Turismo sostenibile: nuovi scenari per Pmi

Share

Il turismo sostenibile in Italia è in crescita. Le Pmi devono adeguarsi puntando su autenticità, rispetto ambientale e valorizzazione locale

Quando si parla di turismo, l’Italia gioca un ruolo da protagonista sia all’interno del panorama europeo che in quello extra comunitario. Dopo lo stop imposto dalla limitazione degli spostamenti dovuti alla pandemia, i flussi hanno ricominciato piano piano a crescere.

Lo studio sulle imprese commissionato da ENIT-Unioncamere a ISNART lo scorso anno ha evidenziato come il 2023 sia stato definitivamente l’anno della ripresa: 851 milioni di presenze (in strutture ricettive e abitazioni private), per un impatto economico sui territori di oltre 84 miliardi di euro. E le previsioni per la stagione in corso promettono altrettanto successo.

Non si commette certamente un errore nell’affermare quindi che il turismo è un settore nel quale vale la pena investire tempo ed energie, e le Pmi Italiane che vi operano possono essere ottimiste riguardo al futuro.

Per incanalare al meglio le risorse e programmare a lungo termine, è però necessario saper leggere il mercato e capire come muoversi per intercettare al meglio la domanda dei turisti nazionali ed internazionali, che negli ultimi decenni è radicalmente cambiata.

Ci sono infatti due fattori principali che hanno influenzato il mercato turistico più recente:

  • Da una parte, in un mondo in cui tutti condividono continuamente esperienze di viaggio in tempo reale sui social, tutto sembra spesso già visto, e la vera aspirazione dei viaggiatori diventa quella di visitare luoghi meno noti, vivere momenti autentici e al di fuori di quelli che sono i “pacchetti” proposti identici a migliaia di turisti ogni anno;
  • In secondo luogo, grazie ad un’informazione sempre più puntuale e corredata di dati scientifici sulle questioni ambientali e sui problemi del nostro ecosistema, si è fatta sempre più grande l’attenzione verso questo tipo di tematiche. Questa accresciuta sensibilità si è tradotta per quanto riguarda il turismo in un desiderio di vivere il viaggio in maniera il più possibile meno impattante.

Il risultato di questi “trend” che sono però ben più che mode passeggere è stata la nascita di quello che viene definito “Turismo Sostenibile” (anche detto Eco-turismo o Turismo responsabile”). Di cosa si tratta? Vediamolo insieme.

Turismo sostenibile: viaggi in armonia con luoghi e natura

Per fornire una prima “inquadratura” di questo fenomeno, ci affidiamo alla definizione che ne dà l’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO), ovvero: “una forma di turismo in grado di soddisfare le esigenze dei viaggiatori e delle comunità ospitanti, al contempo capace di tutelare le risorse ambientali e offrire nuove opportunità per le generazioni future”.

Esigenze dei viaggiatori, esigenze delle comunità ospitanti e tutela delle risorse ambientali, ecco i 3 pilastri del turismo sostenibile.

In pratica il turismo responsabile è diametralmente opposto al turismo di massa, che negli ultimi decenni ha condotto schiere di turisti a vivere tipi di viaggi molto simili e molto impattanti sui luoghi di ricezione, complici anche gli operatori del settore che hanno spesso mirato solo a fare numeri senza curarsi essi stessi dei diversi tipi di impatto sui territori coinvolti.

Praticare un turismo sostenibile significa imparare a minimizzare gli impatti negativi che possono riguardare l’ambiente, la società e l’economia dei luoghi visitati. Si parla di minimizzazione perché è evidente che un impatto ambientale anche piccolo è sempre prodotto nel momento in cui si parla di viaggi e attività turistiche, di spostamenti di flussi di persone in luoghi diversi da quelli di residenza.

Banalmente, il solo muoversi da un paese all’atro, se non viene fatto a piedi o in bici, produce un’impronta ambientale. Ma è possibile attuare nuovi modelli che incoraggino un modo diverso di viaggiare, che privilegi la scoperta autentica del territorio e delle sue tradizioni, dei suoi tesori culturali e naturali con l’obiettivo di valorizzarli e proteggerli, affinché essi siano conservati nel modo migliore e a disposizione per le future generazioni.

