• 29 Giugno 2024

Il private equity: una risorsa fondamentale per la crescita delle imprese

 Il private equity: una risorsa fondamentale per la crescita delle imprese

Insieme ad Azimut Direct, vi presentiamo il secondo pillar sui fondamenti di finanza alternativa: cos’è il private equity

Le piccole e medie imprese italiane ad alto potenziale di crescita hanno bisogno, oggi più che mai, di capitali esterni per avviare o consolidare i propri progetti di sviluppo, l’innovazione tecnologica e l’espansione su nuovi mercati.

Dal canto loro, sono molti gli investitori interessati a partecipare attivamente e in prima persona alle sfide quotidiane di queste aziende, condividendone gli oneri, i rischi e i successi. Il punto d’incontro tra queste due esigenze è rappresentato, in particolare, da uno strumento di finanza alternativa: il private equity.

Private equity: una definizione

Con private equity si intende un’attività di investimento nel capitale di rischio di imprese non quotate, che viene effettuata da investitori istituzionali al fine di ottenere un guadagno derivante dalla successiva quotazione in borsa dell’azienda stessa o dalla vendita della partecipazione acquisita. Non si tratta, però, di un mero apporto di capitale, vale molto di più per l’impresa che lo riceve: comprende anche altre attività connesse e strumentali per lo svolgimento della vita societaria, come il supporto al management e la condivisione di know-how, nonché networking di contatti e relazioni istituzionali, utili per la crescita dell’azienda.

Le fasi del private equity

Il private equity si compone di tre fasi successive:

  • La fase di raccolta include attività di fundraising al fine di costituire un fondo chiuso, ossia un fondo con un numero di quote predeterminate, una scadenza di lungo periodo (di norma, tra i 10 e i 15 anni) e un ammontare di ingresso generalmente superiore a quello dei fondi comuni di investimento.
  • La seconda fase riguarda la selezione delle aziende target non quotate nelle quali, dato atto di un alto potenziale di crescita, investire i capitali raccolti su un orizzonte temporale di medio-lungo periodo. Spesso le aziende a più alto potenziale di sviluppo, almeno sul mercato odierno, sono quelle dei settori IT e innovazione tecnologica.
  • La terza e ultima fase è quella del disinvestimento, che avviene normalmente quando la società ha raggiunto lo sviluppo auspicato dall’investitore. Ci sono diversi modi per disinvestire: ad esempio, tramite la vendita dei titoli a un altro investitore istituzionale o società, oppure con la quotazione in borsa dei titoli della partecipata o, ancora, grazie al riacquisto delle quote da parte del gruppo imprenditoriale originario.
Benefici del private equity per le imprese e per gli investitori

I benefici del private equity sono molteplici e vanno sempre intesi nelle due vie: da un lato, come vantaggi per gli imprenditori, che possono crescere grazie ai capitali esterni; dall’altro, per gli investitori e per il sistema economico nel suo complesso.

Vantaggi per le imprese

Cosa significa, nel concreto, aprire il capitale a un investitore istituzionale per una Pmi? Vuol dire essere affiancati da esperti che aiutano a pianificare strategicamente lo sviluppo dell’impresa, con un confronto professionale sul business plan e sulla governance.ITALIA ECONOMY - Private equity: una risorsa per le imprese

Il grande vantaggio, almeno nel private equity attuale, è che non serve cedere la maggioranza della proprietà: infatti, se in passato i fondi di investimento acquisivano spesso una partecipazione di maggioranza, per non dire la totalità dell’impresa, da qualche anno si sta affermando un nuovo modello che predilige quote di minoranza qualificata, con un range che si attesta tra il 20 per cento e il 40 per cento al massimo.

E il private equity può supportare le imprese in diverse fasi della loro evoluzione, oltre che trasversali per settore, ad esempio:

  • per le aziende più mature, può essere un valido supporto per lo sviluppo in fase di growth; ma anche per le aziende in buyout, cioè quelle che stanno attuando un radicale cambiamento della proprietà dell’impresa per ricambio generazionale, oppure per mitigare le situazioni di turnaround e sofferenza finanziaria;
  • per le aziende giovani e le start up, c’è una forma specifica di private equity, che si chiama venture capital, con un focus specifico sul finanziamento di realtà con tanto potenziale e voglia di crescere.
Vantaggi per la Investor Community

Gli investitori, attraverso il private equity, hanno la possibilità di partecipare in prima persona ai successi delle imprese italiane in cui investono, apportando risorse sia finanziarie che professionali. Entrare nel capitale di rischio di imprese innovative e in forte crescita è un’opportunità in termini di potenziali grossi ritorni finanziari, ma anche un’opportunità di crescita in termini di nuovi contatti ed esperienze, oltre che un contributo allo sviluppo del Paese.

Private equity vs Private Debt: qual è la differenza?

Private equity e Private Debt sono due forme di finanziamento alternative che differiscono tra loro principalmente per la natura dell’intervento sul capitale e per il tipo di partecipazione al rischio aziendale.

Come accennato sopra, infatti, nel private equity gli investitori acquisiscono quote di capitale delle imprese target, diventando così soci e partecipando attivamente alla gestione aziendale e ai processi decisionali – il che comporta una maggiore esposizione al rischio, ma anche ritorni potenziali più elevati, legati alla crescita del valore dell’impresa.

Nel Private Debt, invece, si parla di finanziamenti a debito che le imprese ricevono da investitori privati, senza cedere quote del proprio capitale. Gli investitori, in questa formula, forniscono capitale sotto forma di prestiti, obbligazioni o altre forme di credito, ricevendo in cambio interessi sul capitale prestato. Il rischio è generalmente inferiore rispetto al private equity, poiché il capitale deve essere restituito indipendentemente dalla performance dell’impresa.

Leggi anche: Azimut Direct e la Finanza alternativa per l’innovazione delle PMI al centro sud 

Redazione

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