Oggi vi presentiamo Alessio De Bernardi, creatore di ADBcomunica e partner di Fortale Digital Media Agency
Oggi vi presentiamo Alessio De Bernardi, creatore di ADBcomunica e partner di Fortale Digital Media Agency
Comunicatore ed esperto di Media & Public Relations e Personal Branding ogni quindici giorni Alessio ci porterà a conoscere profili di personaggi legati al mondo della comunicazione, della cultura e dell’impresa nelle più diverse sfaccettature all’interno della rubrica ” KOMUNIKANTE”
Lo abbiamo intervistato per conoscerlo.
” Il Primo Media è la Persona”
D – Perché oggi è così importante fare PB?
Penso che il Personal Branding sia un’attività sempre più necessaria soprattutto dopo la venuta della pandemia dove ormai anche l’utenza o il consumatore sentono sempre più la necessità di avere con il loro interlocutore (Azienda o Istituzione) un rapporto che non sia basato solo sull’offerta ma che implichi anche quella valorialità che in un periodo di così tanta incertezza l’utente finale ha bisogno di ritrovare nel suo interlocutore. Ecco perché sostengo da tempo che un manager o chi è a capo di un’istituzione deve essere lui stesso prima di tutto il brand che incarna i valori che trasmette l’azienda o l’istituzione da lui capitanata.
Il Personal Branding è un’attività che porta beneficio non solo a chi lo attua su sé stesso ma che ricadrà positivamente e sempre più anche in quelle realtà che li vede protagonisti.
Sono sempre più convinto che il primo Media sia sempre la Persona.
Dietro ad un’azienda o a un’istituzione ci sono sempre prima di tutto delle Persone dove a seconda della propria scala di valori dipenderà anche un’azione responsabile verso il loro interlocutore di riferimento.
Resisterà e Vincerà nel proprio mercato di riferimento non solo chi venderà il prodotto migliore o il servizio migliore ma chi insieme a questi aggancerà un mood valoriale nel quale chi li avrà scelti dovrà ritrovarsi sempre più.
D – Nell’arco della sua carriera ha fatto davvero tante cose, ma quando ha capito l’importanza del personal branding?
È proprio vero che determinate consapevolezze si raggiungono nella pratica e nella vita quotidiana. Devo per forza di cose citare un incontro fortunato che mi ha arricchito e mi arricchisce tuttora sia da un punto di vista umano che professionale.
Parlo dell’incontro con Oscar Di Montigny manager ispirato e opinion leader di spicco nell’ambito dell’Innovazione e della Sostenibilità.
Apportando le mie competenze in ambito di Media Relations e Pr e a supporto del suo Personal Branding ho avuto modo di consapevolizzare sempre più quanto sia fondamentale ed essenziale creare un filo conduttore tra le varie aree in cui si è protagonisti nella propria vita professionale e la propria utenza riferimento.
Torniamo quindi al mio slogan ” Il primo Media è sempre la Persona” e quindi per far sì che questo avvenga il Personal Branding diventa essenziale.
D – Hai mai pensato di scrivere un libro sul tuo argomento?
Penso tanto e forse troppo! “Spegni il cervello ogni tanto” mi direbbe un mio caro amico. Diciamo che ho un’Idea che potrebbe contemplare una parte del suo sviluppo anche in un libro dove non si insegnerà nulla ma semplicemente si racconterà.
D – Cosa consigli a chi deve affrontare per la prima volta un’intervista?
Di immaginarsela prima di farla e di visualizzarla nella sua mente come se già la stesse vivendo. Dopodiché dovrà fare solo una cosa: essere il più autentico possibile.
D – Hai mai utilizzato un sito personale e un blog per parlare del tuo settore?
Ho usato me stesso in primis e la mia storia professionale che ho cercato di raccontare sempre nella maniera più dettagliata in modo che non emergessero solo le mie competenze tecniche ma anche quelle umane che vanno per forza di cose a determinare anche una professione e la qualità delle relazioni con i tuoi interlocutori. Contenuti editoriali e dei digital media da utilizzare per raccontarsi sono utilissimi a maggior ragione dopo che la pandemia ha fatto comprendere quanto il digital media abbia delle potenzialità maggiori di quello che si pensavano.
L’ importante è non far mancare mai quella buona dose di responsabilità che ognuno di noi è obbligato a mettere in atto e che permetterà anche ai media digitali di essere mezzi finalizzati ad una sana comunicazione.
D – Qual è il tuo metodo per gestire le tue attività di Media Relations e Pr per i tuoi clienti?