A un livello ancora più “profondo”, obiettivo di questo tipo di turismo è che i benefici economici risultanti dalle attività turistiche siano equamente distribuiti tra tutti i membri della comunità, per appianare le differenze sociali (guardando oltre i confini nazionali, non è difficile imbattersi in contesti nei quali solo pochi grandi gruppi detengono i ricavi di attività che però coinvolgono a vari livelli anche le frange di popolazione meno abbienti).

Insomma, il futuro del turismo sembra essere sempre più green ed eco-friendly, autentico e rispettoso di ambiente e cultura. Abbiamo capito che i luoghi che visitiamo non sono “parchi divertimento” dove tutto è permesso e che esistono solo per il nostro svago, ma territori che esistevano prima del nostro arrivo ed esisteranno dopo la nostra partenza. Viverli al meglio significa anche fare il modo che la nostra presenza lasci un’impronta ambientale il più ridotta possibile. Non è un caso che i più utilizzati portali di ricerca di hotel e attività online abbiano inserito tra i propri punteggi sezioni dedicate alla sostenibilità delle strutture proposte.

Rispetto per il territorio, quindi, unito alla volontà di conoscere i luoghi, le culture e le tradizioni “da vicino” e non attraverso immagini precostruite e luoghi comuni. Una grande opportunità per comunicare in maniera più spontanea con la propria clientela e mostrare in maniera autentica tutta la bellezza che il Belpaese ha da offrire.

Le Pmi del settore possono cogliere questa occasione per rinnovarsi e partecipare attivamente al cambiamento in atto. Ma in che modi le aziende possono agire per diventare protagoniste del nuovo ecoturismo? Vediamo qualche spunto.

Turismo Sostenibile: come le Pmi possono esserne protagoniste

Tolte le grandi catene e aziende, spesso anche di proprietà extra-nazionale, una grandissima quota del settore turistico in Italia è trainata dalle piccole e medie aziende, non di rado a conduzione familiare. Strutture ricettive, ristoranti, aziende agricole, stabilimenti balneari, rifugi montani, negozi artigianali e via dicendo. In che modo possono adeguarsi ai ritmi e alle caratteristiche del turismo eco, beneficiandone in termini di qualità del lavoro e profitti?

Vediamo 4 punti utili per iniziare.

  • Ammodernamento delle strutture in ottica di sostenibilità. Sfruttando gli incentivi disposti sia a livello nazionale che a livello europeo, questo è certamente il momento adatto per intervenire per rendere gli edifici più green: ricorso ove possibile all’utilizzo di energia da fonti rinnovabili, implementazione di sistemi di gestione smart dei rifiuti, opere strutturali come cappotti termici e simili in grado di limitare al massimo gli sprechi, e molto altro.

Sono interventi che nella prima fase richiedono investimenti e dedizione in termini di tempo e risorse, ma che ripagano sul lungo termine con risparmi sui costi di gestione e indubbiamente con un miglioramento della propria immagine, in grado di intercettare le richieste dei nuovi flussi turistici. Ottenere certificazioni di sostenibilità riconosciute, come Green Key o EarthCheck, può certamente aumentare il gradimento verso i possibili clienti.

  • Interventi sul settore “spostamenti”, che rappresenta una delle principali voci nel bilancio complessivo dell’impronta ambientale. Disporre il noleggio di bici per esplorare la zona, utilizzare mezzi aziendali elettrici, promuovere l’utilizzo di mezzi di trasporto pubblici fornendo tutte le info necessarie.

Se pensate a quante persone si muovono per fini turistici nelle nostre città e nelle nostre campagne, capirete velocemente come riuscire ad indirizzarne anche una piccola parte verso forme di mobilità più green può fare una grande differenza.

  • Promozione ed utilizzo di prodotti locali a km: da questo punto di vista, l’Italia ha avviato già da anni un ciclo virtuoso, ponendo sempre più attenzione all’utilizzo di ingredienti del territorio sia nei ristoranti che nelle strutture ricettive. Se uno dei pilastri del turismo sostenibile è quello di vivere il luogo di destinazione in maniera autentica, farlo attraverso prodotti alimentari che a quel luogo sono legati è il modo più gustoso per farlo.

E in Italia, possiamo dirlo senza timore di smentita, le eccellenze eno-gastronomiche non mancano. Avvicinare i turisti a queste prelibatezze attraverso corsi, lezioni e degustazioni che raccontino non solo il prodotto in sé, ma la sua storia e le tradizioni ad esso legate è una delle espressioni massime del turismo sostenibile.

