IT Wallet è il portafoglio digitale universale. Il progetto nasce come parte di un’iniziativa più ampia, chiamata European Digital Identity Wallet
Un “portafoglio” digitale in cui potranno essere raccolte certificazioni e documenti verificabili e verificati, quali estremi di passaporto, certificato di nascita, patente e tessera elettorale: è questo lo strumento innovativo che caratterizzerà i prossimi passi dell’evoluzione dell’identità digitale, in Italia e in Europa. In un futuro non troppo lontano potremmo insomma lasciare a casa patente e carta d’identità, che saranno caricate in un’applicazione presente nel nostro smartphone.
Come si sta preparando il nostro paese a questa rivoluzione?
Nel nostro paese, l’identità digitale è in crescita: lo dice una ricerca dell’Osservatorio Digital Identity della School of Management del Politecnico di Milano : il 61% della popolazione ha attivato SPID, ossia 36,4 milioni di cittadini maggiorenni (il 73% degli over 18) a cui si aggiungono 13mila minorenni (appena lo 0,18% della platea), con accessi totali stabili (oltre 1 miliardo nel 2022), in media 25 l’anno per utente.
Inoltre, sono in possesso di Carta d’Identità Elettronica 39,3 milioni di italiani, ma la versione digitale della CIE, abilitata dall’app CieID, risulta utilizzata solo da 4 milioni di utenti. I rilasci della Carta d’Identità Elettronica sono cresciuti del 23% in un anno, mentre lo SPID si è assestato a un tasso di crescita più contenuto rispetto agli ultimi anni.
Di fronte a questi numeri, l’obiettivo fissato nel PNRR di raggiungere 42,3 milioni di identità digitali entro giugno 2026 rimane ancora lontano.
Dando uno sguardo ad altri paesi europei, in Svezia e Norvegia i sistemi di identità digitale raggiungono già circa l’80% della popolazione. Il sistema francese FranceConnect in un anno è salito dal 60% al 61%, quello belga itsme dal 56% al 58%. Con un’incidenza inferiore allo SPID italiano, il Chave Movel Digital portoghese raggiunge il 54% della popolazione, lo SwissId elvetico il 39%.
Nel 2014, quando è stato istituito il regolamento europeo eIDAS (electronic IDentification, Authentic and trust Services), uno degli obiettivi dell’UE era quello di dare accesso a tutti i cittadini a servizi fiduciari digitali altamente sicuri, ma anche a identità digitali da poter spendere in tutta Europa.
Un obiettivo raggiunto, ma non in maniera uniforme: nonostante l’Italia sia tra i paesi “virtuosi”, in cui l’identità digitale è più diffusa tra la popolazione e dove SPID e CIE hanno raggiunto un ottimo livello di diffusione –, nel resto d’Europa sono solo 14 gli stati membri che hanno notificato almeno un sistema di identità digitale alla Commissione, e solo il 59% dei cittadini europei è oggi in possesso di una digital ID.
Il 3 giugno 2021 è stata avanzata la proposta che modifica il regolamento Eidas, istituendo un quadro per un’identità digitale europea. Tra le varie novità, spicca l’introduzione del cosiddetto European Digital Identity Wallet (EUDI Wallet o, in italiano, portafoglio europeo di identità digitale), che offre una soluzione innovativa ai cittadini europei per accedere a servizi pubblici e privati, in modo sicuro e transfrontaliero.
L’European Digital Identity Wallet è l’innovazione che avrà un impatto più diffuso sulla vita dei cittadini e non sarà limitato agli operatori di settore. Sarà un’identità digitale a tutti gli effetti, proprio come SPID, ma sarà valida obbligatoriamente in tutta l’UE e avrà la struttura di un “portafoglio” digitale in cui potranno essere raccolte certificazioni e documenti verificabili e verificati – i cosiddetti “attributi” – quali estremi di passaporto, certificato di nascita, patente e tessera elettorale.
Grazie all’European Digital Identity Wallet sarà quindi possibile non solo accedere ai servizi pubblici con la propria identità digitale in ogni paese EU, ma anche aprire un conto in banca, noleggiare una macchina, dimostrare la propria età o accedere a servizi pubblici.
L’Italia sta costruendo il suo prototipo nazionale, chiamato IT Wallet. Esso dovrebbe essere un’estensione dell’App IO accessibile con SPID e CIE. Contenendo in un primo momento la tessera sanitaria e quella della disabilità.
Le discussioni tra le parti politiche e gli attori di mercato potenzialmente interessati a prendere parte al progetto sono in corso e contribuiranno a definire la strada che l’Italia sceglierà di percorrere.
Il Dipartimento per la Trasformazione Digitale, la struttura di Governo focalizzata sulla trasformazione digitale del Paese, prevede di rilasciare versioni di prova per il lancio pubblico entro la prima metà del 2024 ed è attualmente al lavoro per rendere l’App IO, ossia l’applicazione gestita da PagoPa, uno spazio accessibile da qualunque dispositivo, rendendo ancora più facile l’interazione con le Pubbliche Amministrazioni, locali o nazionali.
La stessa tempistica è prevista ovviamente anche nel resto d’Europa. Dopo l’annuncio di giugno 2021, la prima fase del progetto pilota è stata avviata nel 2022 con l’obiettivo di arrivare alla diffusione dell’European Digital Identity Wallet nel 2024.
Nel 2023, durante la fase di trilogo, ovvero il negoziato interistituzionale con la partecipazione di rappresentanti del Parlamento Europeo, del Consiglio dell’Unione Europea e della Commissione Europea, sono stati avviati i cosiddetti “Large Scale Pilot”, i progetti pilota su vari use case di utilizzo dell’EUDI Wallet portati avanti da Consorzi internazionali, come per esempio il Consorzio POTENTIAL.
L’8 novembre 2023 la fase di negoziato (trilogo) è terminata, con l’annuncio dell’accordo sul testo definitivo della revisione eIDAS che è attualmente in attesa dell’approvazione formale da parte del Parlamento europeo e del Consiglio. Quando ufficialmente approvato, il quadro per l’Identità Digitale Europea entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
Dopo 6-12 mesi dall’entrata in vigore del regolamento verranno poi emanati gli atti attuativi che delineeranno le specifiche tecniche per l’implementazione dell’EUDI Wallet e, entro 24 mesi dall’adozione degli atti attuativi, gli Stati membri dovranno fornire ai propri cittadini l’EUDI Wallet.
In conclusione, l’identità digitale europea probabilmente potrà essere pienamente operativa per i cittadini nel 2026.
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