Non amo il termine ” Cliente”. A mio parere è riduttivo nel mio concetto di relazione lavorativa. È nel termine ” Assistito” che identifico non solo un beneficiario delle mie competenze tecniche ma anche un beneficiario delle mie competenze umane. Tutto parte dalla considerazione che davanti a me non c’è solo un manager o
un’azienda o un’istituzione ma che dietro a queste realtà ci sono prima di tutto delle persone che nel momento che scelgono i miei servizi mi stanno dando fiducia.
La creatività rappresenta il salva vita per tutti coloro che devono escogitare strategie virtuose soprattutto quando il mondo ci sta dicendo in più modi quanto è in difficoltà sia da un punto di vista economico che valoriale. Quando vieni scelto per portare in dote le tue competenze professionali, in quel momento tu hai la prima forma di guadagno: La fiducia del tuo Assistito.
Allo stesso tempo tu vieni insignito di un valore molto importante soprattutto in un periodo di incertezza come questo: la responsabilità.
Fiducia e responsabilità sono due punti cardini che occorre sempre ricordare a mio parere.
D – Come prepari i tuoi interventi agli eventi dal vivo?
Studio, studio e poi studio ancora dopodiché vivrò nella mia testa tutto prima, come se stessi già vivendo quell’esperienza.
D – Quali strumenti utilizzi per poter essere efficiente nella tua professione?
Se partiamo da un concetto che sento mio ovvero che per me il primo media rimane sempre la Persona ritengo prima di tutto sottolineare quanto la disciplina sia importante per mantenere alta quella giusta attenzione per mantenere focus sugli obiettivi da raggiungere.
Una disciplina che deve essere però modulata da altri due elementi indispensabili : La Sensibilità e la Flessibilità.
Credo che non vi sia una disciplina virtuosa senza quella giusta sensibilità per ascoltarsi e ascoltare e creare quell’empatia necessaria con noi stessi e con gli altri per comprendere di cosa abbiamo veramente bisogno e per comprenderlo prima e per tempo in modo da anticipare o evitare possibili criticità.
La flessibilità serve per avere una visione meno rigida su sé stessi dove i nostri limiti possono diventare fonte di intuizioni per nuove strategie sia per superarli e sia per affrontare questo processo senza farsi prendere da stress e disperdere tutte le energie che possediamo e che spesso buttiamo via o avveleniamo con stati emozionali che non servono a nessuno tantomeno a noi.
Stress, impazienza, rabbia, una competitività esasperata sono tutti veleni che limitano l’emergere dei nostri talenti.
Lavorare su di sé inevitabilmente ci permetterà di comunicare meglio e comprendere in profondità anche un nostro assistito in ambito lavorativo.
Ecco perché la meditazione diventa per me e sempre più per molti una pratica fondamentale!
La meditazione è uno strumento basato prima di tutto sul Respiro. Il nostro respiro che non è così scontato possedere e che rappresenta la prima funzione vitale che l’essere umano possiede. La Pandemia credo che abbia sottolineato a tutti e anche tragicamente quanto affermo ora.
Se si lavora sulla qualità del respiro e su un ascolto profondo di noi stessi ne beneficia il corpo, il cervello e lo spirito.
Non lo dico io, lo dice da tempo anche la scienza.
Meditare e prefigurare ciò che ci anima nel profondo del nostro cuore anche per ciò che riguarda la propria sfera professionale può sembrare fuori dalle logiche più ordinarie e meno abitudinarie per la maggior parte delle persone ma a mio parere rappresenta il metodo più veloce e più naturale per migliorare la qualità della propria vita.
La consapevolezza e la constatazione quotidiana di quanto sto affermando lo devo a Patrizio Paoletti, mentore e fondatore della School of Self-Awareness a cui va tutta la mia gratitudine insieme a chi mi ha dato modo di conoscere i suoi insegnamenti e di farmi innamorare di essi.
D- Parlaci della tua rubrica che si chiamerà ”KOMUNIKANTE”
KOMUNIKANTE significa Comunicazione nella lingua Esperanto.
L’Esperanto mi ha sempre affascinato per lo scopo per cui è stata creata. Un linguaggio comune e universale che voleva abbattere ogni forma di muro culturale e di confine e che permettesse a popoli di diverse nazioni e continenti di comunicare con un unica lingua.
È il senso che dovrebbe avere ancor di più in questo periodo storico la Comunicazione e i linguaggi adottati da essa.
Questo è il core di quello che sarà la serie di quello che sarà ” KOMUNIKANTE” dove pensieri, condivisioni e incontri cercheranno di raccontare quanto il comunicare sia sempre più un’ arte e non solo tecnica.