• 4 Luglio 2024

Space Economy, nuovo disegno di legge

 Space Economy, nuovo disegno di legge

Nuove risorse e misure volte a posizionare l’Italia al fianco dei player globali della Space Economy

 Secondo i dati del SEE Lab (Space Economy Evolution di SDA Bocconi – School of Management), sono 415 le aziende attive nel settore della Space Economy in Italia. In termini economici, considerando i finanziamenti pubblici e il fatturato generato dalle società focalizzate nella produzione di beni e servizi basati su tecnologie spaziali, il settore ha raggiunto un valore complessivo di 2,9 miliardi di euro nel 2021.

Secondo i dati MIMIT (del 2020), il settore conta anche 7mila addetti, con un tasso di crescita del +15% rispetto agli ultimi 15 anni. Per tutelare e sviluppare ancora di più questo settore, lo scorso 20 giugno, il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro delle Imprese e del Made in Italy con delega alle politiche spaziali e aerospaziali, Adolfo Urso, ha approvato la prima legge quadro italiana sullo Spazio e sulla Space Economy, che mira a regolamentare e promuovere le attività spaziali nazionali.

Il disegno di legge, suddiviso in cinque titoli e 32 articoli, rafforza la competitività mediante lo stanziamento di nuove risorse e la predisposizione di misure volte a favorire lo sviluppo delle realtà aziendali che operano nel settore. Si tratta di un testo molto atteso per disciplinare un settore che attende da tempo una regolamentazione, in particolare per le iniziative private.

Il DDL introduce alcune definizioni fondamentali, tra le quali quella di “attività spaziale”: si tratta de “il lancio, il rilascio, la gestione in orbita e il rientro di oggetti spaziali…la rimozione di oggetti, l’utilizzo di stazioni spaziali orbitanti, l’esplorazione, l’estrazione e l’uso delle risorse naturali dello spazio extra-atmosferico; il lancio, il volo e la permanenza, di breve o di lungo periodo, di esseri viventi nello spazio…”.

Per poter esercitare una qualsiasi attività spaziale gli operatori spaziali, siano essi nazionali o esteri operanti in Italia, devono ottenere un’autorizzazione che garantisca il rispetto di requisiti tecnici e soggettivi, tra cui sicurezza, resilienza, sostenibilità, condotta, capacità finanziaria e copertura assicurativa.

Tale autorizzazione viene rilasciata dal Presidente del Consiglio, e viene presentata attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI). Resta ferma la possibilità di negare l’autorizzazione per motivi di sicurezza nazionale o nel caso in cui l’operatore spaziale abbia legami con stati non democratici.

Solo le attività spaziali condotte direttamente dal Ministero della Difesa, comprese quelle relative alla preparazione e all’approntamento delle capacità per garantire la riservatezza necessaria allo svolgimento dei propri compiti istituzionali, sono esentate dall’obbligo di autorizzazione. Allo stesso modo, sono esentate anche quelle attività condotte direttamente dagli Organismi di informazione e sicurezza.

Il DDL punisce l’operatore che esercita un’attività spaziale senza autorizzazione o dopo la scadenza della stessa con la reclusione da tre a sei anni e con una multa da 20.000 a 50.000 euro, a meno che il fatto non costituisca reato più grave.

La parte più interessante del disegno di legge è quella dedicata alle misure volte a promuovere l’economia dello spazio in Italia. Infatti, l’attività spaziale viene indicata come un “fattore promettente di crescita economica”. Il legislatore si impegna inoltre a “favorire la ricerca, la produzione e il commercio in orbita terrestre bassa”.

Allo scopo di attuare questo obiettivo di questa finalità, viene creato un Piano Nazionale per l’economia dello spazio, da aggiornare ogni due anni e comprendente un orizzonte temporale di almeno cinque anni.

Il Piano si propone di analizzare e quantificare i bisogni di innovazione e di crescita della capacità produttiva nel settore spaziale italiano, esaminando il fabbisogno istituzionale di servizi basati su tecnologie spaziali con potenziale commerciale, inclusa la definizione di partnership pubblico-privato. La programmazione, la valutazione preliminare, il controllo e il monitoraggio delle iniziative di partenariato pubblico-privato saranno anch’essi parte integrante del Piano.

Un altro aspetto fondamentale sarà la definizione di sinergie tra i vari strumenti di finanziamento, sia nazionali che europei, per sostenere lo sviluppo dell’economia dello spazio.

Per finanziare queste iniziative, la bozza di legge prevede la creazione di un Fondo per l’economia dello spazio con una dotazione iniziale di 85 milioni di euro per il 2024, 160 milioni per il 2025 e 50 milioni per il 2026. Questo fondo, a carattere pluriennale, sarà gestito dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy e riceverà anche i proventi derivanti dalle autorizzazioni per le attività spaziali e dalle sanzioni amministrative.

Le risorse del Fondo saranno utilizzate principalmente per: sostenere le attività economiche legate allo spazio, la commercializzazione dello spazio e lo sviluppo di prodotti e servizi innovativi basati su tecnologie spaziali; incentivare l’uso commerciale delle infrastrutture spaziali nazionali, comprese quelle in fase di realizzazione nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e del Piano Nazionale degli Investimenti Complementari (PNC), nonché quelle realizzate in collaborazione internazionale.

Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, in concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e il Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica, definirà le iniziative ammissibili al finanziamento del Fondo, che potranno includere anche forme di partenariato pubblico-privato.

«La presentazione del Disegno di Legge – ha dichiarato il Presidente dell’ASI, Teodoro Valente – è un passo importante per il settore spaziale italiano. L’architettura contenuta nel disegno di legge definisce un quadro normativo innovativo che andrà a regolamentare un settore fondamentale per l’economia del Paese, grazie anche agli importanti sviluppi che si avranno nel prossimo futuro.

Il documento favorisce l’ingresso dei privati nel settore spazio, regolamentandone l’accesso e l’operatività in diverse attività. Accanto a questo, aggiunge importanti misure economiche di sostegno, per rafforzare il settore in una logica di sistema.

L’attenzione particolare che si pone alle Pmi, con l’incremento delle misure di supporto, permetterà di attribuire maggior valore al Made in Italy spaziale per affrontare le sfide in campo internazionale così da consolidare il ruolo di leadership nel settore. Voglio, peraltro, ricordare che le future norme affidano all’Agenzia Spaziale Italiana un ruolo rilevante di autorità di controllo e vigilanza delle attività che gli operatori privati andranno a realizzare».

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Giulia Baglini

Giulia Baglini, giornalista.

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