 mq di teli architettonici in PVC, finora eseguito con la tecnologia fotocatalitica REair, ha attivato una reazione equivalente a quella ricavabile dalla piantumazione di circa 6.080 alberi di città, contribuendo ad abbattere circa 2.530 kg di ossidi di azoto (NOx) per anno, corrispondenti alle emissioni annue di 3.520 automobili Euro6 a benzina.
L’intervento conclusivo degli Stati generali sulla qualità dell’aria è stato affidato al Prof. Angelo Del Favero, Consigliere delegato R&S di REair e già direttore generale dell’Istituto Superiore di Sanità.