• 17 Maggio 2024

Gellify. Factory globale di Open Innovation

 Gellify. Factory globale di Open Innovation

Francesco Ferri – Managing partner di Gellify

Secondo l’economista americano Henry William Chesbrough “in un mondo di conoscenza ampiamente distribuita, le aziende non possono permettersi di fare affidamento interamente sulla propria ricerca, ma dovrebbero invece acquistare o concedere in licenza processi o invenzioni (ad esempio brevetti) di altre aziende. Inoltre, le invenzioni interne non utilizzate nell’attività di un’azienda dovrebbero essere portate all’esterno dell’azienda”.

Per implementare nuovi modelli di business, infatti, è importante che le aziende avviino percorsi imprenditoriali che sappiano sfruttare le opportunità delle proprie risorse per creare valore per l’azienda. Questo principio è alla base del concetto di Open Innovation formulato da Henry William Chesbrough e per le organizzazioni che si sforzano di essere competitive e pronte per il futuro utilizzando innovazione e nuove strategie di business.

Gellify (link) è un’azienda che si occupa di innovazione globale attraverso il suo percorso di “gellificazione”, combinando strategia, pianificazione e tecnologia e supportando la crescita delle organizzazioni dalla visione all’implementazione.

Nel contesto socio-economico odierno in continua evoluzione, Gellify – una fabbrica di innovazione globale che combina strategia, pianificazione e tecnologia e supporta la crescita delle organizzazioni dalla visione all’implementazione “nel suo modo viola” – crea modelli di innovazione aperta investendo in una nuova realtà  tecnologie e soluzioni in grado di trasformare realmente i processi aziendali. Operante a Bologna, Imola, Milano, Madrid, Barcellona e Dubai, l’azienda vuole affermarsi come ponte  tra aziende e startup all’inizio del nuovo anno, evidenziando i pilastri principali  su cui poggerà l’azienda del futuro.

L’innovazione mira a sfidare lo status quo e ad adattare le aziende a un mondo in rapida evoluzione; Senza di essa, le aziende possono accontentarsi dei successi passati e  perdere quote di mercato. Allo stesso modo, il lancio di una nuova attività digitale non sarebbe abbastanza veloce senza Venturing.

Infatti, secondo Antler, NVCA, 8vc e CBINSIGHTS, gli investimenti di private equity hanno raggiunto un picco di quasi 12 miliardi di dollari nel biennio 2020-2021. Nel 2023 è previstala crescita del capitale globale di tecnologia e start-up.

In queste circostanze, le operazioni di uscita industriale in Italia sono la strada giusta: l’acquisizione di aziende innovative da parte di aziende dello stesso settore è un enorme incentivo per la crescita sia dell’innovazione tecnologica che della pura cultura imprenditoriale nelle organizzazioni. Un atto coraggioso.

Puntare non solo sul fatturato, sui clienti o sul numero dei dipendenti, ma sulle tecnologie innovative sviluppate e specifiche attività aziendali che creano valore, vantaggio rispetto ai concorrenti e quindi anche reddito finanziario, sono quindi i principali mezzi per aggiornare la chiave sul futuro dei processi industriali e  delle aziende.

L’industria energetica si sta attualmente sviluppando rapidamente, spinta dalle pressioni del cambiamento climatico e dai numerosi programmi governativi per ridurre le emissioni di anidride carbonica. uno di questi è il Green New Deal europeo, che mobilita mille miliardi di euro in dieci anni per eliminare le emissioni di anidride carbonica fino al 2050.

Da questo punto di vista, dal 2008 gli investimenti in open innovation sono già cresciuti ogni anno (17%). prospettiva verde ed ESG. Inoltre, i dati della ricerca Schroders hanno mostrato come i criteri ESG – e i criteri ambientali in generale – influenzino non solo i costi e le opportunità di business delle aziende, ma anche la loro immagine di marca e il loro potenziale competitivo.

A conferma del trend, il rapporto energia di NTT Data rileva 317 investimenti in 258 start-up da parte di 33 delle più grandi aziende del settore energetico nel biennio 2018-2020. Secondo il rapporto, l’innovazione continua a crescere grazie ai modelli di energia rinnovabile implementati a seguito di investimenti in fonti energetiche rinnovabili e sostenuti dai fondi  Next Generation dell’UE.

