• 2 Aprile 2025

Il modello di Moleskine Foundation

 Il modello di Moleskine Foundation

Adama Sanneh, co-fondatore e amministratore delegato di Moleskine Foundation, racconta come la creatività sia la chiave per l’innovazione sociale e lo sviluppo di soluzioni non convenzionali

“La creatività è l’intelligenza che si diverte” diceva Albert Einstein. È un concetto che va oltre l’espressione artistica: è l’energia che alimenta l’innovazione, il motore che trasforma idee in soluzioni e visioni in cambiamento, un insieme di abilità innate che devono essere costantemente stimolate con pensiero critico, fare creativo, apprendimento permanente e attitudine al cambiamento. In un mondo in continua evoluzione, investire nella creatività significa investire in un futuro più equo e sostenibile.

ITALIA ECONOMY - Il modello di moleskine foundation
Adama Sanneh

Questa è la missione di Moleskine Foundation, un’organizzazione non-profit guidata da Adama Sanneh, che crede nel potere trasformativo della creatività e della cultura. Nata dall’eredità culturale di Moleskine, la Fondazione promuove un’educazione di qualità e l’opportunità di espressione per i giovani, soprattutto in contesti difficili, dove le risorse e le opportunità sono limitate.

Con un capitale di un milione di euro e una presenza globale che abbraccia 60 paesi, la Moleskine Foundation ha creato un vero e proprio laboratorio di idee, un punto di incontro tra arte, design e innovazione sociale. I suoi programmi educativi non convenzionali sono progettati per superare le barriere tradizionali dell’educazione, offrendo ai giovani talenti la possibilità di sviluppare il proprio potenziale e diventare protagonisti del cambiamento sociale.

Moleskine Foundation promuove la creatività come strumento di cambiamento sociale. Qual è, secondo lei, il legame tra innovazione e creatività nel mondo di oggi?

«Innovazione è una parola che sentiamo spesso, ma raramente ci chiediamo che cosa significhi veramente e che impatto abbia. Per me, la creatività è la base fondamentale per qualsiasi tipo di innovazione.

Senza creatività e immaginazione, non possiamo costruire il nostro futuro collettivo. L’innovazione deve servire a un obiettivo ben preciso, come rispondere alle priorità della nostra società e del nostro pianeta. Per questo motivo, in Moleskine Foundation, abbiamo scelto di non usare la parola “innovazione”, preferendo invece parlare di “soluzioni non convenzionali” che partano dalla creatività, dalla cultura e dall’immaginazione. Se queste vengono messe al centro, l’innovazione arriva naturalmente, ma non per il semplice gusto del nuovo, bensì per dare risposte concrete ai problemi che affrontiamo».

Quali sono i progetti più innovativi che la Fondazione ha supportato negli ultimi anni?

«Sosteniamo principalmente “pionieri creativi”, ovvero persone e organizzazioni che, attraverso la cultura, la creatività e l’immaginazione, affrontano le sfide globali come il cambiamento climatico, la crisi democratica, la giustizia sociale e la parità di genere. Molti dei progetti che supportiamo sono in contesti difficili e si concentrano su soluzioni fuori dagli schemi.

Ad esempio, Jail Time Records è una label musicale creata dentro una prigione a Douala, in Camerun, che ha avuto un impatto positivo sulla recidività attraverso la musica. Un altro esempio è Seven Hills in Giordania, dove architetti palestinesi hanno creato uno skate park come luogo educativo per i giovani, trasformandolo in un punto di incontro che favorisce la connessione e la comprensione tra persone provenienti da contesti diversi.

E in Italia, l’esempio di Milano Mediterranea, che attraverso il teatro e la musica promuove l’integrazione sociale nel quartiere del Giambellino, va oltre il semplice concetto di “integrare” per costruire una comunità più aperta e accogliente. Questi progetti sono solo alcuni dei circa 150 che supportiamo in oltre 60 paesi».

Quali sono le sfide principali nel promuovere l’innovazione in contesti caratterizzati da disuguaglianze economiche e sociali?

ITALIA ECONOMY - Il modello di moleskine foundation«Lavorare nel campo della creatività e della trasformazione sociale ci obbliga a confrontarci con la soggettività delle persone. Ogni contesto ha le sue caratteristiche e difficoltà, ma ciò che abbiamo imparato è che lavorando con la creatività, possiamo arrivare a soluzioni che vanno oltre i numeri e le statistiche. In contesti di disuguaglianza, la creatività permette di affrontare temi come la salute mentale, il senso del sé e l’empowerment in modo profondo e umano. Non si tratta solo di numeri o risultati misurabili, ma di costruire una comunità resiliente, inclusiva e consapevole di sé.

Non è facile, ma è fondamentale abbattere le barriere tra chi aiuta e chi è aiutato, creando spazi di dialogo e scambio. Quando mettiamo al centro la persona, la creatività diventa un potente strumento di cambiamento».

Il modello economico di Moleskine Foundation è basato su un equilibrio tra impatto sociale e sostenibilità finanziaria. Quali sono le strategie chiave per rendere questo modello sostenibile?

«Creare e mantenere un modello sostenibile richiede un continuo impegno, un team che lavora con passione, la capacità di costruire relazioni solide e di adattarsi alle necessità del momento. La nostra azienda, Moleskine, ha capito il valore di investire in un’istituzione culturale e grazie a questo abbiamo ottenuto risorse economiche, brand equity e credibilità, che ci permettono di espandere la nostra missione.

Ma il nostro lavoro non si limita a spendere questi fondi, li reinvestiamo in collaborazioni e partnership che ci aiutano a moltiplicare l’impatto, creando valore sia per noi che per Moleskine. La sostenibilità è quindi un lavoro continuo che nasce dall’impegno di un team che condivide la stessa visione e dai processi collaborativi che costruisce».

L’innovazione sociale è spesso guidata da giovani imprenditori e changemakers. Qual è il ruolo delle nuove generazioni in questo processo?

«Le nuove generazioni sono fondamentali nel portare avanti il cambiamento, ma la distanza tra generazioni si è accorciata grazie all’innovazione tecnologica e alla trasformazione sociale. Oggi, le distanze culturali e sociali tra una persona di 25 anni e una di 50 anni possono sembrare più ampie di quelle tra una persona di 65 anni e una di 41, come nel mio caso.

Le nuove generazioni sono più che mai chiamate a diventare agenti di cambiamento, ma in questo processo è essenziale che non solo i più giovani, ma anche quelli della mia generazione e di altre, siano pronti a lavorare insieme. La tecnologia ha cambiato radicalmente il nostro modo di percepire la realtà, e mentre le distanze tra le persone si sono accorciate, le esperienze individuali si sono diversificate.

È quindi fondamentale creare spazi di connessione reale, dove le comunità possano interagire e crescere. Il ruolo delle nuove generazioni è quello di riscoprire la qualità delle relazioni umane, di creare spazi di incontro e di stimolare la creatività come strumento di inclusione e cambiamento».

Moleskine Foundation

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Simona Savoldi

Giornalista e addetta stampa

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