• 29 Gennaio 2025

Erasmus per le imprese favorisce il dialogo economico

 Erasmus per le imprese favorisce il dialogo economico

Daniele Nicolai

Erasmus per le imprese è un progetto dedicato a giovani imprenditori per allargare gli orizzonti dell’economia verso realtà economiche europee

Erasmus per le imprese è un progetto dedicato a giovani imprenditori per allargare gli orizzonti dell’economia verso realtà economiche europee. È un’opportunità con la quale favorire sinergie, promuovere prodotti, realizzare nuove frontiere dell’esportazione. A sostenere questa iniziativa è la CGIA di Mestre, offrendo alle imprese italiane la possibilità di ospitare per alcuni mesi (da uno a tre mesi) un giovane imprenditore europeo. È fondamentale uno scambio culturale se vogliamo allargare gli orizzonti della crescita economica, soprattutto quando abbiamo un confronto sulle dinamiche della produzione e della promozione imprenditoriale. Conviene ricordare che mediante Erasmus per le imprese l’imprenditore ospitante non deve sostenere nessun costo ed è seguito costantemente dallo staff della CGIA di Mestre. La scelta del profilo da ospitare (Paese, Lingua, Esperienze, Settore) è maturata dall’impresa ospitante, secondo le sue esigenze. Gli obiettivi dello scambio e il piano di lavoro vengono definiti insieme prima di cominciare il periodo da condividere. Con Daniele Nicolai, ricercatore presso l’Ufficio Studi della CGIA di Mestre nell’ambito di analisi socio-economiche, aspetti macroeconomici, finanza, energia, sostenibilità e scambi imprenditoriali (Erasmus for Young Entrepreneurs), vogliamo approfondire il progetto Erasmus per le imprese, al fine di conoscere le peculiarità dell’iniziativa sociale ed economica.

Perché Erasmus per le imprese?

«Erasmus per Giovani Imprenditori (Erasmus for Young Entrepreneurs – EYE) è un programma europeo che offre ai nuovi imprenditori – oppure aspiranti tali – l’opportunità di imparare i segreti del mestiere attraverso uno scambio professionale con imprenditori già affermati, che gestiscono piccole o medie imprese in un altro paese europeo. Il nuovo imprenditore viene “ospitato” per alcuni mesi presso la sede dell’imprenditore esperto, in uno scambio che porta benefici ad entrambi: il nuovo imprenditore apprende le competenze necessarie a gestire o avviare una nuova realtà d’impresa, mentre l’imprenditore ospitante ha l’opportunità di considerare la propria attività sotto nuovi punti di vista, collaborare con partner stranieri, informarsi circa nuovi mercati, prodotti, servizi, tecnologie».

Questa iniziativa, in che modo può incrementare la crescita economica?

«Lo scambio porta benefici a entrambi i soggetti coinvolti. Il nuovo imprenditore acquisisce conoscenze e competenze utili per avviare la propria attività con consapevolezza. La sua azione imprenditoriale, quindi, sarà più solida e sostenibile. Inoltre, entrerà in una rete di partner disponibili a fornire assistenza nelle delicate fasi iniziali della vita dell’azienda. Dall’altro lato, l’imprenditore ospitante avrà un supporto per alcuni mesi in azienda e un confronto con un “collega” più giovane. Questo confronto può tradursi in un secondo momento in nuovi investimenti, rapporti con l’estero e, quindi, crescita dell’azienda. La crescita aziendale sarà ovviamente accompagnata da nuova occupazione, redditi aggiuntivi, ritrovata capacità di spesa, gettito addizionale, un circolo virtuoso che, mettendo insieme tutte le start up e i rinnovati business esistenti, si tradurrà in crescita macroeconomica (PIL)».

Le imprese europee quali differenze sostanziali devono affrontare?

«I mercati europei sono molto diversi tra loro, anche se accomunati dal quadro di regole comunitarie. Negli ultimi anni abbiamo assistito innanzitutto a tassi di crescita molto diversi tra i Paesi europei (nonostante i fondi destinati al superamento delle disuguaglianze) ma anche ad un gap di crescita considerevole rispetto ai Paesi Extra-UE in via di sviluppo. Una distanza incolmabile dal punto di vista dei tassi di crescita ma che evidenzia, tuttavia, un vantaggio verso questi se si guarda alla produttività, alla qualità dei prodotti/servizi e al loro gradimento su scala internazionale. In altri termini, è vero che le imprese europee, dovendo rispettare delle regole stringenti, sostengono costi molto elevati ma proprio grazie alla qualità dei propri prodotti possono continuare a trovare nuovi mercati, specie grazie ai gusti e alle inclinazioni dei nuovi ricchi abitanti dei Paesi in via di sviluppo verso questi tipi di prodotti (ad elevata qualità ed eticità)».

Che futuro delle imprese immagina in Europa?

«La globalizzazione e l’intensificarsi della concorrenza dei paesi emergenti hanno messo in discussione la prosperità economica delle imprese europee. Non potendo competere sul costo del lavoro e sulla presenza di manodopera, le imprese europee dovranno puntare sempre più sulla ricerca e l’innovazione. Innovazione, in particolare, non significa solo tecnologia nel prodotto, ma anche idee nuove negli approcci organizzativi: in questo senso, internazionalizzazione e connessioni di reti sono aspetti fondamentali. La digitalizzazione rappresenta una opportunità unica per far conoscere i nostri prodotti nel mondo, specialmente per quelle imprese, meno strutturate, che altrimenti non avrebbero mai avuto l’opportunità di avventurarsi sui mercati globali. Un mondo sempre più in cambiamento e dinamico si sposa meglio a contesti flessibili, resilienti e in questo senso il cuore pulsante dell’economia europea, permeato dalle PMI, è l’ambiente ideale per cogliere le sfide future con successo».

Che ruolo svolge il green come core business tra nazioni differenti?

«Il Green Deal è la strategia europea di riferimento per i prossimi anni. In questo contesto, susseguentemente tradotto nelle diverse strategie nazionali, si stima un aumento di posti di lavoro, ad esempio, nel settore delle energie rinnovabili oppure in quello della ricerca di soluzioni integrate per l’efficienza energetica degli edifici. Tutte le aziende, anche nei settori non direttamente coinvolti, dovranno entrare in questa logica di medio-lungo termine, intercettando le nuove opportunità. La sostenibilità è ormai un percorso sempre più intrapreso dalle imprese, che coinvolge a tutti i livelli le catene di fornitura e del valore. Un processo che tocca anche l’approvvigionamento di risorse finanziarie; i fondi investono sempre più nelle imprese sostenibili e nel prossimo futuro anche il credito, come avvenuto per il public procurement, porrà l’accento sempre più sul rispetto e il miglioramento dei target ambientali, sociali e di governance (ESG)».

Requisiti per Erasmus per le imprese

Chi può partecipare? Soltanto chi possiede questi requisiti: persona fisica con carica sociale in qualsiasi tipo di attività economica (Srl, Sas, Ditta individuale, Onlus, ecc.); attività avviata da almeno 3 anni; qualsiasi settore economico.

Come partecipare

È necessaria la registrazione al portale europeo www.erasmus-entrepreneurs.eu, indicando come organizzazione intermediaria (IO): «CGIA Mestre».

 

Francesco Fravolini

 

 

 

 

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Redazione

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