L’IA ci renderà più umani

Jordi Romero
L’IA sta trasformando la gestione del personale. Jordi Romero, Ceo di Factorial, ci racconta come l’azienda sta innovando il settore HR
L’intelligenza artificiale sta cambiando il modo in cui le aziende gestiscono le risorse umane, automatizzando attività, ottimizzando i dati e migliorando l’esperienza dei dipendenti. Factorial è tra le realtà che guidano questa trasformazione, offrendo soluzioni smart per Pmi e grandi imprese.
Jordi Romero, Ceo di Factorial, ci spiega come l’IA stia ridefinendo il settore HR, quali benefici sta portando e come evitare le insidie di un’innovazione troppo rapida.
L’IA sta rivoluzionando il mondo del lavoro. In che modo Factorial sta integrando l’intelligenza artificiale nei suoi strumenti? Quali benefici e sfide vede per il settore delle risorse umane?
«In Factorial stiamo investendo nell’integrazione dell’intelligenza artificiale per migliorare l’efficienza e la precisione dei processi nelle risorse umane. L’IA è presente in aree come il reclutamento e le valutazioni delle performance, aiutando a filtrare le candidature, identificare schemi nei dati dei dipendenti e prevedere esigenze di formazione o cambiamenti nelle prestazioni.
I benefici sono evidenti: maggiore automazione, decisioni più informate e un uso più efficiente dei dati. Tuttavia, le sfide includono la gestione della privacy, la necessità di evitare bias negli algoritmi e l’assicurarsi che le decisioni finali siano prese dagli esseri umani e non solo dall’IA».
Oggi si parla molto di soluzioni su misura per le aziende. Come sta adattando Factorial le sue soluzioni alle esigenze specifiche di Pmi e grandi imprese?
«La realtà è che, sebbene ogni azienda abbia le proprie peculiarità, la maggior parte delle sfide burocratiche che affrontano sono molto simili. Ciò che spinge tante aziende a scegliere Factorial è la nostra capacità di semplificare questi problemi e trasformarli in soluzioni pratiche.
Sia le Pmi che le grandi imprese traggono vantaggio dai nostri strumenti, poiché riusciamo a adattarci alle loro esigenze specifiche senza aggiungere complessità. In sintesi, ci concentriamo sull’eliminare la complessità e offrire soluzioni intuitive adatte a qualsiasi dimensione aziendale».
Il mercato italiano sta crescendo rapidamente per Factorial. Quali opportunità avete individuato?
«L’Italia è un mercato chiave per noi grazie alla crescita delle piccole e medie imprese, che sono il motore dell’economia. Abbiamo individuato una grande opportunità nell’aiutare le Pmi italiane a digitalizzare e automatizzare i loro processi HR, un’area che spesso non è stata gestita in modo efficiente. Inoltre, la crescente adozione di soluzioni basate sul cloud e la digitalizzazione in Italia stanno aprendo nuove porte per noi.
Vogliamo essere un partner strategico per le aziende che desiderano ottimizzare la gestione del proprio talento».
Se dovesse immaginare il futuro delle risorse umane tra cinque o dieci anni, quali tendenze tecnologiche pensa che domineranno il settore?
«Credo che tra cinque o dieci anni il tempo dedicato alle attività burocratiche si ridurrà in modo significativo. La chiave sarà sfruttare tutti i dati che stiamo raccogliendo per ottenere insight preziosi sui nostri team, permettendoci di comprenderli meglio e aiutarli a crescere.
Ironia della sorte, la digitalizzazione e l’IA ci renderanno più umani, perché ci permetteranno di concentrarci su ciò che conta davvero: le persone».
Quali suggerimenti darebbe a chi vuole innovare nel settore delle risorse umane? Quali sono gli errori più comuni da evitare?
«Il consiglio più importante è concentrarsi sui problemi reali delle persone all’interno delle aziende. La tecnologia deve servire a risolvere problemi concreti, non a essere imposta solo perché è di tendenza. L’errore più grande è dimenticare che la tecnologia deve essere un facilitatore, non un ostacolo.
È inoltre essenziale coinvolgere i dipendenti nel processo di cambiamento e non imporre strumenti che non si adattano alle loro esigenze o al loro modo di lavorare. Alla fine, la tecnologia deve migliorare l’esperienza del team, non complicarla».