I temi dell’innovazione aperta delle imprese e degli imprenditori, strettamente legati alla sostenibilità e alla crisi energetica, sono emersi anche all’annuale evento Corporate Entrepreneurship organizzato da Gellify, di rilevanza internazionale, che si è focalizzato su trend e  modelli della futura imprenditorialità aziendale.

Sul fronte della sostenibilità, è stata sottolineata l’importanza delle strategie sostenibili verso lo zero attraverso la riduzione dell’anidride carbonica. In particolare, investire nei processi di riduzione del carbonio e sfruttare il grande potenziale delle nuove tecnologie è fondamentale per le grandi aziende non solo per avere un ritorno sul capitale a lungo termine, ma anche per avere un impatto positivo sul futuro del nostro pianeta.

Dai dati forniti da InfoCamere, nel periodo 2011-2021 la leadership di imprenditori Under 30 è diminuita (-25,9%), mentre è aumentata la leadership degli Over 70 (27%).

Tuttavia, secondo uno studio dell’Economist, Eurostat e CNBC – Bankrate, soprattutto le giovani generazioni hanno una mentalità più “imprenditoriale” che può essere concretamente applicata in azienda.

Inoltre, rispetto ai millennial, la Gen Z è abituata a lavori più precari o rischiosi, anche se possono lasciare il segno.

Concentrarsi sulla formazione di giovani talenti in grado di implementare modelli di business innovativi – soprattutto nelle aziende più tradizionali – porta a una migliore produttività e offre ai dipendenti la giusta mentalità per sviluppare nuove idee di business nelle organizzazioni.

Una crescita di queste dimensioni è possibile anche grazie al rafforzamento della sinergia tra azienda e startup, che può trasformare il concetto di open innovation da slogan di brand a vero e proprio strumento di business: forse vinceranno tutte le nuove aziende. sarebbe possibile ottenere un alto livello di innovazione o ricevere investimenti da  aziende più grandi;  collaborazione che porta alla condivisione delle informazioni necessarie per innovare prodotti, servizi e modelli di business. Abbiamo intervistato Francesco Ferri, managing partner di Gellify.

Gellify “innovation factory globale”. Ce ne parli

Gellify è una “innovation factory” che abilita le organizzazioni ad avere successo come moderni business digitali, attraverso un mix unico di tecnologia, ingegno umano e capacità di interpretare il futuro per aiutare le imprese ad implementare nuovi modelli di business, roadmap tecnologiche, strategie digitali e prodotti anche grazie al suo portafoglio di asset software.

La nostra realtà pone al centro le tecnologie con lo sviluppo di progetti di innovazione a 360 gradi e attraverso la “purple way” supporta la crescita delle organizzazioni, dalla visione all’esecuzione.

Investimenti in tecnologie innovative. Quali novità per il 2023?

Investire in tecnologie innovative per Gellify significa mettere a disposizione capitale per asset o prodotti che pensiamo siano davvero in grado di cambiare i processi corporate e creare valore all’interno delle aziende. La nostra expertise trova applicazione in diversi ambiti: dal fintech, al manufacturing, al settore dei servizi; quest’ultimo a nostro avviso, sarà proprio l’ambito che godrà dei benefici della trasformazione digitale, capace di ottimizzazione la gestione della supply chain, la progettazione e lo sviluppo dei prodotti, oltre che l’efficientamento sostenibile dei processi industriali. Ecco perché aziende, che tipicamente rappresentano il grande tessuto del nostro patrimonio industriale, stanno innovando la propria infrastruttura tecnologica, ripensando i propri modelli di business in chiave digitale.

Quanto è importante per voi l’innovazione?

L’innovazione è la chiave del nostro business, soprattutto nell’attuale contesto storico ed economico dove essere abilitati dal digitale è un prerequisito fondamentale per tutte quelle realtà che si trovano non solo a competere in nuovi ambiti, ma anche a stringere partnership con nuovi attori fino a ieri distanti da loro.

Fare Open Innovation, oggi, significa “contaminarsi” con altre realtà e con startup che possono fare la differenza, specialmente in quei settori industriali dove c’è più gap da colmare: una sfida significativa, ma non per questo non alla nostra portata.

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Giorgio Nadali

Giornalista, formatore, coach, scrittore

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