Sulla terrazza del Rooftop di Copernico in Milano Isola si è tenuto un nuovo appuntamento del format Seed Connect, ideato da Seed, agenzia specializzata in SEO, CRO e Web Analytics, per creare momenti di incontro tra brand, partner e professionisti del digitale.
L’edizione, dal titolo “ Il diavolo veste SEO ”, ha messo al centro il rapporto tra strategia digitale, intelligenza artificiale e mondo della moda, un ambito in cui Seed vanta una consolidata esperienza con numerosi progetti per brand italiani e internazionali del fashion & luxury, come i recenti progetti per Fiorucci e Tucano o le collaborazioni ormai consolidate con Hearst Magazines e Piquadro.
A introdurre i lavori, il moderatore ed esperto di crescita digitale Sylvain Querne, ha ripercorso l’evoluzione del fashion online, evidenziando come oggi i modelli multi-brand stiano perdendo efficacia a favore delle strategie di marca direct-to-consumer, e sottolineando anche il crescente peso della moda second-hand e il ruolo dell’AI nel rendere l’esperienza di acquisto più personalizzata, sostenibile e omnicanale.
Fabrizio Viacava, Digital Officer di Cavalli, ha poi raccontato l’approccio del marchio di moda all’AI, descrivendola come “ un abilitatore, non una bacchetta magica ”. Ha illustrato progetti che spaziano dall’uso dei dati per il planning e la logistica, fino all’AI Driven Content, alla virtualizzazione del camerino e alla creazione di un archivio storico 3D. “ L’AI è un mezzo straordinario, ma il futuro resta umano: competenza, creatività e sensibilità restano centrali ” ha dichiarato.
Emanuele Urbani, Head of Operations di Seed, ha approfondito il valore dell’analisi di mercato come fondamento della strategia digitale: “ Strategia non significa fare tutto, ma scegliere cosa fare per raggiungere un obiettivo specifico. Solo conoscendo davvero il mercato si può capire se si sta crescendo nel modo giusto. I dati di ricerca, i trend di settore e i nuovi motori di ricerca AI sono la base per costruire strategie su misura e scalare la presenza organica anche su canali alternativi ”.
Dalla prospettiva del lusso, Cristiana Perini, E-Commerce Manager di Damiani, ha posto l’accento sull’importanza di coniugare brand heritage e innovazione. Ha parlato di come l’omnicanalità non sia una somma di canali, ma un percorso continuo che porta la stessa esperienza di marca online e offline, trasformando ogni punto di contatto in un momento di relazione e in una fonte di dati preziosa per migliorare la customer experience.
Pasquale Gangemi, CEO di Seed, ha analizzato i cambiamenti della ricerca organica nell’era dell’AIO, ricordando come i motori di ricerca stiano evolvendo ormai da anni da strumenti di mera ricerca a fornitori di risposte e spazi di relazione. Ha presentato anche Sprout, il nuovo tool AI-based progettato da Seed, che consente di analizzare i motori AI, monitorare la percezione del brand e creare contenuti multilingua realmente ottimizzati, in grado di coprire aree semantiche e tematiche emergenti, anche rispetto ai posizionamenti dei propri competitor.
Carlotta Marelli e Marco Baldini, rispettivamente Digital & Engagement Director e Head of Data & Digital Strategy di Hearst Magazines, hanno raccontato l’evoluzione dell’editoria nell’ambito fashion oggi, nell’era dei Social e dei micro-trend: “ Non si decide più cosa è di tendenza, ma si costruiscono nuovi sistemi per conoscere i lettori e interpretare la realtà attraverso la moda ”.
In chiusura, Alessandro Fogazzi, Senior Sales Account Executive di Mapp, ha riflettuto su come i dati possano colmare la distanza linguistica tra brand e consumatori, aiutando i marchi a parlare la lingua del pubblico, ma senza rinunciare alla propria identità.
“Il diavolo veste SEO” ha confermato la vocazione del team di Seed, di porsi come facilitatori di un confronto aperto e autorevole, in cui competenze tecniche, creatività e strategia si incontrano per definire i nuovi confini del digitale.
Prossimo appuntamento con Seed Connect il 19 novembre, sempre a Milano, con l’evento “ROI Story”.