• 13 Marzo 2025

Cubbit: «I dati l’asset più importante»

 Cubbit: «I dati l’asset più importante»

Landscape – Alessandro Cillario – co-CEO and co-founder

Cubbit, Alessandro Cillario: «I dati l’asset più importante»

Cubbit, il primo provider europeo di cloud storage geo-distribuito, annuncia l’istituzione di un advisory board. I primi professionisti a entrare nel team sono Alec Ross, Mikko Suonenlahti e Nicolas Ott. Saranno proprio questi esperti a sostenere Cubbit (sito web) nel percorso di crescita internazionale, senza dimenticare di identificare quelle nuove opportunità strategiche a beneficio dello sviluppo dell’impresa. Conviene ricordare che Ross, Suonenlahti e Ott hanno una comprovata esperienza in ruoli di spicco nei settori della tecnologia, del cloud e delle telecomunicazioni.

I membri dell’Advisory Board

Alec Ross è un esperto di politica tecnologica americana, imprenditore e autore. Ha ricoperto il ruolo di Senior Advisor for Innovation per Hillary Clinton durante il suo mandato come Segretario di Stato ed è stato coordinatore del Technology & Media Policy Committee durante la campagna presidenziale di Barack Obama nel 2008. È membro del consiglio di amministrazione di Amplo, fondo di venture capital internazionale e fa parte di svariati consigli di amministrazione di società specializzate in tecnologia, finanza, istruzione, risorse umane e cybersecurity. Con Alessandro Cillario, Co-CEO e Co-founder di Cubbit, vogliamo approfondire la gestione e la sicurezza dei dati delle imprese nella progressiva digitalizzazione che investe l’economia italiana.

Come organizzare il cloud per le imprese?

«Viviamo in un mondo dove i dati sono il nuovo petrolio e ne produciamo sempre di più. L’istituto di ricerca Gartner afferma che triplicheranno entro il 2026. La domanda che ci dobbiamo porre quindi è: come possiamo gestirli e trasformare le complessità che ne derivano in una fonte di vantaggio competitivo? Negli ultimi anni abbiamo visto i rischi che il dato comporta: la fragilità dei data center — un esempio è l’incendio a OVHCloud che ha messo offline milioni di servizi (Reuters) — e la crescente minaccia dei ransomware, il cui esempio evidente è stato l’attacco globale che a inizio anno ha messo offline migliaia di servizi e siti web (Cybersecurity360). Non stupisce dunque che nelle conversazioni con i nostri clienti ed esperti IT di settore emerga sempre più la necessità di sistemi iper resilienti, scalabili, compliant e che garantiscano sovranità del dato — specialmente in settori con dati fortemente sensibili come quello sanitario e la Pubblica Amministrazione».

Che soluzione scegliere per tenere al sicuro i dati?

«Per tenere al sicuro i propri dati servono soluzioni che garantiscano protezione da ransomware e disastri nonché la possibilità di ripristinare i dati in qualsiasi momento. La vera sfida però è fare tutto questo a basso costo e nel pieno rispetto della sovranità digitale. Cubbit risponde a queste esigenze con un cloud storage non solo immutabile ma anche geo-distribuito, in cui i dati sono custoditi sul solo territorio italiano in una rete sotto il loro controllo dei clienti stessi».

Cosa propone Cubbit?

«Cubbit è il primo enabler Europeo di cloud storage geo-distribuito. È un cloud di nuova generazione che garantisce finalmente un’archiviazione dei dati sicura, scalabile e sostenibile, il tutto nel rispetto della sovranità digitale dell’utente. A differenza del cloud storage tradizionale, la tecnologia di Cubbit non archivia i dati in data center centralizzati: al contrario, i file vengono cifrati, frammentati, replicati e distribuiti su reti geo-distribuite chiamate “Swarm”’: questa tecnologia riduce il rischio di perdita o inaccessibilità del dato in caso di downtime, e protegge da ransomware e attacchi hacker. La tecnologia Cubbit garantisce che i backup siano iper resilienti al ransomware e ai disastri localizzati e conformi a GDPR, CCPA e ACN (ex AGID). Abbiamo inoltre ottenuto le certificazioni ISO su gestione della qualità, gestione della sicurezza delle informazioni, sicurezza del cloud e privacy nel cloud e protezione dei dati personali».

Preoccupa la concorrenza con gli altri colossi come Google e Amazon?

«Google e Amazon offrono centinaia di differenti servizi, e pertanto non sono in grado di offrire per ciascuno di essi il massimo grado di affidabilità, economicità e sicurezza. È quanto confermano anche alcuni fra i più importanti fondi di investimento per startup al mondo, che qualche anno fa dicevano alle loro aziende “perché cerchi di competere con le big tech?” mentre oggi stanno dicendo loro “perché non competi di più con le big tech?”. C’è la consapevolezza che ci sono spazi lasciati vuoti in cui una offerta competitiva può inserirsi prendendo una grande fetta di mercato. I nostri clienti combinano con successo la soluzione Cubbit con quelle dei grandi cloud provider, e in questo modo ottengono il meglio da entrambe. C’è poi un ragionamento più strategico e di alto livello: il problema che istituzioni e grandi gruppi industriali europei si stanno ponendo è che in Europa non esistono “cloud champion”, ovvero grandi aziende del cloud. Questo comporta un problema di competitività enorme per il nostro continente, oltre a portare enormi quantità di risorse fuori dall’Europa. È in questa logica che è nato un consorzio come Gaia-X, che ha l’obiettivo di federare servizi cloud europei competitivi, e di cui noi siamo parte. Servono soluzioni sovrane, che garantiscano il pieno controllo proprio sui dati».

Quale futuro attende la gestione e la conservazione dei dati?

«I dati sono l’asset più importante per qualsiasi organizzazione moderna e la loro crescita è esponenziale. Una singola automobile di nuova generazione produce fino a 4TB di dati al giorno, un jet 500TB per volo, una videocamera 350MB al secondo. Ciascuno di noi contribuisce a questa crescita che, secondo Gartner, porterà alla triplicazione dei dati non strutturati entro il 2026. E se questo garantisce nuove opportunità, allo stesso tempo amplifica i già gravi problemi di sovranità, sicurezza, costi e flessibilità. Non ci dimentichiamo infine che la maggior parte dei dati è generata all’edge e non nel cloud: questo comporta una necessità di mobilità e interoperabilità tra i sistemi a cui il multi-cloud e hybrid cloud stanno cercando di rispondere. Ci sarà dunque una domanda sempre più forte di sistemi sovrani, sicuri, flessibili e sostenibili che garantiscano disaster recovery e la possibilità di trasferire i dati tra piattaforme diverse, senza vendor lock-in. In questo contesto, l’object storage si è affermato come standard di fatto per la comunicazione multi-piattaforma, ma questa tecnologia ha ancora forti limiti poiché non è progettata per l’edge. È qui che entra in gioco Cubbit: con un cloud storage geo-distribuito di nuova generazione, ottimizzato per l’edge e il multi cloud, possiamo finalmente restituire ad aziende e istituzioni il pieno controllo sui loro dati, sui costi e, in ultima analisi, sulla propria infrastruttura».

 

 

 

Leggi altri articoli: innovazione – tech

Francesco Fravolini

Giornalista professionista, SEO Copywriter, videomaker e fotoreporter

ADV

Leggi anche