• 6 Luglio 2024

Raspini Salumi: sostenibilità è passione

 Raspini Salumi: sostenibilità è passione

Emilia Lisdero

Raspini Salumi è stata premiata per la “Miglior iniziativa sostenibile in ambito produttivo”; del tema sostenibilità parliamo con Emilia Lisdero, responsabile marketing Raspini, partendo dagli imballaggi

«Raspini ha uno storico legame con il territorio e ha racchiusi nel suo Dna i valori di rispetto per l’ambiente e la natura, tipici della civiltà contadina che è parte delle sue radici e della sua attività».

Le parole di Tiziana Raspini, presidente e amministratore delegato del gruppo, fotografano perfettamente l’approccio dell’azienda: radici solide nel passato e nella tradizione e sguardo rivolto al futuro, con grande attenzione alle tematiche della sostenibilità, intesa a 360 gradi. Lo confermano due recenti Salumi&Consumi Award ricevuti da Raspini.

Come si riesce a ridurre l’impatto del packaging? Quali sono le politiche che adottate?

«La valutazione del packaging più idoneo e meno impattante è uno degli elementi importanti del processo di produzione e obbliga l’azienda in una continua ricerca.

Raspini attualmente è impegnata in un nuovo progetto riguardante la linea di affettati in vaschetta, in cui è uno dei principali player del mercato. Il nuovo progetto prevede l’uso di vaschette che, oltre a garantire la perfetta conservazione e preservare le caratteristiche organolettiche e di gusto di ogni prodotto, sono sostenibili perché prodotte con il 40 per cento di plastica in meno, pesano infatti solo 21 grammi. Le nuove confezioni danno una nuova previsione di risparmio di 37mila chili di plastica all’anno, con l’obiettivo di un futuro sempre più green».

Parlando di alimentari è centrale il tema degli sprechi. Mi sembra molto interessante la collaborazione avviata con Too Good to Go: come è nata? Ci sono altri progetti simili in atto o in cantiere?

«Per contrastare lo spreco alimentare l’azienda ha sottoscritto da circa tre anni una partnership con Too Good To Go, questa collaborazione è nata perché trova corrispondenza con i valori e la storia dell’azienda, che affonda le radici nella cultura contadina tipica del settore, che ha insegnato l’importanza del valorizzare ogni singola risorsa e di abbattere lo spreco, in particolare quello alimentare.

I risultati sono notevoli se si pensa che, in un solo anno, attraverso l’app creata da Too Good To Go, sono stati salvati e utilizzati 212.000 prodotti e immesse in commercio 10 milioni di confezioni con Etichetta Consapevole, riuscendo a raggiungere e sensibilizzare 1.5 milioni di consumatori.

Non è però questo il solo canale attraverso cui Raspini interviene per evitare lo spreco alimentare: i prodotti in scadenza, ma ancora integri e ottimi da consumare, vengono commercializzati attraverso un canale di vendita interno, ma anche distribuiti, grazie all’aiuto dei volontari del Banco Alimentare: nel corso del 2023 e con un dato risalente al mese di novembre, sono stati donati più di 800 kg di prodotti».

Un ultimo aspetto riguarda la sostenibilità sociale. Per una realtà internazionale, ma con forte radicamento locale, come si generano ricadute positive sul territorio?

«Per prima cosa prendendosene cura: da tempo Raspini sta perseguendo un cammino virtuoso, atto a trasformare gli stabilimenti del Gruppo in aziende a basso impatto ambientale.

L’azienda è quindi impegnata in azioni concrete, accompagnate da importanti investimenti, che dimostrano il reale interesse per il territorio in cui opera e, più in generale, per il benessere del Pianeta. Sui tetti dello stabilimento di Scalenghe è presente, già da qualche anno, un impianto fotovoltaico, oltre a un impianto di cogenerazione da 1.500 kW. Nel 2023 l’impianto fotovoltaico è stato ampliato con un nuovo impianto da 500 kWp.

Un ulteriore investimento che consente a Raspini di avvicinarsi all’autonomia energetica. Anche l’acqua, elemento sempre più prezioso e usata per il processo produttivo, è gestita in maniera accurata: a fine ciclo, infatti, viene depurata, immessa nei canali irrigui attigui all’azienda e in parte re-integrata nel processo produttivo stesso. L’azienda è inoltre vicina al variegato mondo delle associazioni sportive e di volontariato che operano sul territorio, a cui non fa mancare il supporto».

Quali politiche vengono adottate per migliorare la qualità della vita dei dipendenti?

«La sostenibilità di un’azienda non può limitarsi all’uso responsabile delle risorse o a limitare gli sprechi, ha un significato più complesso, che deve sempre mettere al primo posto le persone, pensando quindi alla salute e alla sicurezza dei lavoratori, senza però tralasciare di fornire loro opportunità, strumenti, ma anche aiutando concretamente chi sta affrontando particolari difficoltà. Per fare un esempio concreto, tramite la Banca delle ore, i dipendenti di Raspini, con il contributo fattivo dell’azienda, hanno raccolto quanto necessario per sostenere le cure per il figlio di un collega affetto da una malattia rara.

L’azienda ha monetizzato il cumulo delle ore di straordinario dei dipendenti, mentre la famiglia Raspini ha dato un contributo aggiuntivo. Nello scorso agosto il bambino, accompagnato dal padre, è riuscito a essere sottoposto a una importante visita a New York. Un altro progetto interessate portato avanti dal Gruppo Raspini è “Fai scattare la sblua”, dedicato a idee di sviluppo, novità e miglioramento in ambito lavorativo, su precise proposte dei dipendenti. L’azienda ha la certezza che, chi vive il quotidiano del proprio lavoro, possa avere idee e intuizioni che portino a benefici operativi e, perché no, anche economici.

Le idee proposte dai dipendenti devono riguardare ambiti ben precisi, ma essere di interesse generale: il miglioramento della qualità di prodotto, processo e servizi, l’impatto sulla sicurezza o sull’ambiente, il grado di innovazione, l’aumento della produttività, l’efficienza e la riduzione dei costi. La “Sblua” – che in dialetto piemontese, significa scintilla – deve essere descritta nel modo più chiaro possibile e soprattutto riportare i vantaggi della sua realizzazione.

Le proposte sono valutate in base a precisi criteri di: rapporto costi/benefici, fattibilità della soluzione proposta, estensibilità della proposta agli altri stabilimenti e viene valutato anche il ruolo del proponente e la consistenza dei mezzi aziendali a sua disposizione.

Ogni criterio di valutazione apporta un punteggio che consente al dipendente, qualora il suo progetto sia approvato, di ricevere un riconoscimento da 200 a mille euro. Sostenibilità acquisisce quindi un significato decisamente ampio, che arriva a toccare tematiche legate anche all’etica, è una parola che ha un peso specifico, che riguarda sì la passione per il proprio lavoro, ma che inevitabilmente ha a che fare con l’attenzione, la correttezza, la trasparenza, la dedizione e si allarga sempre più in ogni aspetto del fare impresa».

Leggi altri articoli a cura di Luca Indemini

 

Luca Indemini

Giornalista specializzato in tecnologia e innovazione

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