In questo modo infatti si permette alle piccole e medie aziende del territorio di farsi conoscere e di intercettare la domanda di un pubblico sempre più curioso di vedere le semplici realtà della zona, piuttosto che i grandi colossi che magari con il commercio online raggiungono già luoghi lontani.

L’obiettivo è permettere di assaggiare un prodotto nel suo luogo di produzione, un prodotto che altrimenti non avrei modo di assaporare perché lontano dalle grandi catene di distribuzione.

  • Sensibilizzazione dei propri clienti: per questo ultimo punto non servono grandi investimenti, ma si parla soprattutto di piccoli gesti e attenzioni che però, all’interno del quadro più ampio, possono fare una grande differenza. Affiancare alle proprie azioni concrete un’attività di sensibilizzazione al tema ambientale è tanto semplice quanto efficace.

Affiggere cartelli che invitino ad un utilizzo saggio di acqua ed energia, fornire informazioni agli ospiti sulle misure ecosostenibili adottate dall’impresa e su come possono contribuire durante il loro soggiorno, utilizzare newsletter e blog aziendali per condividere articoli e suggerimenti legati al turismo sostenibile… i modi sono innumerevoli e ogni attività può metterli in pratica a seconda delle proprie caratteristiche.

Turismo sostenibile: quali vantaggi per le Pmi?

Aderire ai principi del turismo sostenibile non è solo un impegno di facciata per intercettare quella che al momento sembra una tendenza predominante del mercato. I vantaggi per le Pmi sono concreti, vediamo i principali:

  • Offerta di servizi di qualità: ogni impresa desidera fornire servizi di alto livello in base al proprio settore. Qualunque azione e intervento in ottica di efficientamento energetico ed ecosostenibilità seguirà le più moderne disposizioni in tema, e non potrà che tradursi in una qualità di servizio più alta;
  • Protezione del territorio: ricordiamoci sempre che nessuna impresa può prescindere dal benessere del territorio in cui opera. Per quanto per anni in molti abbiano deliberatamente ignorato il fatto che sfruttare senza sosta un territorio significasse rovinarlo, mancando totalmente di lungimiranza, oggi le dinamiche sono cambiate.

Assecondare i principi del turismo responsabile, agendo attivamente per permettere ai turisti di vivere un’impagabile esperienza impattando il meno possibile, significa difendere il proprio territorio. E questo vuol dire renderlo disponibile e allettante per molte altre visite in futuro. Se non lo si facesse per amore di natura, cultura e tradizioni, varrebbe comunque la pena farlo per garantire entrate dalle attività turistiche anche negli anni a venire;

  • Vantaggi economici: nessuna Pmi può concedersi il lusso di agire senza un tornaconto economico, questo è ovvio. L’aspetto da non sottovalutare riguardo all’inserimento della propria impresa in questo nuovo modello green è di quanto questo sia economicamente vantaggioso.

Abbiamo già sottolineato come il turismo sia radicalmente cambiato, e come sia sempre più ampia la richiesta di esperienze lente e sostenibili. Le strutture “ecologiche” sono più cercate e prenotate, le imprese che possano dimostrare il proprio impegno verso la difesa dell’ambiente sono preferite rispetto a quelle che non lo fanno.

Quindi, oltre a tutta una serie di benefici ambientali e sociali, partecipare attivamente a un nuovo modello di turismo risulta un’arma vincente per assicurarsi presenze e prenotazioni, oggi e in futuro.

Abbiamo quindi visto come la diffusione del turismo sostenibile dia vita a nuovi scenari per le Pmi del settore turistico, da accogliere con entusiasmo: saperli interpretare e diventarne protagonisti attivi è la chiave per prosperare sul lungo termine, agendo al contempo in difesa di un bene prezioso e non riproducibile come la bellezza del territorio.

Leggi altro su Cultura e Turismo

condividi su:

Immagine di Nadia Cioni
Nadia Cioni
Consulente marketing e social media manager

Leggi anche

Vuoi ricevere le nostre ultime news? Iscriviti alla newsletter per rimanere sempre aggiornato

ARTICOLI PIÙ LETTI
ULTIMI ARTICOLI