Rendere le PMI pronte a dialogare con investitori professionali significa accelerare la loro capacità di competere su scala europea.
Nel dibattito sulla competitività del sistema produttivo italiano emerge con continuità un elemento trasversale: la capacità delle imprese di adeguare la propria struttura ai cambiamenti del contesto. Una trasformazione che oggi non riguarda solo la tecnologia, ma anche la governance, la trasparenza finanziaria e il posizionamento rispetto alle nuove regole europee. In questo scenario si colloca l’attività di IPOCoach, che affianca le PMI nei processi di crescita, di apertura al mercato dei capitali e nelle operazioni straordinarie.
La fotografia delle imprese italiane mostra un settore manifatturiero reattivo e un tessuto di aziende con forte radicamento territoriale. Tuttavia, molte realtà presentano ancora modelli organizzativi costruiti su logiche familiari, poco allineati alle richieste degli investitori istituzionali. Il risultato è un divario tra potenziale industriale e capacità di attrarre capitali. Un divario che rischia di ampliarsi con l’aumentare della complessità normativa e dei requisiti informativi richiesti dai mercati.
Secondo Fabio Brigante, Founder di IPOCoach, “La transizione in atto – digitale, regolamentare e geopolitica – impone alle imprese una revisione dei propri processi decisionali. Gli standard europei sulla sostenibilità, l’evoluzione delle catene del valore e la volatilità dei mercati internazionali sono fattori che incidono direttamente sulla bancabilità delle aziende e sulla loro capacità di partecipare a operazioni di M&A o a percorsi di IPO”.
Secondo l’esperienza maturata sul campo, per molte PMI il limite principale non riguarda l’offerta industriale, spesso competitiva, ma la difficoltà nel rendere l’azienda valutabile e finanziabile. Governance poco formalizzata, reporting non allineato agli standard di mercato, scarsa comunicazione strategica: elementi che riducono l’accessibilità ai capitali anche in presenza di buone performance operative.
“Per questo motivo”, prosegue Brigante, “l’approccio che IPOCoach propone si fonda su tre assi: interpretazione del contesto, strutturazione dell’impresa e accesso al capitale. L’obiettivo è accompagnare l’azienda in un percorso che la renda leggibile agli investitori, sostenibile nel medio periodo e preparata a gestire operazioni complesse, dall’ingresso di un fondo al debutto su un mercato regolamentato”.
In un Paese dove oltre il 90% delle imprese rimane fuori dal perimetro del mercato dei capitali, la sfida è culturale prima che finanziaria. Rendere le PMI pronte a dialogare con investitori professionali significa accelerare la loro capacità di competere su scala europea. Per farlo servono strumenti tecnici, ma anche un cambio di mentalità: passare da una logica di gestione a una logica di crescita. È su questo allineamento – tra strategia industriale e disciplina finanziaria – che si gioca gran parte della capacità delle aziende italiane di intercettare le opportunità della nuova fase economica.




