Acqua Sant’Anna – sostenibilità e welfare
Acqua Sant’Anna si prepara a nuove sfide oltre confine sulla base di un welfare vincente. Vediamolo insieme al suo presidente e AD Alberto Bertone
Un esempio di Made in Italy forse non così conosciuto eppure basato su un percorso fatto di principi basilari e fondamentali come l’acqua, ovvero ricerca, investimenti e welfare. Negli ultimi dieci anni, Acqua Sant’Anna ha più che triplicato il suo fatturato facendo perno anche su sostenibilità e attenzione al personale. Ce ne parla Alberto Bertone, presidente e amministratore delegato della società –ora pronta anche a nuove acquisizioni.
Progressi nell’efficienza e nell’automazione allo stabilimento aziendale di Vinadio, in provincia di Cuneo, oggi hanno visto anche investimenti su quello che è il capitale umano, su cui si è basato questo successo. Ce ne parla?
«Il successo di un’azienda si basa innanzitutto sui suoi validi collaboratori. Di conseguenza, la fase di recruiting e soprattutto quello che avviene dopo in azienda ha una grande importanza. In un quadro di questo tipo, e specie in tempi di acquisizioni, ho già in mente chi sarà a capo di un reparto e chi sarà quindi in grado di portare avanti un percorso.
L’impegno che ho insieme al mio responsabile delle risorse umane ha un solo obiettivo, semplice: i nostri dipendenti devono stare bene, anzi direi meglio di altri. Perché dobbiamo cercare di fidelizzare le persone e il loro knowhow. Ho tantissime persone che lavorano quasi come fosse loro l’azienda stessa, un segnale fondamentale anche per raggiungere gli stessi obiettivi dell’azienda».
E in che modo si è giunti a questo, in azienda?
«Da tutta una serie di programmi che possiamo adottare, ad esempio, di welfare che aiutano in primis queste persone, da screening mammografici a mensilità premio in più, retribuendo puntualmente le risorse che raggiungono risultati in termini di efficienza, proprio perché hanno prodotto ricchezza che è giusto ridistribuire, non solo su investimenti ma anche sul personale. È così che si fissano degli obiettivi ed è così che – anche in un ambiente molto robotizzato – si raggiungono i target. Io dico sempre che dove funzionano gli umani anche i robot funzionano meglio».
Un’azienda che investe in innovazione e personale è la sfida del momento, un equilibrio non sempre facile.
«Sì, io leggo e mi ispiro a modelli che ho visto nel mondo, anche presso aziende di altri settori. Ci sono moltissime opportunità che molti altri imprenditori hanno saputo cogliere. Ed è quello che cerchiamo di fare anche noi, il più velocemente possibile, pur sempre calandoli nella propria realtà ovviamente.
Nel 2022, ad esempio, con l’aumento dei costi delle famiglie, avevamo dato una mensilità in più per affrontare insieme le difficoltà finanziarie lamentate da alcuni dipendenti.
O anche nel periodo immediatamente post-Covid, con un incremento di separazioni e divorzi, abbiamo analizzato le ragioni di varie tensioni psicologiche che sono scaturite e abbiamo fatto fronte a questo problema con la disponibilità di un team di psicologi a nostro carico e a completa disposizione dei dipendenti e delle loro famiglie in difficoltà, anche con incontri a distanza che meglio affrontavano logistica di alcune situazioni particolari.
E infine, con il recente aumento dei mutui, abbiamo strutturato un servizio di consulenza per le persone, per meglio orientarsi sulla materia, anche solo per basare le proprie uscite in funzione delle proprie
entrate. Sono piccoli accorgimenti che sono stati molto apprezzati dai nostri dipendenti».
Quante di queste scelte sono poi entrate in maniera strutturata in azienda, grazie anche a Pnrr o manovre particolari?
«Il nostro reparto di risorse umane è continuamente stimolato da quel che segnalo in prima persona. Anche la stessa sensibilizzazione sulla scelta di impianti e autovetture elettriche è passata attraverso la fornitura di colonnine gratuite a disposizione dei dipendenti.
Una cosa che poi riguarda il tema welfare e che fa i conti con la prossima acquisizione [dell’azienda francese La Compagnie Des Pyrénées (LCDP), titolare del marchio Eau Neuve, n.d.r.] è poi l’aumento di pranzi e cene di lavoro aziendali, un sistema per conoscersi in primis, scambiarsi esperienze professionali tra i nostri 220 dipendenti e quelli della LCDP di quasi 50».Quali criteri – secondo la sua esperienza – possono costruire progettualità, visione aziendale ed essere d’ispirazione per nuove risorse che oggi cambiano spesso lavoro?
«Ai miei dipendenti che sono in aziende famigliari di medie dimensioni chiedo ogni giorno di essere imprenditori all’interno della società: ovvero provando a decidere come l’azienda fosse propria, cercando di capire le conseguenze della scelta, anche sbagliando e facendo esperienza dell’errore. Io dico sempre ai miei che la differenza tra noi e le multinazionali è la velocità con cui mettiamo a regime i progetti e se siamo lenti come le multinazionali, rischiamo solo di perdere più risorse.
L’intraprendenza per me è fondamentale ed è un aspetto che apprezzo molto e che – anche qui – fa la differenza in una piccola-media azienda piuttosto che in una multinazionale. Altra considerazione che in proposito sento di dover citare è il lavoro a distanza: molti giovani lo chiedono ma non tutto può continuare a dare risultati in tale modalità. Il lavoro di squadra è capire l’ambiente in cui si è inserito e condividerlo con gli altri colleghi, ogni giorno».
Con quale ottica sta guardando al futuro?
«Sicuramente quella che Acqua Sant’Anna diventi una grande azienda, continuando a crescere sia all’interno sia attraverso nuove acquisizioni. Questa con la società francese LCDP è la prima e complementare alla nostra attività, ma la considero una palestra di rodaggio, diciamo, per altre. La sfida è sempre quella di condividere le competenze con eventuali acquisizioni, ma mantenendo la gestione di Sant’Anna pur avendo, come in questo caso, distanze difficili e anche mal collegate. Noi imbottigliamo acqua minerale e dunque dobbiamo guardare dove ci sono sorgenti e risorse, poi il punto è la gestione effettiva delle acquisizioni che ne deriva, ovunque esse siano».
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