Campania, hub dell’aerospazio

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Leonardo Spa: «Campania hub dell’aerospazio: il futuro tra innovazione e sostenibilità»

Intervista a Giuseppe Sernicola SVP New Business Initiatives, BU Aerostructures Leonardo Aeronautics Division 

Quali sono oggi le principali sfide di innovazione che Leonardo vede nello sviluppo dell’industria aeronautica in Campania e più in generale nel Mezzogiorno?

«Le sfide che affrontiamo oggi sono chiare: dare prospettive di lungo periodo ai nostri stabilimenti, rafforzare i processi industriali attraverso digitalizzazione e automazione come leve di eccellenza produttiva, investire in tecnologie come processi out-of-autoclave e compositi termoplastici, per ridurre consumi ed emissioni, potenziare le competenze delle persone, e sostenere la crescita delle aziende della filiera locale. Sono questi i fattori decisivi per competere sugli scenari globali».

In che modo le nuove iniziative della Business Unit Aerostructures contribuiscono a rafforzare la competitività del comparto aerospaziale italiano a livello internazionale?

«La nascita della nuova Divisione Aeronautica, che unisce aerostrutture e velivoli, ci consente di ampliare il portafoglio prodotti e di gestire in modo integrato le partnership strategiche internazionali. L’obiettivo è trasformare i siti campani in un vero player globale nel settore delle aerostrutture, puntando sia su nuove alleanze industriali sia sull’ottimizzazione dei processi.

Un esempio emblematico è il progetto Nemesi, che sta trasformando gli stabilimenti di Pomigliano e Nola in smart factory secondo i principi di Industria 4.0. Digitalizzazione, automazione, intelligenza artificiale, robotica e realtà aumentata sono le tecnologie abilitanti di questo percorso, che coinvolge oltre 670 fornitori e partner locali, in gran parte piccole imprese, insieme a enti di ricerca e distretti tecnologici aerospaziali. Gli stabilimenti campani – da Pomigliano a Nola, fino a Fusaro, Giugliano e Benevento – sono centrali in questa strategia: vogliamo che diventino hub di innovazione e produzione competitivi, pronti a cogliere le opportunità del mercato civile e militare».

Come Leonardo valorizza il capitale umano interno ed esterno, con particolare attenzione al legame con università, ITS e centri di ricerca del territorio?

Giuseppe Sernicola SVP New Business Initiatives, BU Aerostructures Leonardo Aeronautics Division

«Il capitale umano è il motore del nostro futuro. Lo abbiamo dimostrato con Nemesi, dove l’operatore evolve nel ruolo di digital expert, gestendo i processi con il supporto delle macchine, in un contesto di maggiore sicurezza e migliori condizioni di lavoro. Parallelamente, sviluppiamo progetti formativi con università e gli ITS.

In Campania abbiamo creato l’Aerotech Campus a Pomigliano d’Arco, inaugurato nel 2020 come ponte tra impresa e accademia: circa 150 giovani laureandi e neo-laureati STEM hanno partecipato ai nostri programmi e oltre il 95% di loro oggi lavora in Leonardo. Lo stesso modello è stato replicato a Grottaglie, dove è aperto il bando per il secondo anno accademico.

Sempre in Campania siamo soci fondatori della Fondazione ITS Manifattura Meccanica MAME, che forma tecnici superiori in aree strategiche per la competitività industriale. Campus, ITS e formazione continua rappresentano la nostra visione: investire sulle persone per formare ingegneri, tecnici e progettisti capaci di disegnare le aerostrutture del futuro».

L’industria aeronautica è chiamata a una forte transizione green: quali sono i progetti e le tecnologie su cui Leonardo sta investendo per rendere più sostenibili i processi produttivi?

«Il nostro piano di sostenibilità si fonda su tre pilastri: decarbonizzazione, economia circolare e protezione della biodiversità. L’impegno è ridurre le emissioni di gas serra del 25% entro il 2030, mantenendo una crescita sostenuta del fatturato. Tra il 2019 e il 2024 abbiamo già ridotto del 21% le emissioni dirette e del 15% i consumi energetici, a testimonianza della solidità delle nostre strategie.

In Campania stiamo investendo in processi produttivi più sostenibili, nella digitalizzazione per ridurre sprechi e scarti, e in progetti di filiera volti a coinvolgere i fornitori locali nella transizione verde. Coinvolgiamo attivamente la filiera attraverso workshop dedicati, l’adozione della piattaforma EcoVadis per la valutazione della sostenibilità e il percorso Green Sustainable Supply Chain, che offre alle PMI moduli di formazione su decarbonizzazione, rendicontazione delle emissioni e coaching personalizzato».

Qual è il ruolo delle filiere locali e dei distretti industriali campani all’interno della strategia di Leonardo?

«La competitività di Leonardo dipende anche dalla forza dell’ecosistema in cui opera. Per questo l’azienda ha sempre promosso la creazione di partenariati pubblico-privati volti a valorizzare le eccellenze del territorio. PMI, distretti, università e centri di ricerca rappresentano partner imprescindibili per sviluppare innovazione e far crescere nuove competenze. In questa prospettiva, Leonardo è socio di riferimento del Distretto Aerospaziale Campano, del Distretto IMAST e del CIRA di Capua.

L’Unione Industriali, che ci ospita, svolge un ruolo centrale: non solo luogo di rappresentanza, ma spazio strategico di dialogo dove si costruiscono relazioni, si condividono sfide e si individuano soluzioni per l’intero territorio. La sua capacità di mettere insieme grandi player, PMI, startup e mondo accademico è un fattore abilitante per attrarre investimenti, favorire l’innovazione e creare opportunità di crescita. In un contesto globale altamente competitivo, un territorio coeso e capace di muoversi in maniera coordinata rappresenta una leva strategica: significa rispondere più rapidamente alle esigenze del mercato, portare innovazione e garantire ricadute economiche e occupazionali positive per la regione».

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Immagine di Giuliano Bianucci
Giuliano Bianucci

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