• 5 Luglio 2024

L’innovazione del volontariato d’impresa

 L’innovazione del volontariato d’impresa

Niccolò Gennaro

Una delle principali sfide dell’innovazione, oggi, è mettere al centro la persona, le sue esigenze, la sua crescita e le sue ambizioni, eppure c’è un settore che da sempre cerca nel capitale umano la sua vera risorsa: il terzo settore

Come possiamo, oggi, trovare un nuovo dialogo tra innovazione e volontariato? Lo abbiamo chiesto a Niccolò Gennaro, direttore del Centro Servizio e Volontariato di Padova e Rovigo e docente Executive Master in Terzo Settore e Impresa sociale all’Università Cattolica.

Volontariato di impresa e innovazione: possono trovare oggi una nuova relazione, un nuovo contatto?

«Fare innovazione, soprattutto in ambito sociale, si traduce spesso nella capacità di trovare formule nuove, innovative appunto, per mettere insieme risorse e competenze già esistenti. Non si tratta quindi di produrre soluzioni, strumenti o prodotti mai pensati prima, ma nuovi modi di connettere ciò che già c’è per raggiungere in maniera più efficace ed efficiente un impatto positivo per la comunità, affrontando bisogni e fragilità emergenti.

Da questo punto di vista il volontariato d’impresa può essere una leva molto interessante di innovazione sociale, perché permette di attivare delle collaborazioni inedite tra soggetti molto diversi tra loro – imprese e organizzazioni non profit – su un piano di concretezza orientato a un obiettivo condiviso. Non solo una condivisione d’intenti, e nemmeno un semplice sostegno economico, ma un’attività che accompagna sia l’impresa che l’associazione a individuare insieme gli obiettivi, l’organizzazione e la realizzazione fattiva di un’attività a impatto sociale/ambientale.

Porta così dipendenti e volontari a collaborare fianco a fianco, dando l’opportunità di conoscere in maniera diretta e realistica le rispettive organizzazioni. Da ciò possono derivare ulteriori collaborazioni, possono nascere progetti e attività che si alimentano di questo incontro tra diversità e possono generarsi percorsi di responsabilità sociale dei quali beneficiano le aziende, le associazioni e, soprattutto, il territorio».

Italia Economy - L’innovazione del volontariato d’impresa

Può il volontariato diventare uno strumento per migliorare il benessere aziendale e, di conseguenza, inserirsi nel panorama delle innovazioni?

«Assolutamente. Le ricadute positive del volontariato per il benessere aziendale sono molte e diversificate, qualsiasi sia la formula adottata per realizzarlo, a partire dagli effetti positivi che ha sulle singole persone, in termini di soddisfazione, acquisizione di competenze trasversali, riconoscimento e adesione ai valori aziendali.

Allargando lo sguardo all’organizzazione nel suo complesso, l’esperienza del volontariato d’impresa migliora le relazioni tra colleghi, permette occasioni di scambio orizzontale tra figure e ruoli diversi, aiuta a coltivare la cultura della collaborazione e rafforza la percezione concreta della vision aziendale.

E agendo sulla brand reputation, influisce positivamente sia in ottica di ricerca del personale che di trattenimento dei talenti. In sintesi, è uno strumento che, affiancato alle altre misure che possono essere adottate da un’impresa, diventa un acceleratore della crescita del benessere aziendale a tutti i livelli».

Italia Economy - L’innovazione del volontariato d’impresa

Responsabilità e cura dei beni comuni, come possiamo trasformare una realtà propria del volontariato in uno scambio che coinvolga anche le aziende?

«Imprese e volontariato hanno iniziato molto tempo fa un percorso di avvicinamento reciproco che è partito da trasformazioni interne dei due mondi: da una parte le associazioni hanno via via acquisito sempre di più un approccio organizzativo e gestionale orientato alla sostenibilità economica e all’uso efficiente delle risorse, diversificando la propria struttura dei ricavi e dotandosi di modalità strutturate per la gestione del personale volontario; dall’altra parte, le imprese hanno introiettato alcune logiche tipiche del terzo settore sia nella lettura dei propri impatti sociali e ambientali, sia nella centralità che i valori collaborativi e cooperativi hanno assunto nella gestione del personale dipendente.

Le novità introdotte dalle logiche della Responsabilità Sociale d’Impresa, così come i percorsi e le norme legate agli ESG – Enviromental, Social and corporate Governance, nella cornice degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’ONU, hanno accelerato molto questo processo di contaminazione reciproca e il desiderio di implementare programmi e progetti condivisi orientati all’impatto.

Ovviamente non è sempre semplice tradurre il desiderio in azioni concrete e per questo può essere d’aiuto il ruolo dei Centri Servizio Volontariato in qualità di “agenti facilitanti” che supportano aziende e associazioni nell’implementare la collaborazione: stando sull’esempio del volontariato d’impresa, abbiamo anche creato una guida, dal titolo Il tempo che genera valore. Questo, come altri strumenti e servizi, sono a disposizione di chi vuole avviare percorsi di trasformazione positiva dei nostri contesti di vita e prendersi cura dei beni comuni».

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Anna Fogarolo

Copywriter, scrittrice, esperta comunicazione digitale

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